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“Il tuo nuovo synth? Prendilo da Thomann…” – “No, bisogna comprare italiano!”

In occasione di un acquisto scatta spesso la polemica se sia meglio comprare dal megastore tedesco Thomann, oppure far rimanere i propri quattrini in Italia. Entrambe le soluzioni hanno sostenitori sfegatati. Ma chi ha ragione?

Da qualche anno il sito www.thomann.de è diventato l’incubo dei negozianti italiani: la semplicità e l’immediatezza con cui gli utenti trovano i prodotti che cercano, i prezzi buoni (anche se ormai non più imbattibili), la vastità del catalogo offerto hanno decretato un enorme successo di questo retailer on-line che, da un angolo della Germania, riesce a vendere in tutta Europa e quindi a rubare quote di mercato ai negozianti locali. Capita così che quando qualcuno chiede consiglio per un acquisto di nuovo hardware ottenga come immediata risposta un link a una pagina di Thomann (anche se il regolamento di Synth Cafè lo vieta…) o almeno uno screenshot del suo sito.
Subito dopo però arriva qualcun altro che, non senza una punta di nazionalismo, dice che bisogna comprare in Italia, far restare i nostri quattrini da noi e in questa maniera contribuire a salvare i nostri posti di lavoro.

Chi ha ragione???

Vediamolo: è innegabile che a favore di Thomann vi siano tantissimi fattori. Anzitutto il retailer tedesco ha investito pesantemente negli anni su un sito web davvero ben fatto, ove i prodotti sono ordinatamente classificati per categorie e ciascuno di essi è ospitato in una scheda con prezzo in chiaro, molte foto e una esauriente descrizione tecnica.

Il sito è ottimamente organizzato e navigabile

Inoltre è esplicitata la disponibilità del prodotto o, nel caso esso non sia immediatamente spedibile, una chiara data di arrivo. Diventa così facilissimo scegliere cosa ordinare facendosi una ben chiara idea dei vari prodotti disponibili in una data categoria e fascia di prezzo, e anche sapere quando arriveranno a casa nostra.
Altro punto di forza di Thomann è la vastità del listino: il webstore tedesco ha veramente tantissima roba, e non offre solo i synth o i monitor di un unico distributore come fanno invece certi nostri negozianti meno forniti e intraprendenti. Inoltre va annoverata anche la completezza del listino del webstore germanico: con pochi click è possibile comprare da un unico portale accessori altrimenti introvabili o almeno di difficile reperibilità, quali minuterie per rack, fascette stringicavo, connettori di tutti i tipi di foggia, cavi di tutte le lunghezze. Riguardo a questi ultimi, il configuratore dei cavi è un piccolo capolavoro in quanto per ogni connessione necessaria si indica il primo connettore, il secondo e poi il sistema propone tutti i cavi premontati che soddisfano quelle caratteristiche. In che negozio fisico si può mai contare su un servizio così efficiente e completo???

L'ottimo configuratore dei cavi

Infine vi è la politica dei resi, in base alla quale si può ordinare un prodotto anche se non si è pienamente convinti che esso faccia al proprio caso, e se poi all’arrivo non soddisfa lo si può restituire senza problemi entro 30 giorni.

Insomma tutto ok, tutto perfetto…

In realtà è vero che acquistando da Thomann si finisce per ammazzare il commercio in Italia, e con esso la possibilità di provare fisicamente gli strumenti sotto casa, o almeno nel raggio di poche decine di chilometri da dove si abita. Se tutti continuano a comprare dal retailer tedesco, presto non ci sarà nemmeno un negozio dove comprare un cavo MIDI o un’interfaccia audio da 100 Euro, dove provare a confronto tre synth o tre monitor, e questo sarà un male per tutti noi. Ma soprattutto si finirà per ammazzare un’altra categoria, forse invisibile per l’utente finale ma importantissima per la tenuta dell’intero mercato: parlo dei distributori, ovvero quegli operatori che importano gli strumenti in Italia smazzandosi in proprio tutte le pratiche burocratiche e doganali, li fanno avere ai negozianti al dettaglio e ne curano pubblicità, documentazione e assistenza.

Dev’essere chiaro che senza distributori il mercato fisico è destinato a sparire, lasciando spazio in futuro a un commercio e un’assistenza offerti solo via web, telefono e corriere.

Dunque Thomann sì, perché offre un’esperienza di acquisto indiscutibilmente efficiente e completa. Ma anche Thomann no, perché il mercato locale viene ucciso da questi grandi retailer on-line.

I negozianti italiani, se davvero vogliono competere con Thomann, devono fare uno sforzo di crescita, di efficientamento, maggior professionalità, chiarezza e disponibilità al servizio. Perché è indiscutibile che il successo di Thomann si deve anche al fatto che troppi dei nostri negozi non hanno siti web chiari ed efficienti; che non offrono un’esperienza di contatto via telefono e mail con risposte chiare e veloci; che i prezzi non sono sempre competitivi; che talvolta la cortesia non è al top; che l’assortimento non è sempre vastissimo; che la loro politica in caso di reso o ricorso all’assistenza non è sempre indolore per il cliente.

Sinceramente, io credo che sul mercato ci sia spazio sia per operatori web come Thomann che per i negozianti italiani più tradizionali, questi ultimi magari con un affaccio “secondario” sul web. Personalmente faccio il tifo per i negozi del territorio perché offrono un servizio insostituibile, ma dev’essere chiaro a tutti che per vincere la sfida di Thomann & co. bisogna cominciare a offrire un servizio ancora più trasparente, veloce e qualitativo. Alcuni dei nostri operatori già l’hanno capito e si comportano di conseguenza.

Gli altri faranno meglio a capirlo in fretta, altrimenti il futuro è sparire.

Giulio Curiel

Giornalista della storica rivista Strumenti Musicali dal 1993 al 2016, ho scritto oltre 800 articoli su synth, studio technology e computer music. Se non so di cosa parlo, sto zitto.

One thought on ““Il tuo nuovo synth? Prendilo da Thomann…” – “No, bisogna comprare italiano!”

  • Gestire un pubblico, una o più sale, molte esigenze dal vivo, personale, aperture, sono sforzi che si aggiungono al “semplice” lavoro di vendita. O si è dotati di grande spirito e forza o non si battono i colossi, che comunque non si battono ugualmente. Il loro è un altro lavoro che si tratti di strumenti musicali, articoli sportivi, mobilia. Cosa facciamo? Ho da poco acquistato un casco in negozio a 15 euro in più rispetto ad Amazon. Il commesso mi ha concesso prove, spiegazioni e trattato da cliente, qualche giorno dopo ho acquistato una pinlock che mi ha montato, ha pulito il casco e mi ha detto di tornare in primavera per togliermela. Ogni volta c’è da fare una scelta.

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