Test

Marantz Professional Turret, una geniale soluzione all-in-one per il video-blogging

Un prodotto che prima non c’era: videocamera, illuminatore d’ambiente, microfono, monitor station e hub USB. Stai a vedere che i video-blogger hanno trovato un aggeggio che gli semplifica enormemente la vita!

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Marantz Professional | Cos’è Turret | In test | ConclusioniScheda tecnica


Marantz Professional

C’era una volta la Marantz: era un’azienda che portava il nome del suo fondatore Saul Marantz e che fin dagli anni ’50 si occupava di Hi-Fi domestica. Marantz è però anche l’esempio di come un marchio possa subire innumerevoli traversie commerciali, e cambiare più volte proprietà e soprattutto “value proposition”, ovvero quel contenuto di valore tecnico-emotivo che il sentimento comune associa a un brand: fondata negli USA nel 1952 e autrice di autentici capolavori dell’alta fedeltà di epoca valvolare, già nel 1964 veniva venduta alla giapponese Superscope che pian piano ne riorientava la produzione verso un ambito decisamente più consumer. Nel 1980 Superscope cedette il marchio Marantz, ormai parecchio indebolito e appannato, all’olandese Philips che lo fece rifiorire. Nel 2001 però anche Philips iniziò a passare la mano, e la società entrò nell’orbita della specialista giapponese Denon fino alla vendita definitiva delle ultime quote avvenuta nel 2008. Oggi Marantz, dopo un ultimo passaggio di mano nel 2017, è di nuovo un rispettatissimo nome dell’Hi-Fi domestica che produce CD player, amplificatori e player di rete di ottimo livello, mentre la sua divisione Professional (cui appartiene la paternità del prodotto in prova) è stata venduta nel 2014 alla inMusic Brands, ovvero la holding che possiede Akai Professional, Alesis, Denon Professional, M-Audio, Numark, Rane e altri marchi prestigiosi del nostro settore. Ovvio dunque che da un produttore globale di questo calibro ci fosse da attendersi oggetti attenti alle emergenti necessità di un’industria multimediale che da quando il computer ha fatto il suo prepotente ingresso nell’audio-video è diventata sempre più interconnessa e legata a Internet.

 

Cos’è Turret

Turret è un prodotto che prima non c’era, e si pone come stazione di ripresa audio-video a basso costo per i video-blogger che desiderano un prodotto integrato con cui svolgere tutti i compiti legati alla cattura di immagini e suoni correlati, e che si allaccia al PC con una semplice connessione USB che non necessità di driver o installazioni particolari. Turret quindi integra in sé una videocamera, un illuminatore d’ambiente, un microfono per riprese vocali e strumentali, una stazione di monitoraggio e un hub USB. Il prodotto Marantz Professional si presenta in forma di una pesante piantana dotata di una solida e larga base di appoggio a scrivania. In cima alla piantana c’è una videocamera autofocus con capacità HD e, attorno ad essa un anello-illuminatore che contiene una corona di LED bianchi. In dotazione sono forniti tre dischi-diffusori di gomma trasparente che, incastrandosi sopra la corona di LED, hanno lo scopo di modificare la loro emissione: il diffusore bianco serve solo per avere una sorgente diffusa e omogenea, quello ambra per avere un’illuminazione più calda e quello azzurro per avere una luce più fredda. L’intensità dell’illuminazione disponibile è dosabile dall’utente con un potenziometro posto lungo lo stelo di Turret, e questo permette anche si spegnerla del tutto. Un pulsante permette di attivare o disattivare la telecamera per evitare imbarazzanti “fuori-onda”. Sul fronte tecnico va segnalato che la videocamera permette registrazioni fino a 1920 x 1080 pixel, che supporta i frame rate di 30 fps/1080p e 30 fps/720p e che ha un raggio di inquadratura di 78°. Telecamera e illuminatore comunque ruotano sul piano orizzontale e sono inclinabili su quello verticale.

La parte audio conta su un microfono a condensatore electret montato su un braccio snodabile che può essere avanzato o allontanato all’utente in modo da ottimizzare la ripresa ed evitare eventuali eccessivi rientri d’ambiente (rumori circostanti, riflessioni sulle pareti, ecc…). Il microfono è inclinabile, ruotabile ed è sospeso su un supporto elastico in modo da evitare la trasmissione di rumori attraverso le vibrazioni del tavolo di appoggio, ed è dotato anche di filtro anti-pop per evitare che le consonanti plosive pronunciate dallo speaker mandino in crisi la registrazione. Tale filtro è comunque rimovibile se desiderato. Alla base del microfono c’è uno switch che consente di attenuarlo di 10 dB nel caso la voce dello speaker sia troppo forte e saturi il sistema di registrazione. Anche in questo caso, come per la telecamera, c’è un pulsante frontale sullo stelo di Turret che accende/spegne il microfono. Questo sottosistema audio ha la capacità di registrare con sampling rate di 32/44,1/48 kHz e codifica a 16 bit.

Poiché Turret fa a tutti gli effetti da interfaccia audio full-duplex su USB, sullo stelo è alloggiato anche un connettore mini-jack da 1/8” per collegare una cuffia e monitorarsi. Un primo potenziometro regola il livello dell’uscita cuffia, mentre un secondo denominato Mix regola il balance in cuffia tra il segnale diretto del microfono e il ritorno dell’audio dal PC.

Posteriormente Turret evidenzia anzitutto la porta USB-C per il collegamento in standard 3.0 al computer. Altre due porte USB Type-A consentono di attaccare a Turret delle periferiche in standard USB 1 e 2, usando di fatto l’unità come hub adatto anche ad alimentare per esempio hard disk portatili. La connettività è completata da un’uscita analogica per il microfono che viene preamplificata a livello linea, e dalla presa per l’alimentatore esterno.

Tutta la costruzione appare massiccia e basata su componenti di pesante metallo, assolutamente stabile e affidabile in termini di ripresa. La cosa non è affatto scontata, in quanto la recente invasione di supporti e accessori low-cost per riprese video e fotografiche ha riempito le nostre case di oggetti di dubbia robustezza e ancor più dubbia qualità costruttiva. Nel caso di Turret solo il complesso microfonico appare costruito con plastiche un po’ leggere e dal feeling migliorabile, ma vi è da dire che non si tratta di un microfono pensato per uscire all’aperto o essere piazzato davanti a un muro di Marshall 😉

Marantz Turret – L’illuminatore in funzione

 

In test

L’interfacciamento di Turret al computer avviene con la semplice connessione del cavo USB fornito in dotazione. Non ci sono driver da installare in quanto le diverse periferiche contenute nel prodotto sono tutte class-compliant. Va capito che Turret non è un prodotto per filmare qualsiasi cosa in qualsiasi location: il suo posizionamento previsto dal progettista è su una scrivania. Anche il peso e la sostanziale non-ripiegabilità dell’oggetto ne indirizzano l’utilizzo a un’utenza tipicamente statica: Turret è volutamente pesante in maniera da restare sempre saldamente al suo posto, anche se ciò ne scoraggia ovviamente il trasporto per quei video blogger che si muovono continuamente in aereo.

Sul fronte della qualità, questa è molto soddisfacente sia dal punto di vista video che audio: la possibilità di scegliere tra diverse modalità di illuminazione (neutra, diffusa, calda, fredda) e di dosarne l’intensità consente di avere sempre lo speaker illuminato correttamente, senza antipatici aloni o inopportuni luccicori da volto sudato. L’ambiente circostante invece dev’essere sempre ben illuminato di suo se volete che esso compaia nel video con colori vividi: l’illuminazione di Turret è infatti mirata solo al soggetto. L’intervento del veloce autofocus è ottimo e consente di avere il soggetto sempre a fuoco senza antipatici lagging.

Sul fronte audio, il microfono fa bene il suo dovere, con una ripresa della voce che si rivela ariosa, naturale, mai nasale o scatolare e che alla fine contribuisce non poco alla naturalezza e professionalità del risultato ottenuto. Del resto, la lunga storia audio del marchio Marantz vorrà pur dire qualcosa!

Anche l’ampli-cuffia fa bene il suo dovere, tuttavia la non elevatissima potenza di uscita ne raccomanda l’abbinamento con cuffie a bassa impedenza.

In definitiva, la prova di Turret ha permesso di scoprire un prodotto valido, ben pensato e ben realizzato, con una resa bilanciata che consente al video-blogger di partire in tempo zero a realizzare riprese dalle ottime caratteristiche per l’attuale modello comunicativo basato sugli hangout di Google+ e i video di YouTube. Se proprio vogliamo trovare un difetto al prodotto, va segnalato che esso giunge privo di qualsiasi software in dotazione e quindi sarà necessario scaricare da Internet un programma di cattura ed editing video. Poco male comunque, in Rete ve ne sono diversi che abbinano una buona dotazione di features a facilità d’uso e gratuità.

Marantz Turret – Un tipico esempio di impiego da scrivania

 

Conclusioni

Al momento di trarre le conclusioni, bisogna inevitabilmente fare i conti col solito amico nerd (tutti ne abbiamo uno!) che salterà fuori dicendo con fare querulo: “Turret è un prodotto inutile, la telecamera la fai con lo smartphone sospeso su un braccio a collo di cigno, per le luci basta una lampada che hai sul comodino, mentre per l’audio ti trovo io un buon microfono USB”. Tutto vero… Ma solo a patto di mettere in conto una serie di lungaggini di implementazione: prendi il cellulare, trovagli un supporto (che poi magari si affloscia o non è abbastanza alto), prendi due lampade in casa e genera un’illuminazione diffusa senza ombre, collega tutto al PC e insieme ad esso il microfono, setta tutto… Sì certo, si può fare: ma il notevolissimo valore aggiunto di Turret è proprio quello di farvi risparmiare tutte queste rotture di scatole, e consegnarvi una pulitissima soluzione tutto-in-uno che si attacca con un solo cavo al PC e che è pronta in tempo zero a fornirvi un risultato di qualità. Questo, in cambio del ragionevolissimo prezzo richiesto, mi appare come un grande valore per l’utente e mi conferma la genialità di questo prodotto. Non ho quindi riserve a raccomandare Marantz Professional Turret a chi vuol fare video-blogging.

 

Scheda tecnica

Prodotto: Marantz Professional Turret
Tipologia: Stazione di ripresa audio-video

Dati tecnici dichiarati dal costruttore:
Camera:
Multi-step auto focus
Diagonal field of view: 78°
Optical resolution: 2MP native, Full HD 1080p video (up to 1920 x 1080 pixels) recording
Frame rate: 30 fps/1080p, 30 fps/720p, H.264 video compression, M-JPEG compatible
ON/OFF switch
Automatic low-light correction
Compatible with Windows® 7, 8, 10 & Mac OS 10.6 or later
Operates in USB Video Device Class (UVC) mode
USB 2.0 – Class 2 Compliant Driver

USB Microphone
Electret condenser capsule: 14mm diameter
Sensitivity: -34dB ± 2dB (0db = 1V/Pa @ 1KHZ)
Output impedance: 100 Ω ± 30% (@ 1kHz)
Polar pattern: Cardioid
Pad Switch: 0 dB / -10 dB
Sample rate: 32 kHz / 44.1 kHz / 48 kHz @16-bit
USB 2.0 Class Compliant
Frequency response: 150 Hz – 15 kHz
Equivalent noise level: < 12 dbA (A-weighted)
Self noise: < 12dBA
ON/OFF switch

Headphone Amplifier
Frequency Response: 20 Hz – 20 kHz
Output power: 130mW
Level control
3.5mm stereo output
Mix control to mix microphone audio with USB audio input

LED Light Ring
4″ dimmable LED light ring
(30) wide-angle white LEDs @ 5600K
(3) accessory filters: Diffused daylight, Cool, Warm

USB
USB 1 & 2: (2) Type A USB 3.0, 0.75A total available current between two ports for powering devices
To PC: (1) USB-C connector / USB 3.0 connection
USB Audio In: Class 2 compliant speaker device for audio to be monitored in headphone output – set by user in the compute

Microphone Auxiliary Output
Fixed line-level output on 3.5mm TRS jack

Dimensions
With Arm fully in: 16.7″ (424mm) Width including base (max)
With Arm fully out: 33.9″ (860mm) Width including base (max)
Base Dimensions (width x length): 6.85″ x 8.04″ (174mm x 204mm)
Height with Extension: 19.6″ (498mm)
Height without Extension: 17.7″ (449mm)
Weight: 7.7 lbs (3.5 kg)

Power
AC-DC Power Supply
100 ~ 240 VAC compatible
12 VDC @ 1 Amp output

Prezzo: 299,00 Euro (suggerito)
Distributore: Soundwave

 

Video ufficiale di presentazione

Giulio Curiel

Giornalista della storica rivista Strumenti Musicali dal 1993 al 2016, ho scritto oltre 1200 articoli su synth, studio technology e computer music. Se non so di cosa parlo, sto zitto.

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