Genelec 8341 SAM, monitor totale per precisione, coerenza e verità

In questo test esclusivo per l’Italia siamo su alti livelli: di prezzo, certamente. Ma soprattutto di qualità del monitoraggio, di veridicità nella rappresentazione sonora, di capacità spaziale. Uno strumento di lavoro da sogno, un oggetto tecnologico di riferimento nella sua categoria.

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Genelec rappresenta da sempre uno dei grandi nomi del monitoraggio internazionale: il marchio finlandese si muove ugualmente bene sia nel settore dei grandi monitor da incasso destinati agli studi professionali di elevata fama ed ampio budget, sia in quello dei monitor near-field utilizzabili in ambienti home, project-studio e broadcast. L’impostazione sonora del marchio è sempre legata al perseguimento prioritario della linearità della risposta in frequenza, nonché della grande capacità di analisi. Il marchio Genelec è rispettatissimo, e questo sia per la oggettiva bontà dei suoi prodotti sia per il grande impegno tecnologico in termini di Ricerca&Sviluppo che la casa di Iisalmi da sempre dispiega con generosità. Nell’ambito dei monitor near-field Genelec ha già stupito tutti parecchi anni fa, nel 2004 per la precisione, con la presentazione della serie 8000 che sovvertiva per forma, tecnologia e aspetto quanto fatto fino a quel momento nel settore: il cabinet degli 8000 (tutt’ora in produzione) è infatti lontanissimo dal classico parallelepipedo ligneo ed è costituito da una fusione inerte di alluminio di forma ovoidale per ridurre la diffrazione e massimizzare contemporaneamente il volume interno disponibile, tanto da prendere il nome di Minimum Diffraction Enclosure (MDE). Il frontale curvato inoltre integra in se stesso una guida d’onda a direttività controllata (Directivity Controlled Waveguide, DCW) per il controllo e ottimizzazione della dispersione a media e alta frequenza. Dai tre modelli iniziali 8030, 8040 e 8050 (tutt’ora in produzione da allora, seppure con aggiornamenti), la gamma si è espansa verso il basso con i modelli 8010 e 8020, e verso l’alto con le corrispondenti versioni SAM (Smart Active Monitor) dei modelli iniziali che consentono l’ottimizzazione acustica ambientale assistita da DSP interno grazie all’impiego di un sistema di misurazione e controllo denominato GLM.

I sistemi della serie 8000 citati finora sono a due vie (con l’eccezione dell’8260), ma evidentemente a un certo punto del suo percorso di evoluzione tecnologica Genelec ha deciso di andare “oltre” alle loro pur ottime prestazioni attraverso l’impiego di tre vie separate. Come noto, la necessità di partizionare l’emissione della gamma audio su due o più vie in un diffusore nasce dall’esigenza di specializzare ciascun altoparlante nell’emettere le frequenze che riesce a gestire meglio: un woofer grande infatti è di solito capace di scendere in bassa frequenza e generare contemporaneamente elevati livelli di pressione acustica, ma la sua massa elevata quasi certamente gli impedirà di riprodurre al meglio le piccolissime vibrazioni che costituiscono le forme d’onda sopra i 2 kHz. Un tweeter viceversa ha una membrana molto piccola e leggera che gli consente di oscillare bene in genere sopra i 2 kHz, ma sotto tale frequenza non è in grado di spostare significative quantità di aria e si distruggerebbe non appena lo alimentassimo con segnali di bassa frequenza. Se dunque una configurazione woofer/tweeter di solito è sufficiente per coprire il fatidico intervallo 20/20.000 Hz comunemente associato al range uditivo umano, è anche vero che nei sistemi di maggiore impegno si preferisce ricorrere a un terzo altoparlante specializzato nelle criticissime medie frequenze. I monitor a tre vie godono in genere di maggiore chiarezza e precisione nella gamma vocale e sulle fondamentali degli strumenti solisti, mentre con certi due vie dal woofer troppo grande e magari non buonissimo spesso la gamma mediana è un po’ oscurata, incassata e non perfettamente articolata.

Tre vie aumentano però il problema dato dall’emissione acustica proveniente da più punti nello spazio: in funzione del posizionamento dell’ascoltatore, determinate frequenze in prossimità dell’incrocio possono subire cancellazioni o comunque rotazioni di fase importanti che poi compromettono la prestazione spaziale del diffusore. Per questa ragione Genelec ha deciso di realizzare una nuova gamma di monitor near-field a tre vie dotati di driver concentrici, che dunque approssimano al meglio una ideale sorgente di emissione puntiforme costituita da un singolo altoparlante a gamma intera. Tale gamma ha debuttato con il modello 8351 e si è espansa poi verso il basso con i modelli 8331 e 8341. La globale denominazione “The Ones” data a questi monitor deriva certamente dal fatto che tutti i numeri-modello terminano con la cifra 1, ma forse anche dal fatto che essi approssimano una sorgente sonora unica. Su tutta la serie è stato implementato anche il sistema di autocalibrazione ambientale GLM che è stato citato prima, e su cui ci soffermeremo in seguito con dovizia di dettagli.

A grandi linee, i tre modelli che costituiscono la linea “The Ones” hanno tre indirizzi applicativi diversi: il piccolo 8331, soprattutto in funzione del suo ridotto ingombro e della non esuberante potenza dell’amplificazione, è legato soprattutto alle applicazioni desktop e in genere a tutte quelle attività di monitoraggio da effettuarsi in campo ravvicinato e in ambienti di volume ridotto. Viceversa, il grande 8351 appare pienamente a suo agio nel ruolo di main monitor in project-studio con regie di buone dimensioni che consentono anche l’ascolto in modalità mid-field. Infine, il modello mediano 8341 in prova in questa pagina appare forse quello più universale in quanto è ancora abbastanza compatto da essere utilizzabile anche in spazi ridotti ma ha potenza ed estensione sufficienti a sonorizzare gagliardamente e senza alcun problema regie di 20/25 metri quadri, ed essere ascoltato a distanze tra gli 1 e 2 metri. Questa naturalmente è una mia valutazione personale sul range ottimale di impiego, da prendere con un minimo di elasticità e da calibrare anche in funzione delle intenzioni di spesa.

 

8341 SAM

Inquadrato il range applicativo del prodotto in test, andiamolo a conoscere da vicino: si tratta di un monitor a tre vie compatto, con woofer caricato in bass-reflex posteriore, dalla forma approssimativamente ovoidale e di proporzioni abbastanza contenute da entrare tranquillamente in un home studio. L’ingombro, per capirci, è praticamente identico a quello del vecchio modello 8040 che pure era un due vie e inglobava una quantità infinitamente minore di tecnologia. La finitura standard è in un grigio scuro con puntini metallici in sospensione che derivano dalla costruzione in fusione di alluminio riciclato: Genelec, da brava azienda finlandese, è molto sensibile alle tematiche ambientali e anche altri aspetti costruttivi del monitor sono pensati in funzione della sua ecosostenibilità. Tornando al colore del cabinet, con un sovrapprezzo è possibile avere i monitor di questa serie anche in bianco e in nero. Inoltre, per celebrare i suoi 40 anni, Genelec ha rilasciato l’8341 in una serie limitata di 200 coppie il cui colore è stato scelto attraverso un poll tra gli utenti: si tratta di un bellissimo Sapphire Blue e chi ordina un sistema di questo tipo a € 5.495 + IVA lo riceve in un baule di legno su misura, completo del kit di misurazione GLM.

Nella più tradizionale versione-base in grigio scuro, l’8341 non è in realtà particolarmente attraente ma trasmette una fortissima sensazione di oggetto tecnologicamente avanzato, oserei dire visionario e alieno per quanto coraggiosamente si discosta dal design degli altri monitor di pari dimensioni. Il cabinet è costituito da due gusci di alluminio dalla fortissima inerzia acustica: il classico toc-toc delle nocche sul fianco non restituisce nessuna risonanza, nessuna vibrazione.

Sul frontale appare solo il piccolo midrange, che in realtà nasconde al suo interno anche il tweeter in ossequio al disegno concentrico scelto per questa serie: il driver che ne scaturisce prende il nome di Minimum Diffraction Coaxial (MDC). I woofer, che apparentemente “non ci sono”, in realtà si nascondono dietro la grande flangia metallica che è tutto un pezzo col guscio anteriore del cabinet e che forma una guida d’onda DCW grande come tutto il frontale. La radiazione acustica dei woofer avviene tramite due feritoie di circa 14 mm poste sui lati corti del frontale: tali feritoie non vanno confuse con un condotto bass-reflex ma sono proprio l’affaccio anteriore dei woofer. Per assecondare la forma complessiva del cabinet e disporre i due woofer attorno al driver coassiale dei medio-alti, si è scelto di impiegare per gli altoparlanti dei bassi un disegno ellittico e non circolare. Se un woofer ellittico vi pare strano, vuol dire che non siete abbastanza vecchi da ricordare gli storici Kef 104 AB degli anni ’70 con woofer passivo costruito a partire dal famoso driver B139. Più in generale però, il formato ellittico è usato largamente ancora oggi, soprattutto nei comparti car e soundbar ove lo spazio è spesso un problema. In questa serie Genelec, il costruttore ha deciso di usare due woofer con questa forma in modo da posizionarli attorno al driver dei medio-alti in una sorta di configurazione D’Appolito che rende tutto il sistema equivalente in prima approssimazione a un grande altoparlante concentrico a tre vie. In questo modo, Genelec intende assicurare una perfetta coerenza spaziale e temporale tra le emissioni di tutta la banda audio, migliorando la coerenza di immagine e consentendo il posizionamento del monitor sia in modalità verticale che orizzontale. A questo proposito va notato come l’8341 abiti sulle sue quattro “zampette” di gomma introdotte 14 anni fa con la prima serie 8000: si tratta di un supporto denominato Iso-Pod che ha lo scopo di disaccoppiare il monitor dalla sua superficie di appoggio ed eliminare la trasmissione di vibrazioni da e verso il monitor. A differenza dei precedenti modelli 8000 a due vie allineate verticalmente, qui il disegno coassiale consente anche il posizionamento orizzontale del diffusore, per cui basta svitare la staffa che collega l’Iso-Pod alla base corta del monitor e riavvitarla in due forature appositamente previste sul lato lungo per poter collocare l’8341 in posizione coricata senza perdere nulla in termini di immagine sonora. Va comunque osservato che mentre per il posizionamento verticale è possibile inclinare il monitor in modo da indirizzarne l’emissione assialmente verso le orecchie del fonico, per il posizionamento orizzontale questa possibilità non c’è in quanto l’Iso-Pod va obbligatoriamente montato fino in fondo alla sua staffa di fissaggio per consentire la necessaria stabilità in questa posizione.

Diamo adesso uno sguardo ravvicinato agli altoparlanti: i due woofer nascosti sono delle unità di 170 x 90 mm fatti a mano in Finlandia, la cui area radiante complessiva corrisponde approssimativamente secondo un nostro conteggio a quella di un singolo woofer circolare di 7,6”. Il costruttore afferma che si tratta di componenti unici sul mercato mondiale, che non hanno uguali per caratteristiche costruttive e i cui parametri sono stati ottimizzati proprio per il montaggio sulla serie The Ones.

Il midrange a cono è un’unità di 90 mm/3,5” e il tweeter a cupola metallica integrato in esso è di 19 mm/0,75”. Il componente che scaturisce dalla loro integrazione è denominato, come detto sopra, MDC e anch’esso è fabbricato a mano in Finlandia. Sia la cupola del tweeter che il cono del midrange sono realizzati in alluminio, mentre la sospensione del mid è in materiale sintetico e non presenta alcuna discontinuità rispetto alla superficie di radiazione. Questo permette di sfruttare il midrange come prima guida d’onda del tweeter, e far proseguire tale guida d’onda lungo tutta la superficie del frontale.  In questa maniera è possibile godere di un controllo molto preciso e pulito sulla emissione spaziale senza incorrere in diffrazioni indotte da irregolarità meccaniche di pannello. Le gestione tramite guida d’onda della naturale direttività degli altoparlanti è infatti una cosa in cui Genelec crede fermamente, e la serie 8000 fin dalla sua apparizione ha inglobato una waveguide direttamente nella fusione del mobile fino a farla diventare parte integrante di esso. Nella serie The Ones il concetto è portato all’estremo, in quanto tutto il frontale è utilizzato come guida d’onda sagomata ad arte per direzionale l’emissione di tweeter e mid in modo da garantire una dispersione omogenea e quindi un campo sonoro coerente e privo di irregolarità di radiazione spaziale in funzione della frequenza.

Un ultimo sguardo al cabinet, per cogliere aspetti di cui non abbiamo ancora discusso finora: il bass-reflex posteriore si affaccia su una larga bocca approssimativamente ovale ampiamente svasata, in modo da ridurre al minimo le eventuali turbolenze d’aria attorno alla frequenza di risonanza del diffusore. Sotto la bocca reflex si trova la zona predisposta per l’eventuale fissaggio del monitor a parete o su supporto: attraverso apposite forature è infatti possibile fissare l’8341 ai sistemi di sospensione prodotti dalla specialista König & Meyer o altri compatibili. Ancora sotto la zona di fissaggio sono presenti i controlli, mentre in un apposito recesso protetto da urti e sporgenze si trovano le connessioni.

 

Amplificazione, crossover, connessioni e controlli

L’incrocio woofer/mid avviene a 500 Hz, mentre quello mid/tweeter a 3 kHz. Il costruttore non rilascia alcuna informazione ulteriore sulla topologia e pendenza dei filtri. Le tre vie sono amplificate rispettivamente con 250, 150 e altri 150 Watt. Si tratta di valori di potenza a breve termine e quindi non RMS: guardando anche all’assorbimento elettrico complessivo del diffusore, quest’ultima può essere stimata, in via del tutto approssimativa, pari a circa la metà dei valori di picco dichiarati. Gli amplificatori sono tutti e tre in classe D, ovvero a commutazione: si tratta della tecnologia a maggior efficienza energetica oggi disponibile nel campo dell’amplificazione (erroneamente definita “digitale” in quanto lavora trasformando il segnale continuo in impulsi), ovvero per capirci quella resa popolare nel settore mid-fi dai T-Amp. Gli audiofili puristi la hanno per lungo tempo snobbata perché ritenuta troppo poco fedele e musicale ma la classe D è ormai sul mercato da almeno due decenni nella sua formulazione attuale, e anche costruttori high-end la hanno adottata nei loro prodotti a testimonianza della sua completa affidabilità e maturità. Genelec afferma di realizzare in proprio gli amplificatori utilizzati nella serie The Ones, e anche questa è una notizia rilevante in quanto di solito gli ampli in classe D sono costruiti a partire da moduli preassemblati realizzati da pochissimi costruttori al mondo che poi li forniscono a chiunque voglia utilizzarli nei propri prodotti audio. Ulteriore curiosità è data dal fatto che gli amplificatori di questo modello 8341 sono più potenti di quelli usati nel maggiore 8351: secondo la casa, questo è dovuto al fatto che il modello più grande ha una più elevata efficienza acustica e quindi richiede meno potenza per produrre la stessa pressione sonora (dB SPL).

In termini di possibilità di collegamento il Genelec 8341 è un monitor molto versatile, mentre riguardo ai controlli dell’emissione acustica è possibile intervenire sia localmente attraverso i comandi cui Genelec ci abituato per tanti anni sia attraverso il software GLM di cui ci occuperemo nel prossimo paragrafo. In merito alle connessioni audio, l’8341 può essere collegato anzitutto a sorgenti analogiche bilanciate tramite un connettore XLR. Altri due connettori XLR sono invece dedicati alla connessione digitale in formato AES/EBU: l’ingresso è femmina (Digital In) mentre l’uscita è maschio (Digital Thru). Questa organizzazione si rende necessaria in quanto il segnale AES/EBU può essere stereo, e quindi il primo connettore riceve il cavo in uscita dalla sorgente digitale mentre il secondo passa il segnale digitale non processato a un secondo monitor (connessione daisy-chain). Se connesso digitalmente, l’8341 accetta segnali con codifiche PCM a 16 o 24 bit e frequenza di campionamento compresa tra 32 e 192 kHz. Le due connessioni analogica e digitale possono essere cablate contemporaneamente: in presenza di un segnale digitale valido l’8341 dà la precedenza a quest’ultimo, mentre se il segnale digitale non c’è allora viene automaticamente selezionato l’ingresso analogico.

Troviamo poi le due prese su RJ-45 per il sistema di calibrazione e gestione GLM che richiede di connettere in daisy-chain tutti i monitor del sistema implementato, e poi di connettere l’ultimo diffusore della catena al GLM Adapter. Il segnale di controllo del sistema GLM viaggia su normali cavi CAT5, insomma dei banali cavi “Ethernet” anche se in questo caso il protocollo trasportato non è l’Ethernet: la casa raccomanda quindi di non collegare le porte RJ-45 presenti sul pannello connessioni dell’8341 a un’eventuale rete locale wired presente nell’ambiente di installazione.

Infine i comandi: realizzati come al solito per i monitor Genelec attraverso una batteria di dip-switch, permettono quattro distinti interventi sulla banda audio. Bass Roll-off attenua di 2, 4 o 6 dB i bassi attorno alla gamma di cut-off. Desktop Reflection Compensation serve a riparare ai notevoli danni nella gamma tra i 100 e 200 Hz che vengono indotti da un posizionamento a scrivania o sul meter-bridge di un grande mixer: il comando con profilo peaking attenua di 4 dB le frequenze a 160 Hz. Bass Tilt Control alleggerisce di livello tutta la gamma bassa a partire dagli 800 Hz in giù, con interventi shelving di -2, -4 o -6 dB. Treble Tilt Control infine è anch’esso un controllo shelving dedicato a modificare l’emissione sopra i 5 kHz e gode di posizioni +2/0/-2/-4 dB. Come sempre accade per Genelec, la casa fornisce nel manuale le precise curve di intervento di questi controlli.

 

Il sistema GLM

GLM sta per Genelec Loudspeaker Management ed è appunto un sistema di gestione in ambiente dei monitor della casa finlandese contraddistinti dalla sigla SAM. La funzione più macroscopica è quella dell’equalizzazione automatica in ambiente, ma in realtà il GLM ha funzioni e scopi anche più ampi. Per beneficiare del sistema, l’acquirente degli 8341 deve acquistare separatamente un apposito set di accessori denominato GLM User Kit che contiene il citato GLM Adapter e un microfono calibrato di misura. In particolare, l’Adapter è uno “scatolotto” che si connette via USB al personal computer dove girerà il software GLM, e poi via RJ-45/cavo CAT5 ai vari monitor che compongono il sistema. All’Adapter vanno collegati anche il microfono di misura e un opzionale controllo di volume dell’intero sistema realizzato tramite un manopolone nero di impiego desktop.

Una volta cablato tutto il sistema e lanciato il software, quest’ultimo individua automaticamente tutti i monitor collegati: all’utente spetta il compito di posizionarli tramite drag’n’drop su una planimetria che riproduce l’ambiente di ascolto. Quando tutti i monitor sono stati posizionati, essi vengono salvati come “gruppo” che poi il software gestirà come un tutt’uno. A questo punto si posiziona il microfono nel punto d’ascolto prescelto: da notare che il software GLM riconosce automaticamente il numero di serie del microfono collegato, in quanto ogni unità microfonica ha una sua risposta in frequenza specifica della quale il sistema di calibrazione deve tener conto per conseguire il risultato della massima linearità possibile. Stiamo dicendo che Genelec misura i microfoni uno per uno prima di spedirli ai clienti finali, e aggiorna il software di conseguenza in modo da includere in esso le risposte di tutti i microfoni venduti!

A microfono posizionato, il processo di calibrazione può iniziare: ogni diffusore riceve a turno una sweeppata che copre tutta la gamma udibile e che poi il sistema analizza e compensa. È anche possibile misurare la risposta in più punti di ascolto (per esempio nella posizione del fonico e in quella di eventuali musicisti o produttori che potrebbero posizionarsi due metri dietro di esso) e poi richiamare la compensazione più adatta alle diverse fasi di produzione.

A calibrazione automatica avvenuta, il software GLM visualizza per ciascun monitor la curva di risposta in frequenza misurata (in rosso), le correzioni compensative apportate (in blu) e la risposta risultante dopo la correzione (in verde):

L’utente ha la possibilità di accettare la calibrazione così com’è stata decisa automaticamente dal sistema, oppure di intervenire manualmente per impostare una propria acustica “custom”. Nell’ambito del sistema GLM infatti sono disponibili fino a due filtri shelving semiparametrici sui bassi, due filtri shelving semiparametrici sugli alti e 16 filtri notch interamente parametrici (livello, frequenza e Q) su tutta la gamma audio. Le regolazioni di tali filtri sono editabili singolarmente rispetto al default impostato dall’autocalibrazione e un’occhiata alla finestra di editing ci permette di evidenziare una importante caratteristica del GLM: tutti i filtri agiscono solo in attenuazione (cut), mai in esaltazione (boost), in modo da preservare la dinamica del sistema. È infatti noto che per esempio impostare un boost di +3 dB sui 100 Hz vuol dire richiedere all’amplificatore 3 dB di potenza in più su quella gamma, ma siccome la potenza dell’ampli non è infinita ciò implica “succhiare” dinamica al circuito di amplificazione riducendo dello stesso ammontare le capacità di escursione di livello alle frequenze non interessate dal boost.

La calibrazione generata dal GLM può essere anche salvata permanentemente nei monitor attraverso l’attivazione di un dip-switch del pannello posteriore, in modo da permettere loro di funzionare anche a software spento e computer scollegato.

In ambiente domestico e nei piccoli studi l’utilità del GLM probabilmente si esaurisce alla fase di calibrazione, ma in uno studio pro con dotazioni più ampie il sistema può essere usato anche per richiamare e attivare diversi gruppi di monitor, gestire il critico allineamento in livello e fase del/dei subwoofer, impostare e richiamare predeterminati livelli di ascolto, e infine calibrare il sistema su specifici livelli di volume che in determinati ambienti di produzione – tipicamente cinematografico e televisivo – sono fissati da standard internazionali.

Quando il sistema è sotto il controllo del sistema GLM, il LED presente sul pannello frontale e normalmente illuminato di verde cambia colore e/o lampeggia per indicare le diverse condizioni di funzionamento e controllo.

 

Il test

Considerata la complessità del sistema, il test ha richiesto un impegno maggiore del solito in modo da capire sia le prestazioni intrinseche del diffusore da solo, sia quelle complessive del sistema quando equipaggiato di GLM.

La qualità costruttiva e la robustezza della realizzazione sono immediatamente percepibili appena si estrae gli 8341 dal loro imballo, mentre il posizionamento, la gestione dei controlli e le connessioni analogiche sono assolutamente familiari a chiunque abbia usato negli ultimi 14 anni un qualsiasi monitor Genelec serie 8000. Tutto disposto con ordine e professionalità, tutto ampiamente documentato sul manuale e sulle serigrafie del pannello posteriore. Il collegamento del sistema GLM richiede un minimo di approfondimento in più, ma in fondo anche qui è tutto facilissimo: si scarica il software – privo di cervellotiche protezioni – dal sito Genelec, si collegano monitor e adapter seguendo le semplici istruzioni di cablaggio e si è pronti a partire definendo a video l’architettura del sistema.

Anche il processo di calibrazione è facile: si connette il microfono al GLM Adapter, lo si sistema nella posizione del fonico, si fa un doppio click sulla sua icona nel software e la calibrazione parte. Due brevi sweep lungo l’intero arco udibile emessi a volume piuttosto alto sono tutto ciò di cui il sistema ha bisogno per misurare la risposta dei monitor in ambiente, ma è importante fare in modo di trovarsi a debita distanza dai monitor quando le sweeppate partono: questo è necessario anzitutto per non alterare la misura col proprio corpo, ma soprattutto per non danneggiarsi permanentemente l’udito se ci si trova con le orecchie vicino ai monitor. Per cui nessuna paura del GLM se siete a un metro e mezzo dalle “casse”, ma un minimo di attenzione in fase di calibrazione è assolutamente necessaria: lo ricordo per l’ennesima volta che le cellule ciliate dell’orecchio interno, una volta bruciate da un’esposizione anche breve a un suono troppo forte, non tornano in vita mai più e il danno uditivo (con perdite importanti tipicamente in zona 2/4 kHz) rimane permanente, a vita.

A misura acquisita, il sistema GLM comincia a calcolare il sistema di filtri necessario a compensare le irregolarità della risposta rilevata. Il processo dura qualche decina di secondi e si conclude con la curva di risposta consigliata che, almeno in prima battuta, è opportuno accettare e confermare: eventuali modifiche manuali ad essa potranno essere sempre attuate, ma suggerisco di farle dopo un primo periodo di acclimatamento col monitor e la sua performance ideale così come pensata da Genelec. È infatti possibile che di primo acchito il sistema “corretto” appaia povero di bassi e molto “tranquillo”, neutro, specialmente se veniamo da una precedente installazione di monitor non corretti all’interno di un ambiente con problemi severi. In questi casi serve un po’ di tempo per rendersi conto che il suono che si sentiva prima era totalmente falsato, e per entrare in sintonia con una risposta più lineare.

Ciò detto, ho comunque voluto provare i Genelec 8341 sia con correzione GLM che senza, in modo da valutare anche le prestazioni del solo monitor così come esce dalla fabbrica. Ho dunque condotto due separate e successive sessioni di ascolto. La prima sessione è stata quella dedicata al monitor senza correzione, in modo da farne una sua prima conoscenza: lanciata la mia abituale sequenza di brani-test, afferro subito che qui siamo su un altro pianeta rispetto a modelli precedenti come per esempio i miei 8040A che uso da tanti anni come main monitor. Il tipico suono Genelec è certamente presente anche negli 8341, è immediatamente riconoscibile nella sua impostazione fatta di forte analiticità e linearità, ma alcune caratteristiche dell’emissione dei monitor di Iisalmi che certi fonici criticano qui non ci sono: la sensazione di suono proiettato in avanti e piuttosto bidimensionale non c’è, l’iper-dettaglio che a tratti si trasforma in frizzantezza e può determinare un minimo di fatica d’ascolto su lunghi periodi non c’è. L’8341 si caratterizza invece per un’emissione straordinariamente neutrale, lineare, con un forte senso di tridimensionalità che investe piuttosto bene anche la dimensione della profondità dello stage sonoro e che si allarga con grande naturalezza ben oltre i limiti fisici della posizione dei due diffusori. Tutta l’emissione sonora appare straordinariamente coerente, anche se la notevole estensione in basso del monitor e il suo posizionamento a 30 cm dalla parete di fondo indicano immediatamente la necessità di attenuare i bassi con l’apposito controllo Bass Tilt. Con i controlli tutti a zero la casa garantisce infatti una linearità pressoché perfetta in camera anecoica, ma suggerisce essa stessa di attenuare alcune frequenze in caso di posizionamento in ambiente:

Con Bass Tilt a -4 dB, il comparto medio è meno “oscurato” dai bassi ed è capace di dimostrare tutta la sua trasparenza e luminosità: il midrange in alluminio dispiega tutte le sue doti di analiticità, precisione e soprattutto neutralità, senza mai essere fastidioso o metallico.

Il livello di dettaglio in alto è straordinario: quasi sempre la prova di un buon monitor contiene la frase “ho sentito per la prima volta cose che non avevo mai ascoltato dai miei dischi-test”. Bene, questo succede anche qui, ma in un modo diverso dalle altre volte: non è che senti più dettagli sparati in avanti, ma è come se il potere di risoluzione del tuo orecchio fosse improvvisamente aumentato di molto, come se facendo il paragone col senso della vista adesso tu avessi indossato un occhiale che ti fa vedere tutto con straordinaria trasparenza, liquidità, profondità tridimensionale che automaticamente e con molta naturalezza portano a galla dettagli che non avevi mai visto.

Adesso è giunto il momento di ascoltare il sistema 8341 + correzione GLM: anzitutto va specificato che il confronto tra GLM inserito e disinserito tramite l’apposito pulsante Bypass ha poco senso se non compensato in volume perché il GLM, agendo solo in attenuazione, produce una sì risposta più lineare ma anche un livello medio di ascolto più basso. E “livello più basso” viene interpretato dal nostro orecchio come “suono meno bello” anche quando ciò non è vero. Bando dunque alle commutazioni A/B e concentriamoci su quello che il sistema con autocorrezione è in grado di dimostrare per conto suo: bene, esso è stupefacente per quanto tutto sia naturale, per quanto il suono appaia “normale e corretto” senza la percezione di alcun artificio. Semplicemente, le frequenze sono tutte lì, non c’è nessuna banda che svetta sulle altre e che imprime al monitor una colorazione timbrica di qualunque caso. Tutto è dettagliato, articolato, dinamico in una maniera che ricorda assai più un evento naturale che un suono riprodotto. L’estremo superiore ha tutto il dettaglio che si vuole ma non sfrizzola, non è effervescente, semplicemente suona senza limiti apparenti di estensione. In basso, stessa storia: le note sono scolpite, si segue benissimo il fraseggio e le note, e l’emissione appare completamente priva di quegli aloni, lentezze, mancanze di elasticità che caratterizzano monitor meno qualitativi.

La prestazione spaziale è tale per cui la scatola sonora è ampia, ben distribuita e non rimane chiusa entro confini apparenti: non senti il suono racchiuso in una “bolla” di 1,5/2 metri di diametro ma viceversa lo percepisci libero di spaziare, di espandersi fin dove il fonico di mixaggio lo ha posizionato. Lo sweet-spot è molto ampio e l’equilibrio tonale non cambia sensibilmente anche per elevate angolazioni dei monitor, per cui con gli 8341 non occorre stare “impallati” in un punto preciso della consolle per sentire bene. Va ricordato comunque che un monitor come questo rende al meglio in un ambiente in cui almeno le prime riflessioni a media e alta frequenza siano state smorzate da apposite pannellature: sistemi di calibrazione come il GLM sono infatti attivi soprattutto nel compensare le onde stazionarie a bassa frequenza, mentre nulla possono nei confronti di eventuali “smear” in alto creati da superfici riflettenti poste in prossimità dei monitor. Se dunque “asciugheremo” almeno un po’ la parete posteriore e quelle laterali, saremo in grado di non compromettere neanche dell’1% quella straordinaria prestazione prospettica e analitica che l’8341 fornisce con tanta naturalezza. Insomma, è un peccato mortificare un monitor tanto buono con un ambiente che risuona come un bidone di lamiera!

Infine, una parola sui livelli ottenibili dal sistema: due 8341 opportunamente calibrati possono suonare come volete voi, molto forte o molto piano indifferentemente. La coerenza timbrica e la sostanziale assenza di distorsioni sono garantite lungo un range dinamico molto ampio e la cosa che rende questo monitor davvero universale in studi entro i 25 metri quadri è che potete spingerlo a volumi davvero generosi senza che vada mai in debito di ossigeno. Ma è incredibile la coerenza che l’8341 mantiene anche a bassissimo volume, a livelli da ascolti notturni: se il vostro ambiente è sufficientemente silenzioso, potrete lavorare anche così senza perdere nulla del dettaglio offerto da questi Genelec a volumi più elevati. Guardate che non è una prestazione affatto banale, perché monitor puliti, privi di distorsioni intrinseche e dotati di un microcontrasto dinamico tale da poter lavorare anche a bassissimo volume non ce ne sono molti.

 

Conclusioni

Costoso? Assolutamente sì: oltre 5.000 Euro per una coppia di monitor non è una cifra banale. Caro? Assolutamente no: provando questo 8341 si è subito presi dall’ammirazione di quanta tecnologia la Genelec abbia saputo profondere in esso, e di quanto immediate siano le ricadute di tale tecnologia all’ascolto: colpiscono fortemente la capacità di presentare un campo sonoro omogeneo e perfettamente lineare, di offrire un dettaglio incredibile senza stancare anche durante sessioni di ore e ore, di garantire uno sweet-spot incredibilmente ampio, e in definitiva di far lavorare un professionista della registrazione e mixaggio nelle condizioni ottimali.

Tecnologia dunque, ma anche prestazioni che sono immediatamente fruibili con la massima facilità di set-up e impiego grazie al sistema GLM, che rappresenta sicuramente un fortissimo plus tanto da essere secondo noi indispensabile se si vuole trarre il massimo dall’8341. E se avete già un monitor della serie 8000, questo è un upgrade nel solco della continuità col vostro sistema, ma al contempo un  miglioramento di diversi ordini di grandezza del suono a voi noto.

Questo modello Genelec è infatti un prodotto unico sul mercato: nessun altro costruttore offre a questo prezzo un monitor così compatto e coerente, adatto a un vastissimo range di utilizzi, potente, fedele e attendibile. Non ci spingiamo a definirlo il monitor ideale perché nel settore degli ascolti ognuno appartiene al proprio credo, alla propria chiesa ed è quindi giusto rispettare le diverse possibilità di scelta. Ma da parte nostra non possiamo che evidenziare come questo sistema 8341 rappresenti un sogno, un punto di arrivo totale e definitivo per l’home recordist davvero appassionato, e un formidabile e affidabilissimo strumento di lavoro per il professionista affermato.

Quando un monitor sposta così avanti, così in alto l’asticella delle prestazioni raggiungibili nella sua categoria, non puoi fare che una cosa: dire “Brava, Genelec!!!”

 

Scheda tecnica

Prodotto: Genelec 8341 SAM

Tipologia: Monitor amplificato, tre vie, con sistema opzionale GLM per l’autocalibrazione ambientale

Dati tecnici dichiarati dal costruttore:
Lower cut-off frequency:
–6 dB < 38 Hz
Upper cut-off frequency: –6 dB > 37 kHz
Accuracy of frequency response: ± 1.5 dB 45 Hz – 20 kHz
Maximum short term sine wave acoustic output on axis in half space, averaged from 100 Hz to 3 kHz at 1 m: ≥ 110 dB SPL
Maximum long term RMS acoustic output in the same conditions with IEC weighted noise (limited by driver protection circuit) at 1 m: 101 dB SPL
Maximum peak acoustic output per pair in a listening room with music material at 1 m: 118 dB
Self generated noise level in free space at 1 m on axis (A-weighted): ≤ 3 dB
Harmonic distortion at 90 dB SPL at 1 m on axis Freq 50/100 Hz: < 2 %
Harmonic distortion at 90 dB SPL at 1 m on axis Freq > 100 Hz: < 0.5 %
Woofer: Dual 170 x 90 mm oval cones
Midrange: 90 mm cone (coaxial)
Tweeter: 19 mm metal dome (coaxial)
Weight:
9,8 kg
Dimensions: 370 x 327 x 243 mm (H x W x D)
Bass amplifier short term output power: 250 Watt
Midrange amplifier short term output power: 150 Watt
Treble amplifier short term output power: 150 Watt
(Long term output power is limited by driver protection circuitry)
Amplifier system THD at nominal output:
<0.05%
Mains voltage: 100-240 VAC 50/60 Hz
Power consumption:
250 W
Connections: 1 x XLR analog input, 1 x XLR digital AES/EBU input , 1 x XLR digital AES/EBU output, 2 x RJ45 control network

Prezzo: 2.499,00 Euro + IVA cadauno (versioni bianca e nera disponibili a 2.679,00 + IVA cadauno). GLM User Kit 315,00 + IVA

Distributore: Midiware

 

FAQ

I monitor Genelec sono famosi per “regalare” buoni ascolti e non essere attendibili. Sono così anche questi 8341?
L’affermazione che i Genelec non siano monitor attendibili è semplicemente pazzesca. I prodotti della casa seguono sempre l’approccio della massima linearità e mancanza di colorazione. Sono iper-analitici, questo sì, e quindi l’ascolto attraverso di essi porta in evidenza tutte le sfumature positive create in sede di mix che magari con altri sistemi possono andare perdute. Ma i Genelec portano a galla anche tutti i difetti, in maniera impietosa, per cui dire che “regalano” qualcosa è davvero assurdo. Questa diatriba su Genelec è già stata trattata con maggior dettaglio in questo nostro articolo. In ogni caso, gli 8341 in prova sono monitor assolutamente neutrali e bilanciati, e fanno della fedeltà la loro prima missione.

Visto il prezzo elevato di una coppia di 8341, perché in Genelec sono stati spilorci e non hanno incluso in esso il kit di calibrazione?
Perché monitor come gli 8341 non sono necessariamente venduti a coppie, ma singolarmente. Uno studio per esempio potrebbe acquistarne cinque per realizzare un monitoraggio surround e avere ancora bisogno di un kit soltanto, per cui non è possibile determinare a priori ogni quanti monitor la casa dovrebbe fornire tale kit.

Ho già una coppia di 8030/8040/8050: può valere la pena fare un upgrade a questa serie?
Assolutamente sì: i modelli citati sono ancora attuali, ma la serie The Ones sposta le tradizionali prestazioni Genelec a un livello molto più alto. Migliorano la trasparenza, chiarezza e intelleggibilità in gamma media, l’ampiezza e coerenza della prestazione spaziale, il senso di tridimensionalità. Del resto, anche il prezzo appartiene a un’altra fascia di mercato.

Giulio Curiel

Giornalista della storica rivista Strumenti Musicali dal 1993 al 2016, ho scritto oltre 1200 articoli su synth, studio technology e computer music. Se non so di cosa parlo, sto zitto.

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