Roland TR-06, il tesoro nascosto della serie Boutique

Emula la storica TR-606, d’accordo. Solo che la nuova TR-06 in più fa tante altre cose e nessuno lo ha capito, rapiti come siamo dal “gioco dei cloni”: a bordo ci sono anche kick e drum in stile 808 e 909, step probability per rivaleggiare con Elektron, Drive, Delay e compressore, cinque uscite Trigger per pilotare sistemi modulari. Ed ecco che tutto cambia…

 

Roland sta implacabilmente clonando le proprie macchine più iconiche nell’ambito della serie Boutique lanciata nel 2015. Le regole del gioco non sono da allora cambiate: larghezza di 30 cm, alimentazione via USB, comandi di piccola taglia, generazione digitale in modellazione fisica “ACB” (tranne che nel caso di SE-02). La ricetta non ha però dato sempre gli stessi frutti: se quattro voci di polifonia, slider troppo corti e un timbro non grandissimo rendevano in fondo poco brillante l’apripista JP-08 (rendition del meraviglioso, opulento e inimitabile Jupiter-8), la successiva generazione di SH-01A, JU-06A, D-05 e le due drum machine TR-08 e TR-09 ha invece grandemente soddisfatto molti utenti sia dal punto di vista sonoro che funzionale. In queste macchine infatti il mix di portatilità, basso costo e incrementate funzioni grazie all’uso della circuiteria digitale hanno portato ben più benefici che svantaggi. Roland nel frattempo è andata avanti, ha perfezionato l’ACB col System-8 e successivamente introdotto il sistema ZEN-Core, ma la serie Boutique continua comunque ad arricchirsi.

Nel corso del 2020 è così comparsa la TR-06, che a tutta prima sembra la riedizione digitale “paro-paro” della TR-606 “Drumatix” che nacque nel 1981 per andare a braccetto con il fratellino TB-303 “Bassline” e offrire al chitarrista e al musicista domestico una completa sezione ritmica programmabile. Come è andata lo sappiamo tutti: mentre la TR-606 è rimasta nel cuore di relativamente pochi aficionados del periodo, il TB-303 è diventato uno strumento iconico e ricercatissimo da almeno 30 anni grazie all’esplosione dell’acid house che ha “reinventato” lo strumento per fargli fare parti che i suoi progettisti non avrebbero mai neanche osato immaginare.

La riedizione della TR-606 non sembrava così urgente dunque, e del resto con repliche real-analog più o meno fedeli già disponibili sul mercato a opera di Cyclone Analogic e Behringer, chi sentiva davvero il bisogno di rifare la TR-606 in ACB? Roland ha però giocato con grande intelligenza le sue carte e con la TR-06 ha dunque creato una batteria elettronica che parte certamente dal modello sonoro e operativo 606, ma che poi va molto più lontano.

 

Hardware e suoni

TR-06 è il “solito” hw Boutique: larghezza di 308 mm, peso di 1,2 kg, connessioni posteriori, alimentazione USB o con quattro pile AA alcaline/ricaricabili, speaker interno per l’uso in mobilità. Qui è fornita di serie la docking station DK-01 che in altri modelli Boutique è optional, e che si rivelerà fondamentale per inclinare la batteria su due angolazioni diverse ed editarla così nella maniera più comoda in caso di posizionamento a scrivania. La costruzione è robusta e molto ben fatta, col pannello superiore/posteriore in metallo e il feeling robusto e soddisfacente dei comandi. Le manopole sono piccole ma poiché sono poche e ben spaziate il loro azionamento non presenta in questa macchina alcun problema. Del resto va ricordato che la TR-606 originale aveva esattamente la stessa lunghezza.

Come nello strumento originale, le tracce di programmazione sono otto: di esse, sette sono per i kit-piece denominati Bass Drum (BD), Snare Drum (SD), Hi Tom (HT), Lo Tom (LT), Cymbal (CY), Open Hi Hat (OH), Closed Hi Hat (CH), mentre una ottava traccia è per l’accento (AC). Un’occhiata più attenta consente però di notare che mentre nella vecchia 606 l’accento era solo globale e mutava il volume di tutti i kit-piece che suonavano nello step in cui esso era attivato, nella TR-06 a questa possibilità si affianca quella di regolare la velocity separatamente per ciascun kit-piece e per ciascuno step: la creazione di pattern con importanti nuances di dinamica è dunque a portata di mano.

Roland TR-06 - La sezione di programmazione

Altra importantissima, fondamentale differenza che segna un abisso tra la vecchia e la nuova macchina è quella che per la nuova TR-06 è possibile regolare per ogni strumento Gain, Tune, Decay e Panpot, mentre la TR-606 non era modificabile in alcun parametro e aveva solo un’uscita monofonica. Questo ovviamente apre la strada a una duttilità timbrica che l’antenata non aveva e la possibilità di inserire meglio i suoni di TR-06 nella struttura armonica e contrappuntistica dei diversi brani. Ma non finisce qui, in quanto alcuni dei kit piece hanno anche altre funzioni:

  • Comp è un compressore che può agire su BD ed SD;
  • Attack dosa l’incisività del picco di attacco del Bass Drum;
  • Snappy regola la componente di rumore bianco nel suono del rullante;
  • Color dosa la quantità di noise nei suoni di LT e HT;
  • Hi-Hat Link permette di agganciare i parametri timbrici del charleston aperto (OH) e chiuso (CH), oppure di slegarli in modo da avere per esempio il CH accordato più alto e argentino dell’OH;
  • Open Hi-Hat Tempo Sync consente di collegare il decay dell’Open Hat al tempo metronomico: se è abilitato, man mano che i BPM accelerano OH diventa più corto.

E non è ancora tutto: TR-06 cala un asso non da poco con la funzione Instrument che permette di cambiare i suoni di partenza di alcuni kit-piece con timbri che non hanno nulla a che fare con la TR-606 originale:

  • BD aggiunge un kick in stile 808 (denominato Rich) e uno in stile 909 (denominato Fat);
  • SD analogamente ha un rullante tipo 808 e uno tipo 909 (sempre denominati Rich e Fat);
  • LT e HT possono assumere, oltre ai timbri originali, suoni di Synth Percussion (un tom sintetico tipo Simmons), Noise Tom (un rumore bianco corto e molto filtrato), CP (un clap in stile 808) ed RS (un rimshot ancora in stile 808);
  • CY può avere, oltre al suono di piatto tipico della 606, un timbro Gate Cymbal (come il precedente ma con la coda troncata dal gate) nonché i suoni di clap e rimshot ispirati alla 808 precedentemente citati.
  • Assegnando quindi in maniera accorta i timbri alternativi ai tom e/o al piatto si può far suonare questa TR-06 in maniera molto diversa dalla sua nonnetta, e complessivamente la nostra macchina può assumere personalità vicine a 808 e 909 che la rendono interessante anche in contesti house e techno.

La somiglianza con la macchina originale ritorna invece nella sommità del pannello comandi, ove vi sono le manopole individuali di volume per BD/SD/Tom/CY/Hats e del livello dell’accento.

Roland TR-06 - Le manopole di volume

 

Il sequencer

TR-06 offre la possibilità di programmare 128 pattern distribuiti in otto banchi da 16 pattern ciascuno. Ciascun pattern, normalmente di 16 step, può essere lungo da 1 fino a 32 step, mentre la funzione Scale permette di stabilire la divisione minima del pattern in 16esimi, 32esimi, 12esimi (terzine di ottavi) e 24esimi (terzine di sedicesimi). La combinazione di queste due funzioni permette di scrivere pattern con segnature di tempo diverse dal tradizionale 4/4 e anche tempi irregolari.

Una funzione Sub Step permette di inserire delle acciaccature sui singoli step: in particolare è possibile attivare ripetizioni su valori pari a 1/2 , 1/3 e 1/4 dello Step Value, più una ulteriore opzione di Flam. Questo apre la strada alla realizzazione facile e immediata di 32esimi di hi-hat così tipici nell’hip-hop e nella trap, giusto per fare il primo esempio che viene in mente.

È disponibile lo Shuffle per conferire un andamento “groovy” al pattern cui viene applicato, e il suo grado è impostabile premendo a lungo Tempo e poi modificandone il valore con i tastini 1-7 o con la manopola Value. Premendo invece Tempo e i tasti da 9 a 16 si dosa l’intervallo di tempo tra i colpi in Flam. Tutte funzioni totalmente sconosciute alla TR-606!

Con la funzione Pattern Shift, tutta la programmazione del pattern può essere spostata di uno o più step a sinistra e a destra, per elaborazioni più creative.

Ma soprattutto la TR-06 dispone della funzione Step Probability, che consente di assegnare a ciascuno step programmato una diversa probabilità che esso suoni o meno, e questo in maniera indipendente per ciascuna traccia di programmazione (BD, SD, ecc…). È indubitabile che il concetto di “sequencer probabilistico” sia stato popolarizzato in anni recenti dalle macchine Elektron, ma va dato atto ad altri costruttori quali Roland di aver saputo raccogliere questa buona idea e averla portata nelle proprie macchine. Se dunque, giusto per fare un esempio, ho colpi di rullante sugli step 5, 13 e 14 la macchina assegnerà loro di default una probabilità di suonare pari al 100% e quindi essi suoneranno sempre. Ma se calo la probabilità del solo step 14 al 30% questo vuol dire che esso suonerà solo tre volte su dieci, mentre i colpi sugli step 5 e 13 suoneranno invece a ogni ciclo.

La funzione Probability aiuta dunque a creare pattern più variati e in parte imprevedibili, evitando quel fenomeno di ripetizione meccanica della stessa figura ritmica che a lungo andare la fa risultare noiosa. In più la TR-06 possiede anche una Master Probability che alza/abbassa dello stesso ammontare la probabilità di tutti gli step con Probability inferiore a 100% e consente quindi di modificare al volo il grado di variabilità di tutto il pattern: un trucchetto gustoso è infatti quello di programmare singoli step assegnando loro probabilità individuale pari a zero (con la quale non suoneranno mai), ma alzare poi la Master Probability nei passaggi o nelle parti del brano dove si vuole “riempire” di più e così portare a suonare anche gli step con probabilità inizialmente azzerata.

È inoltre possibile impostare la probabilità anche a livello di Sub Step. Infine, per chi ama la composizione casuale, è possibile attivare la generazione random dei pattern, e devo dire che qui essa produce spesso dei pattern interessanti e quasi mai totalmente sbilenchi, come accadrebbe invece se la programmazione fosse davvero fatta in maniera totalmente casuale e senza criterio. Inoltre i pattern generati in maniera random si possono poi sempre modificare nei loro dettagli, per cui si tratta di una funzione preziosa perché consente di uscire da momenti di ripetitività e stallo creativo.

Una volta che si sono creati i pattern, è possibile metterli in sequenza fino a creare otto diverse Track ove concatenarli fino a realizzare la sequenza percussiva necessaria a un intero brano: al netto della diversa nomenclatura infatti, la TR-06 è una delle poche drum machine odierne che possiede quel Song Mode che un tempo era presente su moltissime macchine di questa tipologia e che oggi invece sta sparendo perché molti utenti sono più orientati a jammare dal vivo lanciando singoli pattern in una sequenza non preordinata, piuttosto che a riprodurre delle song già pronte e complete. Poiché sono però in molti a rimpiangere il Song Mode, ecco che con questa macchina saranno accontentati!

Ogni Track può avere il suo tempo e questo permette di andare dal vivo con otto brani già pronti. Inoltre le funzioni Da Capo (D.C.) e Dal Segno (D.S.), in cui i tradizionali segni di partitura vengono ripresi a beneficio delle generazioni più giovani e con diversa formazione musicale, consentono rispettivamente di marcare una battuta come l’ultima prima di tornare alla battuta 1 (funzione D.C.) e di marcare una battuta come “inizio loop” e far tornare il playback della Track alla pressione del tasto D.S.

La scrittura della Track avviene in tempo reale selezionando un pattern dopo l’altro, e confermando ogni volta l’assegnazione di un dato pattern a una data battuta col tasto Tap.

Per chi ama jammare dal vivo sarà importante anche sapere che TR-06 consente di mettere in Mute uno o più strumenti al volo, richiamando la omonima funzione col tasto Menu e poi premendo i pulsanti da 2 a 8 che rappresentano altrettanti kit-piece. Il Mute opera sia in Pattern Play che in Track Play.

 

Effetti

Se la TR-606 non aveva alcun effetto a bordo a causa della sua generazione analogica, qui invece le possibilità offerte dal digitale sono molto interessanti: tre manopole poste alla destra di pannello controllano infatti i circuiti di distorsione e delay di TR-06. La distorsione “sembra” possedere solo il controllo Drive per dosarne la profondità, ma poi tramite menu è possibile selezionare tra quattro algoritmi (Saturator, BitCrusher, Distortion, Low pass/High pass Filter) e attivare/disattivare il circuito indipendentemente su ciascun kit-piece. Diventa così possibile passare per esempio solo il BD e l’SD dentro il saturatore, e lasciare hi-hat e piatto puliti.

Roland TR-06 - 3 - La sezione effetti

Stesso discorso per il delay: le due manopole dosano la sua durata e il numero di ripetizioni dei ribattuti, ma tramite menu si selezionano i sei diversi algoritmi di Digital Delay, Panning Delay, Tape Echo, Reverb, Flanger, Side Band Filter e il send separatamente per ciascun kit-piece e per l’ingresso Mix In. È dunque possibile ritardare/riverberare solo alcuni tamburi e lasciarne dry altri, analogamente a quanto si farebbe con un mixer hardware esterno. Da segnalare infine che il delay può essere sincronizzato o meno al clock del sequencer.

 

Connessioni

Posteriormente a TR-06 troviamo tutti gli abituali punti di ingresso/uscita della serie Boutique: uscita stereo, presa cuffia, porta Mix In per mixare una sorgente esterna (tutti su mini-jack da 3,5 mm TRS), prese MIDI In/Out su DIN pentapolare, micro-USB, slot per antifurto Kensington. Vi sono poi anche l’interruttore di alimentazione e la manopolina di volume, oggettivamente un po’ scomoda nel posizionamento ma comunque tale da farcisi presto l’abitudine.

Roland TR-06 - Il pannello posteriore

Al solito, la porta USB porta sia l’alimentazione, che i comandi MIDI che eventualmente anche l’audio bidirezionale: tramite apposito driver ASIO, la TR-06 può infatti essere usata come interfaccia audio 10 In/2 Out per il PC e può mandare verso di esso i suoi strumenti, il Mix In e l’uscita master su 10 tracce separate. La registrazione in multitrack di TR-06 è così possibile con estrema facilità, sempre ricordando che la macchina codifica a 44,1 kHz di sampling rate. Le manopole di volume di ciascun kit-piece gestiscono il volume anche nella registrazione via USB.

Se queste dotazioni sono comuni alle altre macchine serie Boutique, molto succosa è invece la dotazione di I/O di Trigger sul pannello frontale, specialmente per chi lavora con macchine Eurorack: TR-06 dispone infatti di un ingresso Trigger In e ben cinque uscite Trigger Out, associate alle programmazioni delle tracce AC, BD, SD, LT e HT. Le possibilità di personalizzazione di queste connessioni di trigger sono spettacolari. Trigger In permette di essere configurato con sei funzioni diverse:

  • clock del sequencer interno di TR-06
  • comando di Start/Stop del sequencer interno
  • ritorno al punto di Start del sequencer interno
  • attivazione della randomizzazione del kit-piece selezionato
  • pattern shift verso destra limitatamente al kit-piece selezionato
  • pattern shift verso sinistra limitatamente al kit-piece selezionato

A sua volta, anche Trigger Out AC può essere impostato in sei modi diversi:

  • emissione del trigger quando è programmata la traccia AC
  • emissione del trigger a inizio pattern
  • emissione del trigger a fine pattern
  • emissione del trigger quando è programmata la traccia CY
  • emissione del trigger quando è programmata la traccia OH
  • emissione del trigger quando è programmata la traccia CH

Pensate dunque alle tantissime possibilità che vi si aprono davanti in abbinamento a sequencer e generatori sonori modulari e concorderete con me che questa macchinetta Roland è ideale in loro abbinamento.

Roland TR-06 - L'uso dei Trigger In e Out in abbinamento ai modulari

A livello di implementazione MIDI la macchina è completa: con la trasmissione e ricezione delle note corrispondenti ai vari kit-piece potete usare TR-06 per pilotare altre drum machine, oppure al contrario usarla solo come drum-expander pilotato da un sequencer esterno. Vi è anche la piena gestione della velocity. Analogamente, la macchina può essere sia Master che Slave in termini di clock MIDI, e infine tutti i parametri timbrici dei suoni e degli effetti sono controllabili via MIDI CC. Non è invece possibile selezionare i diversi pattern dall’esterno via MIDI Program Change, come offerto da altre drum machine maggiori, anche Roland.

 

Posizionamento di mercato

Questo è un argomento interessante! I gruppi Facebook e i forum sono in genere sempre pieni di persone che, armati di incrollabili certezze, affermano che la tal o talaltra macchina è “vincente” o al contrario “perdente, non ne vale la pena”. Queste discussioni sicuramente divamperanno a maggior ragione per la TR-06, visto che l’attuale mercato delle drum machine sotto i 400 Euro offre diverse possibili scelte, che anche nello stesso catalogo Roland paiono esserci prodotti concorrenti e infine che vi sono altri cloni real-analog della TR-606 originale. Cominciamo da quest’ultimo punto: Roland avrebbe potuto fare l’errore di clonare in digitale la TR-606 e vedersi così rubare spazio e visibilità di mercato dalla preesistente Cyclone Analogic TT-606 e dalla recentissima Behringer RD-6. Una simile operazione sarebbe stata sicuramente perdente, se non altro per via del prezzo molto basso della Behringer e della generazione real-analog di entrambe le concorrenti. Al contrario Roland in questo errore non è incorsa, e anzi ha posizionato la TR-06 ben distante da Behringer e Cyclone grazie alle tante evoluzioni rispetto al progetto originario TR-606 che abbiamo visto nel corso del test: la disponibilità di strumenti accordabili, di suoni alternativi non presenti nella macchina del 1981, degli effetti e delle tante funzioni di sequencer in più (una su tutte, la Step Probability) rendono questa nuova Boutique assai più avanzata e potente delle sue apparenti concorrenti.

Lo stesso discorso si può fare verso certe drum machine di Arturia, Elektron e IK Multimedia: rispetto ad esse il prodotto Roland non è banalmente “vincente” o “perdente” ma è sicuramente diverso e adatto a un profilo d’uso differente. Le uscite separate su USB rendono la registrazione in DAW immediata senza l’uso di altre interfacce audio, il suono è peculiare e caratteristico, la programmazione immediata e di grande soddisfazione grazie ai comandi dal feeling e dimensioni perfette. In più la TR-06 è una macchina di un potenziale sperimentale pazzesco se abbinata al mondo modulare, e in questo è unica.

Gli stessi ragionamenti possono applicarsi anche alla concorrenza interna offerta dalla Roland TR-6S, apparsa anch’essa di recente: quest’ultima ha molti più suoni e la possibilità di importare campioni, ma l’uso è meno immediato, direi “più mentale e meno fisico”, e sono completamente assenti le funzioni di trigger esteso del mondo modulare.

In definitiva la TR-06 si ritaglia uno spazio tutto suo anche in un mercato affollato come quello attuale: se fosse un’automobile sarebbe una Lotus, piccola, non versatilissima per tutti gli usi ma potente e scattantissima. Immediata e stimolante, è una drum machine adatta a chi ha l’entusiasmo giovanile della scoperta, a chi ama la sperimentazione in musica e cerca la macchina che ponga la minor distanza possibile tra pensiero del suono e suono stesso. Ed è alla fine questa la vera eredità della TR-606, che era fatta proprio così!

 

Il test

In fondo, della TR-06 vi ho già raccontato quasi tutto, ma qui voglio anzitutto ribadire che l’oggetto è estremamente piacevole da maneggiare grazie ai comandi intuitivi e soprattutto a quella magica pulsantiera di 16 tastini che sono semplicemente “la cosa giusta” per programmare ritmiche meccaniche e robotiche. Chiaramente non ci sono tasti sensibili alla velocità, ma è proprio questo il bello della programmazione in stile TR, quell’immediatezza di accendere/spegnere lo step e così cambiare la figura ritmica che pare visualizzarsi nella tua mente. Ovviamente poi la gestione della velocity aggiunta da TR-06 è benvenuta, ma personalmente trovo incantevoli già le possibilità offerte dal solo uso dell’Accent.

Le novità nella sezione sequencer aumentano moltissimo la potenza della macchina e la Step Probability è davvero quel che mancava a queste drum-machine Roland per farne esplodere le potenzialità senza stravolgerne il carattere.

Da segnalare un bug nella registrazione in tempo reale, per cui premendo il tasto Tap si registra un colpo su sei tracce e non solo su quella selezionata: Roland si dichiara già al corrente di tale bug e dovrebbe risolverlo col prossimo update di sistema operativo.

I suoni sono belli, con solo la cassa che è un po’ meno profonda di quella della 606 originale. Non va comunque fatto un confronto al millimetro con i timbri dell’antenata, ma piuttosto con lo spirito sonoro che qui viene reso molto bene. I suoni aggiuntivi e non presenti nella TR-606, nonché i comandi di editing timbrico, danno poi un paio di marce in più allo strumento e lo rendono piuttosto universale, almeno finché non si senta la necessità di suoni campionati in stile Linndrum. Belli anche gli effetti, con la sezione Delay che completa particolarmente bene.

Più di tutto, della TR-06 piace alla fine l’efficacia, la capacità di andare al punto con facilità e immediatezza, di farti programmare groove e musica senza perderti in diecimila menu ma accedendo invece a un set di comandi che definirei “giustamente semplificato”. Troppo spesso dimentichiamo che troppe possibilità = nessuna possibilità, mentre invece qui tutto contribuisce a una grande capacità di simbiosi tra uomo e macchina.

 

Conclusioni

Questa TR-06 mi è piaciuta per la velocità, immediatezza, potenza e al contempo semplicità che trovai il 3 luglio 1983 quando scartai la TR-606 arrivatami nuova in quel lontano giorno d’estate. Oggi siamo davanti a una drum machine certamente specialistica, di nicchia e che non copre tutti i suoni e tutti i generi, ma che della forza della creatività è massima interprete. Se vi riconoscete nel suo profilo d’uso ve ne innamorerete: per i suoni storici, per il feeling dei pulsanti, per la navigazione immediata nei menu, in fondo anche per i limiti. E infine per la musica che per suo tramite riuscirete a creare.

In questo contesto, il prezzo di vendita deve ritenersi assolutamente proporzionato a quanto offerto, mentre costruzione e versatilità ottime completano il pacchetto.

 

Scheda tecnica

Prodotto: Roland TR-06 Drumatix (serie Boutique)

Tipologia: Drum machine

Dati tecnici dichiarati dal costruttore:

User Memory Patterns: 128 (16 patterns x 8 banks)
Tracks: 8
Steps: 32 steps
Sequencer Functions: STEP LOOP, SUBSTEP, FLAM, INTRO/FILL IN, PROBABILITY, SUBSTEP PROBABILITY, MASTER PROBABILITY
Instruments: BASS DRUM*, SNARE DRUM*, LOW TOM*, HI TOM*, CYMBAL*, OPEN HI HAT, CLOSED HI HAT ( = * Variation sounds included)
Effects: Compressor, Delay Effects (DELAY, PAN DELAY, TAPE-ECHO, REVERB, FLANGER, SIDE BAND FILTER), Drive Effects (SATURATOR, BIT CRUSHER, DISTORTION, LPF/HPF

Connectors:
TRIGGER IN jack: mono miniature phone type
TRIGGER OUT jack x 5 (AC, BD, SD, LT, HT): mono miniature phone type
PHONES jack: stereo miniature phone type
OUTPUT jack: stereo miniature phone type
MIX IN jack: stereo miniature phone type
MIDI (IN, OUT) connectors
USB port: Micro-B type (Audio, MIDI)

Power Supply: Rechargeable Ni-MH battery (AA, HR6) x 4, Alkaline battery (AA, LR6) x 4, USB bus power – Current Draw500 mA (USB bus power). Expected battery life under continuous use rechargeable Ni-MH battery: Approx. 5 hours

Dimensioni: 308 x 130 x 52 mm (L x P x A)
Peso: 1,2 kg

Streetprice: 385 Euro

Distributore: Roland

Giulio Curiel

Giornalista della storica rivista Strumenti Musicali dal 1993 al 2016, ho scritto oltre 1200 articoli su synth, studio technology e computer music. Se non so di cosa parlo, sto zitto.

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