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Kodamo EssenceFM: il DX7 rifatto in chiave 2020!

Era il 1983 quando lo Yamaha DX7 sconvolse il mondo della sintesi con la sua FM a sei operatori. Adesso un nuovo synth con interfaccia touch promette di alzare l’asticella della modulazione di frequenza in un modo completamente inedito e potentissimo!

 

Lo Yamaha DX7 del 1983 creò un vero e proprio shock nel mondo della sintesi – all’epoca interamente dominato dalle macchine in sottrattiva – con la sua architettura digitale che implementava la modulazione di frequenza tra sei oscillatori sinusoidali (detti Operator) combinati tra loro secondo 32 diverse modalità (dette Algorithm). Negli anni e decenni successivi Yamaha ha declinato la sintesi FM in una pluralità di modi, implementando di volta in volta altre waveform-base (DX11, TX81z e compagnia), l’uso di campioni (SY77, SY99 e successivi), otto operatori e la Formant Shaping Synthesis (FS1R), fino ad arrivare agli odierni Montage e MODX con la loro FM-X.

Nessuna di queste macchine ha tuttavia mai eguagliato il fascino della “prima FM”, così difficile, limitata, indomabile eppure proprio per questo intrigante: lo spirito pionieristico e in fondo accademico del DX7 non è in effetti più ricomparso in strumenti che volevano rendere la FM più potente e al contempo “palatabile”.

Entra EssenceFM: si tratta di un progetto della start-up francese Kodamo che vuole rilanciare in un expander da rack tutto il potenziale di sound design del DX7 e aggiornarlo in base alle possibilità tecnologiche dei nostri giorni. Il nuovo strumento, per il momento ancora allo stadio di prototipo, si basa su un motore in VFM (Variable Frequency Modulation) che si focalizza su grandi possibilità di configurazione, ergonomia intuitiva in fase di sintesi, ampia polifonia. La casa dice di voler rendere la programmazione FM “divertente e facile”, e chi ha mai provato a editare un DX7 sa quanto questo obiettivo sia estremamente lontano e ambizioso 😉

Per raggiungere tale scopo EssenceFM segue un approccio fortemente basato sulla grafica e la visualizzazione delle forme d’onda: lo strumento ha a bordo un largo display IPS touch da 7 pollici che rappresenta la forma d’onda in uscita agli operatori man mano che se ne alterano i parametri, in modo da vedere graficamente gli effetti dell’editing. Gli algoritmi, anziché essere fissi come nelle prime macchine Yamaha, sono configurabili a piacere dell’utente spostando la posizione degli operatori tramite intuitive funzioni di drag’n’drop. Gli inviluppi infine sono editabili in maniera grafica. Per l’editing vi sono anche sei encoder multifunzione a manopole colorate che riflettono i colori dei comandi di menu mostrati nel display. Un grande encoder centrale, due potenziometri di volume (generale e cuffia) e 14 switch completano la dotazione di comandi.

Kodamo EssenceFM

Le principali rivoluzioni di EssenceFM sono tuttavia due: la prima è che, mentre nel modello storico di FM reso popolare dal DX7 tutte le forme d’onda desiderate venivano ottenute tramite modulazioni reciproche di waveform esclusivamente sinusoidali, qui vi sono a disposizione 12 waveform base di cui 11 editabili dall’utente in maniera grafica grazie al display touch. Oltre che venir disegnate sul display col dito, le waveform possono anche essere importate dall’esterno, e questo aggiunge ulteriore versatilità alla palette timbrica ottenibile dalla macchina.

Kodamo EssenceFM

La seconda rivoluzione di EssenceFM è che, mentre nel DX7 i cambi dinamici di timbro venivano dalla modulazione dinamica dei rapporti di ampiezza tra operatori, qui vi è a disposizione un vero e proprio filtro passa-basso risonante che rende assai più agevole la scolpitura del timbro desiderato: in pratica si dà luogo a una sintesi ibrida “FM + sottrattiva” come già fatto per esempio negli storici Native Instruments FM7 ed FM8, nonché nella recente Elektron Digitone.

Un’altra grossa mano alla flessibilità timbrica di EssenceFM viene dalla ricchissima polifonia: il modulo francese è infatti capace di ben 300 note contemporanee. Questo parametro ovviamente non va visto con lo scopo di suonare tantissime note con lo stesso timbro allo stesso tempo, ma va viceversa inquadrato nelle capacità politimbriche che la macchina consente di mettere in atto grazie alla possibilità di creare 16 parti indipendenti: vi è qui un concetto che apparve già nello storico Yamaha TX802 (multitimbrico a otto parti) e che permetteva a questo expander il raggiungimento di timbriche corpose, detunate e stratificate per superare i limiti sonori tipici della singola catena in FM. Le molto aumentate capacità di EssenceFM rispetto ai primi synth Yamaha in FM sono garanzia di poter sovrapporre tante Patch su una singola nota fino a creare delle Performance davvero complesse e potenti. L’editing di split e layer avviene tramite interfaccia grafica rappresentata sul grande display, che si conferma vera e propria chiave di volta dello strumento.

Vi sono numerose altre caratteristiche che possono rendere EssenceFM il sintetizzatore FM davvero definitivo:

  • gli inviluppi sono in tutto 14 per voce (6 x il volume, 6 x il pitch, 1 x il filtro e 1 x il panpot), hanno andamento logaritmico e ciascuno è a sei punti;
  • ogni voce ha un proprio LFO;
  • il key volume scaling è gestito graficamente dal display;
  • vi è una matrice di modulazione a otto percorsi che impiega sette sorgenti (Note number, Velocity, Release Velocity, Aftertouch, Poly Aftertouch, MIDI CC, Voice LFO) e otto destinazioni (Voice/Operator Volume, Tuning, Transposition, LFO parameters, Filter Cutoff/Resonance, Operator Frequency Coarse/Fine, Operator Waveform, Operator Envelope Segment Rate) scalabile in funzione della nota di tastiera;
  • due processori di effetti in uscita alla catena di sintesi, con possibilità di lavorare in parallelo o in serie, forniscono effetti di Reverb (sette tipi), Delay, Chorus, Distorsion (quattro tipi), Rotary, Bitcrush;
  • si può fare undo/redo dei processi di editing fino a 1.000 passi.

Da un punto di vista fisico la macchina si presenta come un expander alto tre unità (3U) che può essere montato in un armadio rack standard oppure usato in configurazione table-top grazie agli adattatori forniti in dotazione.

Internamente EssenceFM usa dei DSP a 32 bit floating point e dei convertitori digitale/analogico operanti a 24 bit/48 kHz per un risultato in termini di rapporto segnale/rumore di oltre 100 dB a garanzia di una dinamica di esecuzione molto elevata. La potenza dell’hardware impiegato consente alla macchina di comportarsi da synth fisico e non da “computer travestito”: il tempo di boot a partire dall’accensione è infatti inferiore ai 3 secondi e la latenza audio è inferiore ai 2 msec. Il firmware è ovviamente upgradabile. La memoria interna è molto ampia potendo contare su 3328 Patch e 256 performance.

Le connessioni offrono un’uscita audio stereo su due jack TRS bilanciati, una presa cuffia, collegamenti DIN In/Out/Thru, USB, porta Ethernet. Una memoria esterna può essere connessa tramite una porta USB-A.

Un prototipo di EssenceFM è stato mostrato al SynthFest che si è tenuto in Francia tra il 7 e il 9 giugno di quest’anno, mentre la disponibilità del prodotto finito è attesa per dicembre 2019. Al momento non è ancora fissato il prezzo, che tuttavia si situerà tra gli 800 e i 1.200 Euro. Su quest’ultimo aspetto vorremmo spendere qualche parola: in un’epoca in cui tutto deve costare sempre di meno vi sarà sicuramente chi affermerà “è troppo” e farà raffronti col costo di un DX7 usato o un PreenFM2 nuovo. Noi crediamo che questo non sia un paragone corretto in quanto EssenceFM è uno strumento assai più potente, editabile e intuitivo, almeno per quanto è possibile desumere dalle specifiche preliminari. La macchina francese è quindi destinata a offrire prestazioni inedite, uniche nel mercato ed estremamente creative: in tal senso, e soprattutto per il solo fatto di rendere la sintesi FM più accessibile e velocemente editabile, il prezzo ipotizzato ci sembra pienamente giustificato e anzi conveniente.

Per maggiori informazioni: Kodamo

Kodamo EssenceFM

Giulio Curiel

Giornalista della storica rivista Strumenti Musicali dal 1993 al 2016, ho scritto oltre 1200 articoli su synth, studio technology e computer music. Se non so di cosa parlo, sto zitto.

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