Elektron Model:Cycles, groovebox-bombetta a prezzo da urlo
La groovebox FM economica di Elektron come nessuno ve l’ha mai recensita e spiegata. Le differenze con Digitone. La qualità sonora. Una recensione tutta da leggere per una macchina che mi ha generato sincero entusiasmo…
Model:Cycles è la groovebox in FM che fa parte della linea economica di Elektron, introdotta nel 2019 con la batteria elettronica a campionamento Model:Samples. La casa svedese in questi ultimi anni è stata davvero brava nel costruirsi un’immagine e una fan-base che sembrano di acciaio inox: il merito naturalmente è prima di tutto di prodotti unici che hanno ridefinito lo standard sonoro e operativo del comparto-groovebox, ma poi anche di scelte stilistiche molto azzeccate, contemporanee e della grande forza mediatica e musicale del loro ambassador Cenk Sayinli (aka Mr. Dataline).
I prodotti Elektron hanno una logica unica che ha creato uno stile ben preciso di programmazione: l’ormai famoso Parameter Lock è quella caratteristica che consente di automatizzare facilmente i parametri sonori per ogni diverso step di una sequenza, e più in generale “il sequencer Elektron” è un qualcosa che evoca sempre ammirazione e rispetto. Queste macchine svedesi sono fatte molto bene, sono un investimento duraturo però non costano pochissimo: negli ultimi anni la casa ha quindi avvertito il bisogno di popolarizzare il proprio range-prodotti, prima con la serie Digi- del 2017/18 e poi con la serie Model del 2019/20. In molti si sono chiesti cosa e quanto sia rimasto del DNA Elektron nelle macchine più economiche, ed è esattamente quello che andremo a scoprire in questa recensione della Model:Cycles.
Cos’è Model:Cycles
Avete presente Digitone? Bene, fatevi un favore: dimenticatela. Per capire Model:Cycles è molto meglio partire da un foglio di carta bianco e non forzare similitudini con altri prodotti preesistenti perché Elektron ha voluto fare una cosa abbastanza diversa da essi. Model:Cycles è un concept tutto nuovo di una groovebox realizzata interamente in una FM “semplificata” e gestita da un sequencer a sei tracce monofoniche (da T1 a T6). Nel manuale la casa evidenzia il proprio legame profondo con la sintesi a modulazione di frequenza e afferma di aver ripreso il motore sonoro di Digitone riarrangiandolo in sei Machine presettate. Queste sei “macchine” si chiamano Kick, Snare, Metal, Perc, Tone e Chord, e non sono altro che degli algoritmi FM precotti per generare già un ben determinato tipo di suono.
Con Model:Cycles non si fa dunque sintesi FM pura, come accadeva per esempio nei primi Yamaha serie DX ove qualsiasi suono scaturiva unicamente dal rapporto di frequenze tra il portante e i modulanti, e dai rispettivi rapporti di ampiezza. Al contrario qui si parte da una base algoritmica ben precisa e poi la si modifica con dei comandi macro che intervengono su una molteplicità di parametri invisibili all’operatore. Delle 17 manopole presenti sul frontale, otto sono dedicate a questi controlli-macro denominati Pitch, Decay, Color, Shape, Sweep, Contour, LFO Speed, Volume+Dist e hanno comportamenti diversi a seconda della Machine selezionata.
Sei sono le tracce e sei le Machine, ma se adesso pensaste che ogni traccia del sequencer sia vincolata rigidamente a un predeterminato tipo di Machine fareste un torto alla fantasia dei progettisti Elektron: è ben vero che per i progetti più tradizionali assegnerete Kick a T1, Snare a T2 e così via, ma in realtà è possibile assegnare liberamente le diverse machine a qualsiasi traccia per cui potreste trovarvi per esempio con tre diverse Kick assegnate a T1, T2 e T3, Metal a T4 e due diversi Tone a T5 e T6. La flessibilità di gestione delle tracce in questo senso è massima.
La memoria di Model:Cycles è organizzata secondo questa gerarchia:
Il +Drive è la memoria complessiva della macchina, che contiene tutti i 96 progetti memorizzabili e i loro componenti. Per progetto si intende un insieme di 96 pattern, organizzati in sei banchi A/B/…/F e numerati da A01 a F16. Ogni pattern contiene le sei tracce T1/T2/…/T6 e 70 preset timbrici. Ogni traccia pilota sia il generatore sonoro interno che le porte MIDI: su queste ultime viene trasmesso il numero di nota e la velocity, e ogni traccia può essere assegnata a un canale MIDI diverso. È dunque possibile utilizzare Model:Cycles anche come sequencer per gear esterno, con l’avvertenza che ogni traccia è e resta monofonica anche in trasmissione MIDI.
Un’occhiata all’hardware
Model:Cycles abita dentro un case di plastica rigida di un colore grigio che ricorda quello delle periferiche per PC degli anni ‘80/90. Ragioni di contenimento dei costi hanno ovviamente impedito qui l’adozione dei cabinet metallici e pregevoli pulsanti presenti nei modelli superiori, ma questo non vuol dire che la Cycles sia fatta male, anzi! I pulsanti sono di gomma retroilluminata con LED, gli encoder sono tutti a corsa infinita con un ottimo grado di resistenza e non ci sono mortificazioni dimensionali perché l’apparecchio è grande “il giusto”: le dimensioni sono infatti di 270 × 180 × 39 mm e in esse Elektron è riuscita anzi a sistemare i 16 tastini in fila che corrispondono ai sedicesimi di una battuta di 4/4, con un layout che fa invidia alle sorelle Digi che devono accontentarsi di una meno intuitiva disposizione 8 x 2.
La categoria di prezzo viene sicuramente evidenziata dal display, piccolo e monocromatico: è un’unità LCD retroilluminata da 128 x 64 pixel, all’interno della quale i progettisti rappresentano comunque grafici e animazioni che danno vita alla macchina.
Le connessioni sono tutte posteriori e comprendono la presa per l’alimentatore esterno (fornito), le due uscite audio Left e Right su jack 6,35, la presa per cuffia (ancora jack da ¼ di pollice), le prese MIDI su mini-jack convertito poi in DIN da due adapter esterni e la porta micro-USB. Alcune osservazioni: 1) anzitutto Elektron non rinuncia alle connessioni audio bilanciate, e questo è un grosso plus per la macchina; 2) la stilosità della casa si evidenzia anche dagli adattatori MIDI, il cui cavo è ricoperto da una calza in seta e non una più banale gomma; 3) la porta USB può trasportare sia MIDI che audio, ma in questo momento l’hardware non ha driver ASIO e quindi può operare solo in modalità class-compliant. Un vero peccato, perché le funzionalità di trasporto audio sono complete. È infatti possibile attivare separatamente le sei tracce separate su USB per decidere quali registrare e processare individualmente in una DAW.
Complessivamente la costruzione appare curata e non soffre di cali qualitativi che nella fascia di prezzo budget sono sempre in agguato.
Il generatore sonoro
Come detto sopra, la generazione di Model:Cycles si articola su sei diverse Machine che altro non sono se non dei preset di algoritmi FM dedicati alla produzione di ben specifiche famiglie di suoni.
Quattro delle manopole di editing timbrico, e più precisamente quelle denominate Color, Shape, Sweep e Contour, assumono diverse funzioni a seconda della Machine selezionata. Di seguito andremo allora ad analizzare le personalità delle sei “macchine” e vedremo cosa fanno le manopole di editing in ciascuna di esse:
- Kick è la Machine di Model:Cycles deputata ai suoni di cassa. Color porta in evidenza la componente timbrica di un’onda quadra modulante rendendo il suono via via più brillante. Shape introduce un’onda triangolare modulante e aumenta il feedback, in modo che il suono divenga via via più chiaro e dotato di una componente di white noise. Sweep aumenta gradualmente profondità e lunghezza della modulazione discendente del pitch. Contour regola la profondità dell’inviluppo del modulante, in modo da rendere la percussione sempre più definita e netta.
- Snare è l’algoritmo dedicato ovviamente ai suoni di rullante. Qui Color determina la componente inarmonica del suono e Shape l’ammontare della modulazione in FM e la quantità di feedback che si porta dietro l’immissione graduale di rumore. Sweep e Contour hanno le stesse funzioni che hanno in Kick.
- Metal è la macchina di Model:Cycles dedicata alla produzione di suoni di hi-hat, piatti ma anche altri “clangori” meno educati e ordinari. Stante la laconicità del manuale è difficile capire come sia organizzato l’algoritmo usato ma probabilmente vi sono due modulanti che influenzano un portante, e i comandi di Color e Sweep agiscono sullo scostamento di frequenza del modulante A e del modulante B sul portante. Agendo su di essi aumenta il pitch e anche la complessità del suono metallico prodotto. Shape influenza la profondità di modulazione dei modulator sul carrier e il feedback, e anche in questo caso se viene spinto in alto introduce rumore. Contour infine regola la profondità dell’inviluppo del modulator.
- Perc è una Machine che si occupa dei suoni di tamburi che vanno da un tom a una conga a un bongo, per poi spingersi verso territori ulteriormente inarmonici e con una componente metallica se ci si spinge verso le estremità dei valori di editing. Color determina la quantità di componente inarmonica, mentre Shape la profondità del modulator sul carrier. Sweep regola l’escursione del pitch e Contour la profondità dell’inviluppo di modulazione.
- Tone è la macchina di Cycles che si occupa di generare suoni intonati ed è quella che userete tipicamente per una bass-line o una sequenza di synth solista. Scaturisce da una normale FM a due operatori ove Color determina il rapporto modulante/portante, Shape la profondità di modulante su portante, Sweep il feedback e Contour la profondità dell’inviluppo di modulazione.
- Chord è la Machine forse più difficile da capire perché sopra si è detto che Model:Cycles ha sei tracce monofoniche e qui non posso fare altro che confermarlo, però… Però in questo caso la Machine produce accordi grazie al fatto che usa un algoritmo con quattro operatori FM che possono essere intonati ciascuno su note diverse. Ma attenzione, non è che questi accordi li scegliete voi in tempo reale premendo più note sulla tastiera. No, essi sono predeterminati dall’algoritmo che, per posizioni diverse delle manopole Color e Shape, stabilisce intervalli diversi tra i quattro operatori. È così possibile produrre accordi maggiori, minori, di settima, ecc… La tabella sottostante evidenzia tutti i tipi di accordi preimpostati nella macchina:
Se adesso andate a incrociare questa caratteristica con il Parameter Lock, capirete subito che è possibile impostare un tipo di accordo diverso per ogni step automatizzando il parametro Shape, anche se va detto che l’operazione di comporre in questo modo una progressione armonica predeterminata è un po’ tediosa. In Chord, il parametro Sweep si sposta lungo una wavetable per scegliere tra diverse timbriche del generatore, mentre Contour regola la profondità di modulazione del cutoff. Usando il Parameter Lock sullo Sweep si possono ottenere alcuni suoni cangianti tipici della sintesi wavetable, specialmente se si pone la Machine in Unison: a dispetto del suo nome, Chord può infatti anche produrre suoni singoli e non accordi utilizzando i quattro operatori in Unison, ovvero solo leggermente scordati tra loro e non distanti precisi intervalli musicali.
Oltre alle manopole a funzione variabile Machine per Machine, altri encoder rotativi hanno invece funzioni comuni qualunque sia il generatore selezionato: Pitch altera l’intonazione su un range di +/-24 semitoni; Decay agisce sull’inviluppo accorciando o allungando il decadimento su un range di 128 valori; Delay Send e Reverb Send dosano la mandata ai due processori rispettivamente di ritardo e riverbero; LFO Speed agisce sulla velocità dell’oscillatore a bassa frequenza e, se impostato su valori numerici di 8, 16 o 32, si aggancia alle più comuni divisioni di tempo metronomico in quel momento attivo; Volume + Dist dosa il livello della Machine e per valori oltre i 60 introduce gradualmente una distorsione sul suono in transito.
Ulteriori parametri sono inseribili/escludibili a pulsante: Punch introduce una pseudo-compressione fissa sul suono: essendo automatizzabile col Parameter Lock, può venire inserito solo in alcuni step della sequenza e quindi agire da Accent. Il parametro Gate introduce invece una fase di sustain piatto all’inviluppo e quindi si presta a suoni sostenuti:
Vi è poi un altro pulsante che offre accesso a un menu interamente dedicato all’LFO. Tale stadio di modulazione è quindi più versatile di quel che il solo comando rotativo di velocità poteva lasciar immaginare: si può operare su scelta della waveform (Triangle, Sine, Square, Sawtooth, Envelope, Ramp, Random), profondità di modulazione, valore di Multiply del clock al quale oscillerà l’LFO, destinazione di modulazione. A proposito di quest’ultimo parametro va notato che l’LFO si può ruotare al Pitch, al Fine Tuning, al Decay, ai parametri timbrici Color, Shape, Sweep e Contour, alla mandata al delay e a quella del riverbero, alla profondità della distorsione, alla modulazione del pan, all’attivazione di Punch e Gate. In questa maniera LFO si dimostra uno stadio-chiave nell’economia di Model:Cycles perché incide molto sulla varietà di timbri ottenibili. L’LFO può anche essere messo in free-running o forzato a resettarsi a ogni trigger, fatto entrare e uscire con gradualità (Fade In/Out) e regolato nella fase in modo da far iniziare la waveform sempre da una sua ben determinata posizione.
Finora non abbiamo parlato di Velocity ma la Model:Cycles è ben reattiva a tale parametro: la forza con cui si picchietta sui tasti trigger di bordo e il parametro di velocità contenuti nei messaggi di MIDI Note On ricevuti da esterno possono infatti essere ruotati a una pletora di destinazioni. Nel Pad/Vel Menu si decide se i pad interni reagiranno alla velocity o meno, si dosa quest’ultima al volume nell’entità desiderata e la si ruota inoltre a una destinazione a scelta tra Pitch, Fine Tune, Decay, Color, Shape, Sweep, Contour, Delay Send, Reverb Send, Volume + Distortion, Pan, Punch, Gate, LFO Speed, LFO Mult, LFO Fade, LFO Wave, LFO Start Phase, LFO Trig Mode, LFO Depth. La possibilità di controllare con la dinamica di tasto sia il volume che un parametro timbrico rende molto reattivi i suoni della macchina, molto proni a essere modulati in maniera viva e naturale.
Questi parametri che abbiamo visto finora sono tutti regolabili individualmente per traccia in modo da modificare solo la machine assegnata alla traccia stessa, ma in coda alla catena di sintesi vi sono poi gli effetti di Delay e Reverb che invece sono ovviamente comuni a tutta la groovebox. Per entrambi si possono regolare due parametri (Size e Tone per il riverbero, Time e Feedback per il delay), ma senza poter scegliere tra più algoritmi di effetto quali potrebbero essere Plate o Room per il Rev e Digital, Analog o Tape per il ritardo.
Il sequencer
Se il generatore di Cycles ha riservato molte piacevoli sorprese perché è più articolato e versatile di quanto la struttura semi-presettata potesse far pensare, il sequencer Elektron è invece sempre una certezza. E questo vale – diciamolo subito e senza esitazioni – anche nella macchina in esame. I pattern sono dei contenitori per tanti diversi tipi di dati, e questo consente di salvare al loro interno una fotografia molto precisa di tutto l’aspetto timbrico e ritmico della programmazione. In particolare, un pattern contiene i preset timbrici delle sei tracce, le impostazioni degli effetti, i dati di swing e quantizzazione del sequencer, i trigger per gli eventi-nota e i Parameter Lock, i Conditional Lock, la lunghezza e segnatura delle tracce, la velocità in BPM del metronomo, lo stato acceso/spento di ciascuna traccia, la trasposizione della tastiera. Questo vuol dire in pratica che Model:Cycles si riconfigura pressoché completamente a ogni cambio-pattern, potendo dar luogo a sessioni live di una grande varietà.
I pattern possono essere registrati accendendo/spegnendo ciascuno step tramite i 16 tastini retroilluminati alla base del pannello, oppure in tempo reale percuotendo il tasto della traccia che si vuole registrare. In questa seconda ipotesi vi è anche la possibilità di suonare cromaticamente la parte usando i 16 tastini come se fossero una tastiera oppure tramite una keyboard esterna connessa via MIDI. Un parametro di trasposizione consente di spostare l’intonazione di ciascuna traccia su un intervallo di +/- 60 semitoni.
Nel caso si registri in tempo reale si può scegliere se quantizzare in registrazione, quantizzare successivamente, agire su una traccia soltanto o su tutte insieme. Un parametro numerico dosa l’intensità della quantizzazione, forzando le note suonate ad aderire via via sempre più rigidamente alla griglia di quantize. È anche possibile regolare il micro-timing a livello di singolo evento, spostando ciascun trigger tramite il menu Trig Nudge. Questo dà luogo a scritture molto complesse e vive, ma ovviamente richiede le idee chiare su cosa si vuole ottenere e una certa dose di pazienza per impostare i diversi timing. Attraverso il Retrig Menu è invece possibile impostare una ripetizione del trigger finché dura la pressione delle dita sul pad della traccia o la pressione sulla tastiera MIDI esterna. La ripetizione può venire impostata su diverse figure musicali, da 1/1 a 1/80 (no, non è un errore, potete retriggerare anche con maggior velocità dei sessantaquattresimi….). La funzione Trig Repeat è analoga nell’effetto al Retrig, ma mentre quest’ultimo si verifica ogniqualvolta generate un evento, Trig Repeat viene programmato dall’utente solo su step specifici.
Nello Scale Menu si regolano i parametri di lunghezza, velocità e metrica del pattern, con possibilità di scegliere se differenziarli traccia per traccia dando così origine a poliritmie. La lunghezza può andare da 1 a 64 step, mentre velocità e metrica si determinano impostando il parametro Scale sui valori di 1/8X, 1/4X, 1/2X, 3/4X, 1X, 3/2X, 2X rispetto al tempo metronomico. Il parametro Change è un’altra chicca Elektron e determina per quanti step il pattern deve suonare prima di andare in loop o prima di passare al pattern messo in coda dopo di esso. La manopola Swing sul frontale regola il valore di tale parametro tra 50 e 80% separatamente per ogni traccia.
La nota funzione Parameter Lock può essere attivata su qualsiasi parametro controllato dalle manopole di editing timbrico nonché sui parametri Note, Velocity e Lenght. I lock possono essere posizionati nella traccia in modalità step (ruotando il comando desiderato mentre si preme lo step su cui si vuole intervenire), o in tempo reale (muovendo i controlli fisici mentre si registra).
La funzione Preset Lock consente di scegliere tra 64 preset timbrici e posizionare il richiamo di un nuovo preset sullo step desiderato. Questo consente di creare pattern con più dei sei suoni che le sei parti teoricamente consentirebbero: per portare un esempio, sulla traccia T3 assegno gli hi-hat e metto i Preset Lock in modo che il preset di hi-hat chiuso sia presente su tutti gli step tranne che in 3/7/11/15, mentre su questi ultimi metto un preset di open hi-hat e così ottengo la classica figura di hi-hat in levare. Un altro esempio (altrettanto banale, per la verità…) può essere quello di mettere una cassa pestona in battere sugli step 1/5/9/13, e poi qualche altro colpo di cassa più leggera su altri step in mezzo per dare movimento.
Un’ulteriore evoluzione di questa tecnica è data dalla possibilità di fare addirittura dei Machine Lock: come ormai avrete capito da soli, qui si cambia addirittura la scelta della Machine timbrica per ciascuno step, con conseguente possibilità di assegnare la stessa traccia a strumenti completamente diversi e creare così arrangiamenti più complessi rispetto alle sei parti teoricamente possibili da una configurazione a sei tracce.
I Conditional Lock sono un’altra potentissima feature tipica di Elektron: consentono di impostare una condizione in logica booleana per determinare se quello step suonerà o meno in base a una serie di regole tra le quali l’utente sceglie. Il meccanismo è impiegato anche per creare dei fill che l’utente può richiamare live: in questo caso gli step impostati come fill con il Conditional Lock suoneranno solo quando si preme il relativo tasto Page/Fill. Va segnalata anche la presenza di una manopola Chance che regola la probabilità che una traccia vada in play con tutti i suoi step (con Chance < 100% non tutti gli step suoneranno sempre): si tratta di una funzione probabilistica che si può impostare al volo e più velocemente dei Conditional Lock, ma quasi altrettanto potente.
Un completo meccanismo di copy&paste permette di copiare step, tracce o pattern completi verso altre destinazioni. Geniale la funzione Temporary Save ove il pattern in editing viene salvato solo temporaneamente per poter fare ulteriori editing in tranquillità: se poi si fa una modifica ed essa piace la si tiene, e se invece l’ultimo edit fa schifo si torna al pattern salvato temporaneamente.
Il sequencer di Model:Cycles non dispone di un Song Mode, da tempo deprecato sulle groovebox moderne, ma consente di creare una Chain (catena) di 64 pattern a piacere. Si tratta di una funzione utile dal vivo ma che non viene salvata a macchina spenta.
MIDI
L’implementazione MIDI di Model:Cycles è potente, per cui vale la pena di studiarla con attenzione. La groovebox Elektron può essere asservita a una sorgente di MIDI Clock esterna e per quanto riguarda i dati di nota le sei tracce possono essere settate su canali MIDI differenti in modo da controllare anche strumenti esterni diversi. La mancanza di un Song Mode interno può essere superata via MIDI da chi abbinerà Cycles a una DAW esterna: vi è infatti la possibilità di richiamare i pattern attraverso dei comandi di MIDI Program Change (PC), arrivando ad automatizzare un’esecuzione in modo anche permanente se si salva il progetto DAW che contiene i PC.
Cycles può trasmettere/ricevere MIDI solo sui connettori DIN pentapolari, solo su USB o su entrambi i tipi di porta, e si può anche scegliere se disabilitare selettivamente la ricezione di Note e di MIDI CC. Con questi ultimi vi è la possibilità di automatizzare/controllare da esterno un sacco di parametri timbrici interni perché in pratica ogni encoder di pannello è mappato a un CC.
Il MIDI infine viene usato anche per il back-up/restore della memoria interna tramite dump di SysEx.

Model:Cycles vs. Digitone – le differenzeSe avete letto fin qui questa lunga disamina, le radicali differenze tra Model:Cycles e Digitone dovrebbero esservi ormai chiare, ma gioverà in questa sede riassumerle: Digitone è un completo synth in FM polifonico a otto note, che si possono assegnare a piacere dell’utente alle quattro parti interne di cui dispone il suo sequencer. L’editing dei suoni è completo. Digitone è mirata soprattutto a suoni intonati di synth ma ovviamente, lavorando coi parametri di editing, se ne possono estrarre anche bass drum, snare e hi-hat che consentono di creare parti ritmiche. Per contro, Model:Cycles è una groovebox a sei parti, ciascuna monofonica, dove si possono selezionare diverse “Machine” con generazione sì in FM ma ognuna di esse mirata a una specifica famiglia di suoni (bass drum, snare, ecc…). In definitiva, anche se a una prima occhiata possono sembrare abbastanza sovrapposte, sono invece due macchine piuttosto diverse e con differenti gradi di complessità: più synth Digi e più groovebox Cycles, pur con qualche piccolo range di sovrapposizione. Model:Cycles non è quindi la “Digitone dei poveri” ma uno strumento diverso e con una sua forte personalità. |
Il test
La costruzione di Model:Cycles è buona e francamente non vedo cali di tono esagerati, come pure qualcuno ha lamentato: rispetto alla serie Digi i materiali sono certamente più economici e meno appaganti, ma anche il prezzo è metà per cui le aspettative dell’utente debbono essere parametrate di conseguenza. Le manopole girano bene con un bel grado di resistenza e sono ben ferme nella loro sede, mentre i pulsanti di gomma hanno un feel più rassicurante rispetto a comandi similari di altri costruttori. L’unica cosa che mi sarebbe piaciuto trovare in più sarebbe stata una retroilluminazione RGB dei pulsanti (che magari poteva essere usata per dare ulteriori indicazioni sullo status Muted/Unmuted di tracce e altri comandi) e un display OLED invece che LCD per una migliore leggibilità. Il colore del cabinet è bruttino e gli adesivi forniti in dotazione per rallegrarlo a mio parere peggiorano la situazione perché portano a un risultato cheap.
Il sequencer è e resta fenomenale, con un perfetto bilanciamento tra immediatezza d’uso e profondità di programmazione: grazie ai tanti accorgimenti tipici di Elektron, Model:Cycles permette di fare delle cose che nessun’altra macchina di questa categoria di prezzo può nemmeno sognarsi. La manopola Chance movimenta subito la sequenza variando la probabilità dei trigger, i Parameter Lock disegnano movimenti timbrici e di intonazione interessantissimi, i Machine Lock consentono se ben impiegati di far suonare le sei tracce come se fossero molte di più.
L’interfaccia utente implementa due funzioni per tasto per quasi tutti i controlli fisici e richiede quindi un minimo di apprendistato, ma poi l’uso del pulsante Func diventa una seconda natura e si vola. La navigazione tra i parametri del display richiede un minimo di disciplina mentale ma anch’essa dopo un po’ diventa intuitiva.
Molto valida la possibilità di controllo via MIDI, sia per richiamare i pattern che per editare i parametri timbrici da una DAW o un controller esterno, anche se va detto che la programmazione fatta a bordo di Model:Cycles offre praticamente già tutto e con il plus di venir salvata nelle memorie di pattern.
Veniamo al suono: Cycles, come tutte le macchine Elektron, “suona”: non aspettatevi che il basso prezzo abbia implicato un timbro chiuso, poco dinamico o poco esteso come capita talvolta con altre case nei range più economici, perché qui la timbrica c’è tutta, piena e potente. Quello che deve piacere sono i timbri caratteristici, e qui si apre la discussione se Model:Cycles sia adatta a voi o meno: ogni Machine ha le sue qualità e i suoi limiti, ma tutte hanno una personalità molto marcata. Questa non è la solita groovebox con suoni stereotipi di batteria elettronica anni ’80, ma al contrario la timbrica è contemporanea, verticale, specifica.
La Kick Machine è una fucilata, pesta da morire ed è piena, sonora e percussiva al tempo stesso: sicuramente uno dei maggiori punti di forza della macchina. Ci si può fare parecchio ed ha una versatilità abbastanza ampia. Si presta bene per suoni che vanno dal kick 808 a timbri Industrial, con tutto il mondo techno in mezzo. In definitiva una cassa moderna, versatile, cattiva e incisiva, con grandi potenzialità di lavorare anche intonata e di disegnare frasi.
La Snare Machine offre rullanti sempre molto sintetici, anche quando hanno la tipica inarmonicità dell’acustico. Spesso affiora il timbro intonato – non sempre facile da gestire – e talvolta si sfora nel mondo Arcade. A qualcuno potrebbe mancare qui il rullante “classico” da 808 e quello da sampling, ma in compenso c’è un repertorio di cattiverie alla 909 e di tanti altri suoni. Sicuramente uno degli aspetti più caratteristici di Model:Cycles, che può farla amare o odiare.
La Machine denominata Metal è l’altro aspetto davvero peculiare della macchina: il suono clangoroso di un sonaglio è quasi sempre presente, come se fossimo davanti a dei piatti pesanti, scuri e grossi. È difficile dare a Metal il suono leggiadro e aereo di un hi-hat da 808 e quindi anche in questo caso la personalità molto forte della macchina viene espressa con grande nettezza. In compenso si hanno a disposizione suoni cangianti di metallo e di vetro che sono davvero belli, nuovi, freschi. Model:Cycles non le manda a dire in termini di suono e quindi rivendica per sé un ruolo personale.
La Perc Machine è forse dove viene fuori maggiormente la natura FM di Cycles, con timbri che spaziano dall’acustico al plasticoso al metallico. Si tratta dunque di un contenitore di grande versatilità, all’interno del quale giocare poi coi tune diversificati per ogni step grazie al Parameter Lock.
La Machine dedicata ai suoni intonati, Tone, offre timbriche di basso scuro e molto potente che poi può salire su su su fino a diventare percussioncina intonata, click, synth percussivo di sapore sempre digitale. Non ci farete l’emulazione 303, sappiatelo.
Infine Chord è la Machine difficile, enigmatica con tutti quei suoi accordi a disposizione che prevedono un minimo di conoscenza dell’armonia, ma offre anche atmosfere instant-house e crea ambienti posh e decadenti in un attimo. Se poi ci si spende un po’ di tempo per cambiare tipo di accordo col Parameter Lock può disegnare anche tappeti armonici molto completi. Belle le timbriche di base e la loro capacità di variazione.
In definitiva Model:Cycles pare rivolta perlopiù ai generi contemporanei. Sentendola suonare vengono alla mente parole come poolside house, minimal techno, dubstep e breakcore, industrial, trap, mentre invece il suono analogico della synthwave abita altrove. Ma non prendete queste categorie come limiti, come confini chiusi: questa è una macchina che ripaga alla grandissima chi saprà affrontarla con impegno e fantasia, che saprà vederla dove gli altri non la vedono.
Conclusioni
È molto raro che una macchina economica sia una macchina grandissima. Con Elektron Model:Cycles questo succede, e succede perché dietro c’è un’idea portante, una filosofia molto forte di come deve funzionare ogni loro prodotto. Model:Cycles non è una groovebox adatta a tutto e a tutti, ha i suoi suoni e la sua personalità ben definita: ma se quei suoni vi piacciono, allora è uno strumento eccezionale che costituisce un moltiplicatore incredibile della vostra creatività. Non si sovrappone a null’altro della casa, non è la versione low-cost di Digitone, non è uno strumento di compromesso.
Cycles è invece una bellissima macchina, molto verticale nei suoi suoni digitali, che mette a disposizione enormi potenzialità sia di chi comincia che di chi ha già magari rig più complessi. La distanza rispetto ad altre groovebox economiche – come qualità timbrica e come possibilità – è stellare, ma in fondo questa piccola svedese non ha reali concorrenti.
Per chi non è mai stato proprietario di una Elektron la curva di apprendimento è sì un po’ ripida, ma non assolutamente quel ginepraio impenetrabile che i detrattori del marchio svedese vorrebbero farvi credere. Ma tranquilli che sono sempre meno numerosi e ascoltati…
Il mio forte consiglio è dunque di sentire i suoni di Model:Cycles, capire se questa FM è il vostro genere di timbrica e poi… Mettere mano al portafoglio! Credo che, arrivati a questo punto, avete capito come la penso 😉
Scheda tecnica
Prodotto: Elektron Model:Cycles
Tipologia: Groovebox con sintesi FM
Dati tecnici dichiarati dal costruttore:
Caratteristiche tracce synth
6 Machine basate su sintesi FM
1 LFO assegnabile per traccia
1 Velocity modulation assegnabile per track
Possibilità̀ di memorizzare fino a 60.000 preset
Sequencer
6 tracce audio (utilizzabili anche come tracce MIDI)
Potente sequencer Elektron con fino a 64 step con lunghezza indipendente per ciascuna traccia
Parameter locks
Micro timing
Trig conditions
Retrig assegnabile
Quantizzazione automatica di note e parametri durante la registrazione
96 Project
96 Pattern per Project
Effetti
Delay e Reverb in send FX
Specifiche fisiche
6 pad sensibili alla dinamica
Interfaccia audio USB 2.0 class compliant
1 uscita cuffie in formato da 1/4”
2 uscite main in formato jack da 1/4”
Porta (micro) USB 2.0 Hi Speed
MIDI In/Out su connettori mini-jack TRS (adattatori mini-jack TRS/MIDI 5-pin DIN inclusi)
Schermo LCD 128 × 64 pixel
Convertitori D/A a 24-bit, 48 kHz
slot per il collegamento di Powerhandle BP-1 (battery pack venduto separatamente)
Dimensioni: 270 × 180 × 39 mm
Peso: 800 g
Contenuto della confezione
Alimentatore PSU-4
Cavo Micro USB
Adattatore da mini-jack TRS a MIDI 5-pin DIN
Street price: 329 Euro
Distributore: Soundwave