Arturia Keystep Pro, tutto quello che c’è da sapere
Il costruttore francese presenta la versione on-steroids del noto controller/sequencer Keystep. Per farlo prende a piene mani le funzioni di altre sue macchine e le mixa con la sua solita, lungimirante inventiva: cronaca di un successo annunciato.
Keystep Pro = Keystep + Beatstep Pro. Ecco abbiamo finito, bonanotte, tutti a casa.
No, aspé: è vero che il nuovo keyboard-controller/sequencer di casa Arturia nasce approssimativamente dalla fusione dei due concept di successo appena citati, ma come al solito dalle parti di Grenoble hanno quello strepitoso mix di fiuto e fantasia che permette loro di creare macchine che spostano sempre più in alto l’asticella delle prestazioni e sembrano cogliere con precisione proprio ciò che l’utenza covava nei suoi desideri più inconfessabili. È per questo che vale la pena di dare un’occhiata ben approfondita a Keystep Pro, in modo da capire cosa fa davvero questa nuova macchina, in cosa si differenzia dalle precedenti e quali punti di unicità è capace di mettere in campo per staccarsi dalla concorrenza.
Tante buone idee
Con la prima Keystep e con Beatstep Pro Arturia ha dimostrato di aver capito prima di tanti altri costruttori due punti fondamentali dell’evoluzione che stava/sta subendo il mercato:
- il desiderio di poter performare dal vivo in modalità DAWless e avere quindi controller e sequencer hardware da manovrare in tempo reale per la massima espressività e immediatezza;
- il rinato interesse per le connessioni CV/Gate/Sync tipiche del mondo analogico, ma senza per questo snobbare i collegamenti MIDI e gli strumenti software e anzi creando un tool che si interfaccia con tutto e che aiuta a connettere tra loro macchine di mondi diversissimi.
Bene, questi concetti-chiave tornano alla grande in Keystep Pro: di base la macchina è una master keyboard a 37 tasti slim che il costruttore definisce avere lo stesso, apprezzato feel della precedente Keystep, alla quale viene abbinato un sequencer polifonico a quattro tracce. Le connessioni con gli strumenti pilotabili sono ancora capaci di gestire MIDI su DIN pentapolare e segnali analogici in vari formati elettrici sul mini-jack da 3,5 mm tipico del mondo Euro, mentre il collegamento al computer avviene tramite tradizionale USB. È chiaro dunque che si tratta di una macchina adatta a molteplici utilizzi e a diverse tipologie di utenti.
La tastiera da tre ottave ha tasti sensibili alla velocity e all’aftertouch di canale, presenza quest’ultima graditissima e niente affatto scontata di questi tempi. L’estensione può essere trasposta di più o meno due ottave grazie a due tastini sul lato sinistro del keybed, mentre i comandi di pitch e modulation sono qui implementati tramite touch strip come già su precedenti strumenti Arturia. Un’ulteriore striscia, posta orizzontalmente sotto le precedenti, offre l’apprezzato comando di Looper/Roller per gestire dei fill al volo.
La tastiera dispone anche di LED sopra a ogni tasto e della funzione Scale Quantization: tramite l’accensione dei LED si possono monitorare i tasti effettivamente premuti o le note già programmate nel sequencer. Sono disponibili otto scale preimpostate, più due definibili dall’utente. È inoltre possibile attivare una funzione Chord Mode che consente di memorizzare un accordo eseguito sulla tastiera e poi suonarlo con un solo tasto. Un ingresso per pedale di Sustain offre la possibilità di collegare via jack un controllo di questo tipo e mapparne l’azione in uscita.
Quattro tracce per un sequencer
Keystep Pro è gestita da un sequencer su quattro tracce polifoniche indipendenti, che possono pilotare altrettanti canali MIDI e/o uscite CV/Gate. La traccia 1 può essere dedicata in alternativa alla modalità Drum con 16 strumenti indipendenti, di cui i primi otto assegnabili ad altrettante uscite Gate su mini-jack per il pilotaggio di moduli o drum machine analogiche. Se si usa la modalità Drum ciascuno strumento (kick-drum, snare, hi-hat, ecc…) può essere messo in editing individuale e venir acceso/spento su ciascuno step tramite i 16 tastini in stile TR-Rec. Va inoltre segnalato che la traccia 1 ammette comportamenti poliritmici in quanto permette di dare una lunghezza differente a ciascuno strumento Drum, analogamente a quanto già visto e apprezzato su Drumbrute.
Si accede a ciascuna traccia del sequencer premendo il grande tasto Track corrispondente, e in questa maniera si assegna la tastiera al controllo di quella parte e a generare i messaggi MIDI e/o CV in uscita sulla porta precedentemente assegnata alla parte stessa. Diventa così facilissimo suonare più synth dal vivo, indirizzando il controllo di tastiera verso l’uno o l’altro al solo tocco di un pulsante.
Sempre in nome dell’immediatezza d’uso, un tasto Mute per traccia consente di silenziare la parte/le parti in quel momento non richieste, facilitando la gestione di fill, intro e drop vari dal vivo. Un altro tasto dedicato accede alle funzioni dell’arpeggiatore sulle tracce 2, 3 e 4. Esistono ben sette modalità di arpeggio e cinque range di ottava preselezionabili per esso. Le note possono essere arpeggiate con divisioni di ¼, 1/8, 1/16, 1/32 ed è possibile anche attivare divisioni terzinate.
Venendo alle funzioni di sequencer vere e proprie, Keystep Pro lavora su pattern che possono essere lunghi fino a 64 step ciascuno. Poiché i tasti di step editing sono però solo 16, pattern più lunghi vengono acceduti su quattro pagine raggiungibili con comandi dedicati. È possibile memorizzare fino a 16 pattern per ciascuna traccia, e i pattern possono anche essere concatenati in sequenza tramite la funzione Chain (già vista su Beatstep Pro).
Ogni step del pattern è polifonico e può contenere fino a 16 note. La registrazione dei pattern può avvenire in tempo reale suonando sulla tastiera, oppure a step lavorando sui già descritti 16 tastini in stile TR-Rec. Nel caso si opti per il tempo reale, l’esecuzione può essere non quantizzata, quantizzata al 50% (per mantenere comunque un feel live), o al 100%. Anche le note possono essere corrette e forzate alla scala di riferimento, con la citata funzione Scale Quantize. È disponibile una modalità Overdub per aggiungere note man mano che il pattern cicla, ma in alternativa è possibile abilitare la tradizionale modalità in cui una “passata” sovrascrive quella precedente. L’esecuzione in tempo reale è coadiuvata da un metronomo locale, che può essere attivato sia su un mini-speaker posto frontalmente sia su un’uscita linea/cuffia a volume regolabile.

Nel caso si opti per lo step recording/editing si hanno a disposizione i cinque encoder rotativi di pannello che sono circondati da corone di LED per verificarne la posizione. Per ciascuna nota del pattern essi consentono di modificare il pitch (altezza, in termini musicali tradizionali), la durata del gate, la velocity, il Time Shift (spostamento rispetto alla griglia di quantizzazione) e la percentuale di probabilità di esecuzione casuale. A questo proposito va infatti evidenziato come Keystep Pro possieda diversi parametri che consentono di randomizzare l’ordine delle note, l’altezza e l’ottava, dando così origine a pattern stocastici e non deterministici che aumentano la vitalità dell’esecuzione, in onore a concetti già visti nel mondo modulare. Tornando alla fase di editing, anche la tastiera può essere impiegata in tale frangente per modificare l’altezza delle note registrate: basta premere il tasto dello step desiderato e contemporaneamente la nota/le note da assegnare a esso.
Tutta la configurazione del sequencer può essere fissata dentro a delle Scene, che al tocco di un pulsante consentono quindi di richiamare un intero stato esecutivo comprensivo delle regolazioni delle varie tracce. Tutto quanto fin qui descritto sta all’interno di un Project, ma la memoria di Keystep Pro consente di memorizzare 16 di essi in modo da poter eseguire un intero live-set. Arturia non ha ancora diramato particolari riguardo al supporto di Keystep Pro attraverso la sua app MIDI Control Center, ma visti i precedenti è da supporre che anche in questo caso tale supporto ci sarà e quindi sarà possibile con esso sia impostare i setting della macchina che memorizzare su PC i Project.
Connessioni e aspetti fisici
La connettività è da sempre il punto forte di questa linea di strumenti Arturia, e la troviamo più potenziata che mai in Keystep Pro. Di base, ciascuna delle tracce può essere indirizzata a tre diverse tipologie di output:
- MIDI su porta DIN: Keystep Pro dispone di due uscite MIDI indipendenti, ciascuna con 16 canali assegnabili;
- MIDI su porta USB: per il dialogo col PC ed eventuali soft-synth residenti su di esso, Keystep Pro imbusta il MIDI su una normale connessione USB 2.0;
- CV/Gate su porte analogiche mini-jack: qui la questione si fa più complessa in quanto Keystep Pro dispone di quattro triplette di jack, ciascuna dedicata a far uscire una CV di nota, una CV di velocity/modulazione da indirizzare sul synth connesso a qualsivoglia parametro, e un segnale di Gate. Di base queste quattro uscite verranno assegnate ciascuna a una diversa traccia del sequencer se si vuol controllare quattro synth monofonici, ma esse possono anche essere combinate in maniera polifonica assegnandole tutte a una sola traccia polifonica.
Sul fronte del clock Keystep Pro offre la consueta versatilità cui ci ha abituato Arturia, con la possibilità di fare da master o da slave adattandosi a diversi tipi di segnale di tempificazione. Un messaggio di MIDI Clock può infatti entrare e uscire via USB o via MIDI, mentre nel caso ci si voglia interfacciare con drum machine e sequencer analogici sono disponibili i mini-jack per Clock In, Clock Out e Reset Out. Il software di controllo consentirà poi di impostare diverse risoluzioni di risposta al clock in modo da garantire la messa a tempo con tutti i diversi formati di questo segnale che sono circolati nei decenni scorsi tra i vari produttori.
Ultima nota sulle capacità MIDI: è possibile abilitare una modalità Controller per far sì che i cinque encoder di pannello trasmettano MIDI CC, con scelta del parametro liberamente assegnabile per ciascuno.
Da un punto di vista fisico, Keystep Pro misura 589 x 208 x 38 mm e pesa 2,7 kg: quest’ultimo deve essere considerato un peso “giusto” perché se è vero che rende questa meccanica pesante quasi il doppio della Keystep originale, è anche indiscutibile che si tratta di una macchina più grande, destinata ad avere molti cavi collegati e ad essere suonata in fase di performance. Queste evenienze rendono utile un peso maggiore per dare stabilità al prodotto, e quindi il costruttore rivendica con convinzione l’uso di un fondo metallico a tale fine. Le manopole sono gommate e Arturia evidenzia che non “ballano”, sempre per offrire una immediata e gratificante playability. I display infine beneficiano della recente tecnologia OLED, molto leggibili e incisi in ogni condizione di luce.
Mercato
Keystep Pro sarà disponibile dal 20 marzo 2020. Il prezzo annunciato è di 399 €: è vero che si tratta di un importo più alto agli street-price di circa 120 € per Keystep e 230 € per Beatstep Pro, ma vi è da tenere ben in considerazione le molto aumentate funzioni e il valore della connettività offerta, che sarà apprezzata e adeguatamente valorizzata soprattutto da chi ha diversi strumenti con interfaccia CV/Gate. A nostro parere si tratta dunque di un prezzo bilanciato, e tale da rendere Keystep Pro un altro successo annunciato per Arturia.
Per informazioni: Midiware
Video ufficiale di presentazione
Disclaimer
Questo articolo di presentazione è stato redatto sulla base delle informazioni presenti sul sito ufficiale Arturia alla data del 15 gennaio 2020. Non sostituisce una recensione e le informazioni riportate devono intendersi preliminari.