Elektron Digitone: la reginetta svedese dell’FM come mai nessuno ve l’ha raccontata in Italia
Digitone fa parte della serie midrange di Elektron che abbina dimensioni contenute, un prezzo ancora facilmente raggiungibile e un OS meno ostico di quello dei modelli superiori. Pronti per scoprire davvero tutto di questa macchina intrigantissima?
Vai a
Lo strumento | Il sequencer | Il synth | Gli effetti | Overbridge | Il test | Conclusioni | Scheda tecnica|
Elektron è famosa per fare macchine in cui il generatore timbrico e il sequencer si complementano a vicenda e danno luogo a un interplay timbrico e operativo che non ha uguali sul mercato. Non a caso i prodotti Elektron hanno un seguito amplissimo e soprattutto davvero convinto ed entusiasta. La difficoltà operativa che deriva dalla complicatezza di alcune macchine Elektron però ha valso alla casa svedese anche una più che discreta legione di detrattori che le giudicano cervellotiche e inusabili. A tutto ciò non credo che sia estraneo il carismatico product specialist di casa Elektron, quel Cenk Sayinli aka Mr. Dataline che qualcuno trova incredibilmente virtuoso e creativo, e qualcun altro antipatico e nevrotico nel suo premere continuamente pulsanti a velocità elevatissima, con risultati spesso musicali ma non poi sempre.
Sia come sia, da qualche tempo Elektron ha lanciato una linea di macchine più compatte ed economiche delle precedenti, e dotate di un sistema operativo un filo più accessibile. Questa linea è al momento composta dalla drum machine a campionamento Digitakt e dallo strumento in prova denominato Digitone: quest’ultimo è una groovebox ove una sezione synth in FM (modulazione di frequenza) con otto voci complessive affianca un sequencer a quattro tracce interne e quattro tracce MIDI per pilotare strumenti esterni. “Quattro tracce interne” vuol dire che le otto voci FM complessive di Digitone si ripartiscono tra esse, per cui la possibilità di creare arrangiamenti complicatissimi con le sole risorse interne è esclusa a priori. Ma questo non vuol dire che Digitone non possa costituire il potentissimo centro nevralgico di un set-up DAWless, ovvero senza computer, in quanto le quattro tracce interne possono sembrare molte di più grazie alla funzione di Parameter Lock che permette di cambiare i setting timbrici per ciascuno step della sequenza. A questo si aggiungono poi le quattro tracce MIDI che supportano sequenze polifoniche su macchine esterne, per cui se si dispone di un adeguato corredo di altri synth la creazione di una traccia più che completa è assicurata. Bene, inquadrata la questione, andiamo a vedere…
Lo strumento
Digitone è allocato in un case metallico approssimativamente quadrato di proporzioni contenute ma non piccolissime, e difatti i comandi sono tutti grandi il giusto e ben raggiungibili. Il peso di 1,45 kg e il feeling positivo e sicuro di tutti i comandi testimoniano della bontà costruttiva dell’oggetto. Le due sezioni (synth e sequencer) di cui è costituita la macchina convivono armoniosamente nello spazio a disposizione, e approssimativamente la parte superiore è dedicata alla sintesi e quella inferiore alla produzione e modifica delle sequenze. Un display OLED monocromatico a elevata risoluzione garantisce il feedback visivo coi comandi di Digitone ed è sempre focalizzato su molte informazioni utili in rapporto alla pagina di editing in cui ci si trova. Il retro dello strumento è dotato di tutte le necessarie connessioni: troviamo dunque l’uscita audio master L/R su due jack TRS bilanciati, una coppia di ingressi audio su jack sbilanciati, la presa cuffia, le porte MIDI In, Out e Thru, la porta USB per il colloquio MIDI col PC e per il futuro supporto di Overbridge (di cui ci occupiamo più avanti in questo testo), e infine la presa per l’alimentatore esterno fornito a corredo. Riguardo alle porte MIDI va fatta una precisazione: benché esse escano su connettore DIN pentapolare esattamente come il Sync delle drum machine di epoca analogica (TR-808 & C.), si tratta di due segnali di controllo totalmente diversi e tra loro incompatibili: il MIDI è un protocollo digitale, mentre il Sync è analogico: non sperate di attaccare una presa MIDI e una Sync e vedere funzionare qualcosa. In Digitone però è possibile usare l’eguaglianza di connettore tra i due protocolli e convertire sia il MIDI Out che il MIDI Thru in uscite Sync, adatte quindi a pilotare batterie elettroniche e sequencer pre-MIDI. È una funzione preziosa e piuttosto rara, da abilitare tramite menu.
Diamo ora un’occhiata alle possibilità dello strumento: la macchina contiene una memoria non volatile globale denominata +Drive al cui interno si memorizzano sia 128 progetti (Project) che 2048 patch timbriche (Sound). Per ciascun Project ospitato sul +Drive, si hanno a disposizione 128 pattern, un Sound pool di 128 patch (indipendenti dalle 2048 globali), quattro tracce interne e quattro tracce esterne di sequencer.
Ogni traccia interna ospita un Sound con tutti i suoi parametri timbrici, i setting esecutivi (trasposizione, profondità del pitch bend, velocity, ecc…) e quelli del suo proprio arpeggiatore. Analogamente, ogni traccia MIDI può contenere fino a otto note di polifonia, avere propri parametri esecutivi (velocity, pitch bend, ecc…) e gestire fino a otto comandi MIDI CC per modificare i parametri timbrici della macchina ricevente. Questi otto MIDI CC possono essere anch’essi soggetti a Parameter Lock, in modo da mandare valori di CC diversi per ciascuno step della sequenza alle macchine esterne, e asservire quindi anch’esse a una delle più potenti e caratteristiche funzioni del sequencer Elektron. La scelta di quale traccia editare (e mettere eventualmente in Mute) avviene con quattro pulsanti. Il Mute può essere globale (la traccia è sempre inattiva) o per pattern (la traccia è inattiva finché suona quello stesso pattern con cui il Mute è stato attivato, ma al cambio di pattern suona nuovamente).
Il display OLED, nella sua compattezza, riesce a fornire in un colpo d’occhio tutte le informazioni sulle diverse sezioni della macchina:
- Bank e Pattern
- Nome del Pattern
- Trasposizione
- Tempo
- Parametri di voce (corrispondono agli otto encoder a fianco)
- Algoritmo FM
- Volume della traccia
- Nome e tipo della traccia (SYN = interna, MID = traccia MIDI)
Da notare che gli otto encoder agiscono sui corrispondenti parametri della sola traccia in quel momento attiva ma, se si preme il pulsante MIDI, l’editing si propaga a tutte le tracce interne. I 16 pulsanti Trig che costituiscono il tastierino 8×2 posizionato inferiormente invece, oltre a selezionare i Bank e i Pattern da lanciare, servono per suonare/registrare le singole tracce. Avendo una tastiera MIDI collegata, le stesse funzioni possono essere gestite da essa: i messaggi di MIDI Note On suonano le note di Digitone mentre i MIDI Program Change selezionano i suoi 128 pattern del progetto selezionato.
L’arpeggiatore di bordo è attivo solo sulle tracce interne ed è regolabile per direzione dell’arpeggio, durata dello step in relazione al tempo master, numero di ottave arpeggiate, lunghezza delle note arpeggiate, numero degli step di arpeggio, trasposizione in semitoni delle note arpeggiate rispetto a quelle effettivamente eseguite.
Il sequencer
Il sequencer è certamente la chiave per aprire lo scrigno che Digitone rappresenta: all’interno di ciascuno dei suoi pattern si selezionano i parametri timbrici delle quattro tracce, quelli di quantizzazione, la lunghezza e segnatura indipendente di ciascuna traccia, lo swing (tra il 50 e l’80%), i Parameter Lock e i Sound Lock (su cui ci soffermeremo tra poco). La registrazione dei pattern può avvenire per step (Grid Recording) o in tempo reale (Live Recording). Lavorando per step, si premono i tasti Trig ove si vuole piazzare l’evento: i tasti si illumineranno di rosso sugli step che contengono note e di giallo sugli step che contengono solo modifiche di parametri timbrici. Se il pattern contiene più di 16 step (ne sono ammessi fino a 64), ci si sposta al suo interno tramite il pulsante Page, mentre invece se si desiderano eventi posizionati a risoluzioni più fini del singolo step si può usare la capacità di Micro Timing di Digitone tenendo lo step premuto e spostandolo in avanti o indietro nel tempo coi due tasti freccia orizzontali. Ciascuno step può eseguire note singole, oppure accordi di tre note da inserire con un’apposita procedura che presuppone di decidere prima la scala musicale di riferimento e poi il tipo di accordo. Volendo guadagnare tempo nel creare melodie si può invocare la modalità Quick Note Method: prima si attivano i singoli step ove si vuole che il sequencer suoni e poi, tenendo premuto lo step che si vuole editare, coi tasti freccia su/giù si seleziona la nota da una tastierina virtuale che appare a schermo.
Per la registrazione di eventi dal vivo (con possibilità di Quantize su diversi valori), si premono Rec e Play e poi si esegue la melodia sul tastierino di bordo oppure via MIDI, in maniera molto immediata e intuitiva. Si può sempre passare da Live a Grid Recording per editare in entrambi i modi quanto registrato.
Nel Track Note Menu si possono visualizzare le singole note programmate, impostare il tipo di scala, la sua tonica, l’abilitazione a eseguire accordi e la trasposizione per semitoni. Nel Voice Menu invece si opera l’allocazione delle otto voci di synth interno alle diverse tracce di Digitone, e questo è importante perché con otto voci complessive una gestione un minimo avveduta delle risorse timbriche è necessaria: si può riservare un certo numero di note per la traccia selezionata, prevedere una delle diverse logiche di Voice Stealing (prevale la nota più alta, quella più bassa, l’ultima suonata, oppure quella appartenente alla traccia col numero più basso), attivare la funzione Unison e infine mettere in layer due o più tracce in modo che la programmazione di una sia eseguita anche sulle altre.
Veniamo ora i più volte citati Parameter Lock, vero punto focale dei sequencer Elektron: uno o più parametri di sintesi delle tracce interne possono essere modificati per ciascuno step, semplicemente tenendo premuto il relativo tasto Trig e modificando il valore del parametro timbrico fino al valore desiderato. L’inserimento può avvenire anche in tempo reale, semplicemente ponendo il sequencer in Live Recording e alterando il valore del parametro con l’apposita manopola. Già questo consente di cambiare radicalmente il timbro da uno step all’altro, ma se non fosse abbastanza la macchina consente anche di richiamare diverse patch timbriche per ciascuno step grazie alla funzione Sound Lock.
Altra funzione preziosa e pressoché unica nel mondo non-modular è quella dei Conditional Lock: grazie ad essi, il sequencer può attivare o disattivare il play dei singoli step al verificarsi di certe condizioni logiche (Trig Condition). È anche possibile assegnare una data probabilità percentuale al singolo step di suonare o meno. Queste funzioni consentono di creare pattern meno ripetitivi e più variabili, al costo di spendere un po’ di tempo e materia grigia nella programmazione del sequencer. Fill Mode invece è quella modalità che permette, a partire da un pattern-base, di creare una sua variazione (Fill, appunto) da invocare alla pressione dei tasti Yes+Page.
Il sequencer di Digitone permette di concatenare più pattern attraverso la funzione Chain: una catena può contenere al massimo 64 pattern. L’utilità di questa funzione è però soprattutto dispiegata dal vivo poiché le Chain non possono essere memorizzate ad apparecchio spento, e quindi non si prestano a una programmazione Pattern/Song come invece era in certe macchine Roland (per es. il TB-303).
Il synth
Il sintetizzatore di Digitone ha la seguente struttura:
Il suo editing si accede attraverso sei pulsanti posti sotto agli encoder, ciascuno dei quali controlla una o due pagine di parametri di sintesi/esecuzione. Se le pagine sono due, la commutazione tra l’una e l’altra avviene con pressioni successive del pulsante.
Trig accede a una pagina in cui si regolano i parametri di default delle note che verranno inserite nel sequencer per quella traccia (nota Root, velocity, lunghezza, attivazione e selezione del trigger condizionale, attivazione o meno da parte del trigger dell’inviluppo del filtro e del restart dell’LFO).
Syn1 accede a un primo gruppo di parametri della sintesi FM: selezione dell’algoritmo, selezione dei rapporti frequenziali tra i quattro operatori A/B1/B2/C, incremento del contenuto armonico dell’operatore C o degli operatori A e B1, detune tra l’operatore A e l’operatore B2, dosaggio del feedback, mix tra i due operatori carrier (determinati dall’algoritmo selezionato).
Syn2 raggiunge i rimanenti parametri della sintesi FM, attraverso due pagine: vi sono due inviluppi, uno che agisce sull’operatore A e uno che agisce sugli operatori B1 e B2. Tali inviluppi hanno le fasi di Attack e Decay, ma in più c’è un Delay prima dell’Attack e un End Level. Un selettore permette di impostarli per un comportamento Attack/Decay/End, oppure Attack/Sustain/Decay/End. Un secondo selettore abilita l’eventuale reset dell’inviluppo a fronte di un retrig. Ciascun inviluppo può essere dosato in profondità di modulazione verso l’operatore che controlla.
Fltr accede alle due pagine dedicate al controllo del filtro multimodo di Digitone: nella prima si seleziona il tipo di filtro (Off, LPF 12 dB/Oct, LPF 24 dB/Oct, HPF 12 dB/Oct) e si regolano i parametri di cutoff, risonanza, andamento dell’ADSR dedicato e sua profondità sul cutoff. Nella seconda pagina si regolano i parametri di un secondo filtro, questa volta statico e con soli 6 dB/Oct che agisce come passa-banda e serve a “pulire” gli estremi gamma per evitare eventuali ingolfamenti sonori.
Amp permette di gestire le due pagine dell’inviluppo ADSR di volume, l’overdrive, il panpot, il volume della patch, i livelli separati di mandata ai tre bus di effetto di Digitone (Chorus, Delay, Reverb) e l’abilitazione/disabilitazione del reset dell’inviluppo a un nuovo evento di trigger.
LFO accede a due pagine per il controllo di altrettanti oscillatori di bassa frequenza: per ciascuno di essi si possono scegliere la destinazione, la waveform tra sette disponibili, la velocità (sincronizzabile al Master Tempo della macchina), la profondità di modulazione, il moltiplicatore di velocità rispetto al tempo in BPM, il Fade In, la fase e la modalità free-running oppure sincronizzata al trigger in diversi modi. Quest’ultima funzione, abbinata alla scelta della waveform, permette di usare gli LFO come una sorta di inviluppi addizionali:
Gli effetti
Digitone è dotata di tre bus indipendenti di effetto unici per tutte le quattro tracce, ma come abbiamo visto sopra ciascuna traccia ha i suoi livelli separati di mandata. Il Chorus ha comandi per profondità di modulazione, velocità, HPF, ampiezza stereo dell’effetto, volume di uscita, mandata del Chorus verso il Delay e mandata verso il Reverb. Il secondo effetto è un Delay sincronizzato al Tempo della macchina con possibilità di controllare ping-pong, ampiezza stereo, feedback, filtro HPF e LPF sul feedback (per non impastare tutto per alti valori di rigenerazione), mandata al riverbero. Il modulo è semplice e funzionale, anche se purtroppo torna qui il “vizietto” di Elektron di non esprimere i tempi di ritardo in valori musicali comprensibili ai normali esseri umani (1/8, 1/4 e così via) ma da numeri decodificabili probabilmente solo da Cenk e i suoi discepoli più stretti: 1/8 viene così visualizzato come “16” mentre 1/4 è visualizzato come “48”. Vabbé, so’ ragazzi… Il terzo bus di effetto è un Reverb con algoritmo unico e regolazioni di predelay, decay, frequenza del taglio passa-basso sulla rigenerazione, volume, filtri HPF e LPF.
Una considerazione conclusiva sugli effetti di Digitone è che in questo comparto forse Elektron avrebbe potuto spendersi un po’ di più, mettendo magari a disposizione più algoritmi alternativi per Chorus, Delay e Reverb: sarebbe stato bello infatti poter disporre delle emulazioni di più chorus storici, di delay analogici e digitali, di più ambienti di riverbero (i tradizionali Hall, Plate, Room e magari qualcosa di più sperimentale, in linea col carattere della macchina).
Overbridge
Quello su Overbridge è un capitolo a parte: si tratta del protocollo sviluppato da Elektron per estendere le funzionalità dei propri prodotti quando collegati via USB con un computer, e gestire direttamente da quest’ultimo molte funzioni della macchina. Purtroppo, come frequentemente accade in casa Elektron, il rilascio di Overbridge non è contemporaneo a quello della macchina cui si riferisce, ma spesso molto successivo. Nel caso specifico, benché Digitone sia stata annunciata a gennaio 2018, al momento di stesura di questo articolo (settembre 2018) Overbridge non supporta ancora lo strumento in prova. Quando esso sarà disponibile, le funzioni annunciate sono le seguenti:
- piena integrazione con le DAW;
- possibilità di usare Digitone come interfaccia audio della DAW, con supporto di driver CoreAudio (Mac), ASIO e WDM (Windows);
- possibilità di editare Digitone dalla DAW attraverso un plug-in VST o AudioUnit;
- trasferimento delle tracce separate di Digitone, dei suoi ingressi audio e del bus di uscita dello strumento ad altrettante tracce della DAW con risoluzione 24 bit/48 kHz;
- total recall dei settaggi di Digitone all’interno di un progetto della DAW.
Poiché queste funzioni non sono ancora attualmente disponibili, nulla possiamo dirvi sulla capacità della macchina di svolgerle, ma certamente quando tutto sarà ok si tratterà di un notevole upgrade delle funzionalità dello strumento.
Il test
Appena si mettono le mani sopra a Digitone, si capisce il perché del suo prezzo: viviamo in un mondo dove da un lato le persone vogliono pagare qualsiasi cosa sempre di meno, ma poi dall’altro si lamentano degli strumenti “di plastica”, troppo economici. Qui niente di tutto questo: a fronte di un prezzo corretto e comunque non certamente impossibile, Digitone offre un cabinet interamente metallico di peso molto elevato rispetto alla groovebox media, pulsanti dalla corsa un po’ lunga ma sicurissima, manopole con ottimo grip grazie alla superficie gommata e ravvicinate tra loro ma pienamente usabili senza problemi di dimensioni troppo striminzite. E poi c’è il display, brillante, ben visibile da ogni angolazione, piccolo e monocromatico ma in grado di rappresentare con massima efficacia lo status delle varie pagine della macchina.
Anche le connessioni appaiono realizzate con elementi di qualità, e in generale il feel operativo di Digitone è ottimo e a mio parere superiore rispetto alla prima serie di prodotti della casa svedese (quelli neri coi pulsanti circolari).
L’esperienza d’uso parte dunque bene grazie a un hardware che risponde in maniera soddisfacente all’interazione col musicista, ma poi naturalmente scatta subito la questione della famosa “curva di apprendimento” Elektron: per farla breve, i prodotti di questa casa possono contare su legioni e legioni di fanatici sostenitori ma hanno anche una folta schiera di detrattori che li ritengono troppo complicati. Io stesso non ho amato troppo alcuni prodotti come Monomachine trovandoli sì potenti ma eccessivamente cervellotici. Devo dire però che qui siamo su un altro pianeta: Digitone non è magari la macchina che “accendi e vai”, ma si percepisce nettamente lo sforzo fatto dai progettisti per dar luogo a uno strumento molto potente ma al contempo non difficile da usare. La lettura del manuale appare più che mai raccomandata, perché senza fare ciò è davvero difficile uscirne senza sprecare tanto tempo. Però va detto anche che, una volta che si è capita la logica e soprattutto l’organizzazione delle tracce di Digitone, si va via molto bene. Dove però i tecnici svedesi hanno fatto il miracolo è nella gestione della sintesi FM: in un mondo in cui tutti continuano a dire che in fondo “il DX7 dopo un po’ lo capisci” ma poi alla fin dei conti non riescono mai a tirare fuori esattamente il suono che avevano in mente 😉, la FM è rimasta finora soprattutto una questione trial&error, un provare continuo fatto di pochi concetti chiari e poi tanta esplorazione a tentoni. Qui no: i software designer hanno cercato e trovato molti accorgimenti per rendere il processo di creazione del timbro intuitivo e soprattutto immediato, in modo che l’esplorazione del suono avvenga in maniera istintiva e veloce. Si è così creata in Digitone un’esperienza appagante che né i synth FM storici da domare a colpi di data-entry, né tampoco un soft-synth da pilotare via mouse sono mai stati capaci di offrire. Elektron è arrivata a questo risultato mettendo vicino tra loro il display e le otto soft-knob che cambiano funzione a seconda della pagina, pensando un’organizzazione dei parametri in cinque pagine fisicamente raggiungibili con pulsanti dedicati, e infine implementando un VCF: quest’ultima scelta rappresenta il definitivo superamento della dogmaticità dell’approccio Yamaha che basava il contenuto armonico del segnale esclusivamente sui rapporti frequenziali degli operatori e il loro variare dinamico nel tempo. Qui non è così: la parte FM viene usata come un “blocco oscillatori” acceduto tramite le pagine Syn1 e Syn2 ove si selezionano l’algoritmo, i rapporti frequenziali e il loro mutare nel tempo, ma poi vi è una pagina Filter tradizionale col suo filtro, una pagina Amp per l’inviluppo di ampiezza e l’impiego degli effetti e infine una pagina LFO. In questa maniera l’editing timbrico di Digitone ricorda piuttosto da vicino quello di un qualsiasi synth in tecnica sottrattiva organizzato secondo il familiare modello VCO/VCF/VCA, solo che al posto del VCO c’è il modulo FM.
Da un punto di vista timbrico, la groovebox svedese non delude: i suoni tipici della FM ci sono tutti, potenti, puliti e cristallini, con un’ottima definizione e apertura in alto, e un’altrettanto gagliarda risposta in basso piena di energia e vitalità. Come sempre per Elektron, il timbro complessivo non è sfacciato ma controllato, pulito e dinamico senza strafare. La elevata qualità timbrica si percepisce immediatamente e chiaramente, con molti suoni che ricordano da vicino i synth Yamaha con la FM a quattro operatori (TX81z e compagnia). Questa però è solo una base di partenza, perché da lì in avanti il suono può essere più vivace, dinamico, e soprattutto vario e versatile grazie al filtro e agli effetti. Fin qui il synth da solo, che naturalmente nessuno vi impedisce di usare come semplice expander timbrico: Digitone però dispiega completamente le sue potenzialità quando si chiama in causa il potente e famoso sequencer Elektron, col quale modulare uno o più parametri per ciascuno step della sequenza e dar così luogo a un suono autenticamente caleidoscopico, vivo e continuamente mutante come un organismo. È certamente questa la chiave di lettura ottimale per “capire” lo strumento: predisporre un timbro base e poi farlo evolvere step per step man mano che la sequenza progredisce. In questo modo si riesce addirittura a far suonare una singola traccia con un unico preset in maniera simile a un’intera batteria, modificando l’editing dei parametri sugli step principali e dar luogo così a emulazioni di kick, snare o hi-hat per ciascuno step. Il tutto, ripeto, a partire da un unico suono di base! Più in generale, sfruttando il Parameter Lock di Elektron è facile espandere il ruolo timbrico delle quattro tracce interne fino a creare con esse un intero arrangiamento.
Conclusioni
Elektron Digitone è uno strumento unico sul mercato: è una miscela-killer di sintesi FM “addomesticata” per essere facile da editare e un sequencer in grado di creare i pattern più ordinari e ripetitivi come quelli più stralunati e sperimentali. Il risultato complessivo è uno strumento per molti ma non per tutti: trasversale, intelligente, bensuonante, richiede solo un utente “pensante” che sia in grado di assecondare tutto l’altissimo potenziale creativo a disposizione, adattissimo per i live ma anche per l’esplorazione in studio dei generi più elettronici e obliqui. A fronte di quanto offre il package di tutte le funzioni di bordo, il prezzo deve ritenersi estremamente interessante, e in grado di dare accesso a uno strumento di alta qualità da tenere per la vita.
Scheda tecnica
Prodotto: Elektron Digitone
Tipologia: Groovebox con sintesi FM
Dati tecnici dichiarati dal costruttore:
Synth voice features
8 voice polyphony (multitimbral)
Multiple FM algorithms
1 × multi-mode filter per voice
1 × base/width filter per voice
1 × overdrive per voice
2 × assignable LFO per voice
Sequencer
4 synth tracks & 4 MIDI tracks
1 arpeggiator per track
Polyphonic sequencing
Individual track lengths
Parameter locks
Micro timing
Trig conditions
Sound per step change
Send & master effects
Panoramic Chorus send effect
Saturator Delay send effect
Supervoid Reverb send effect
Overdrive master effect
In- and outputs
2 × ¼” audio input
2 × ¼” balanced audio output
Headphones output
Hi-Speed USB 2.0 port
MIDI IN/OUT/THRU ports with DIN sync out
Dimensions
W215 × D176 × H63mm including knobs and rubber feet
Weight approximately 1.45 kg
Prezzo suggerito: 779 Euro
Distributore: Soundwave