OLLO S4R V 1.1: ecco la nuova cuffia chiusa sorella della S4X!
La slovena OLLO, ormai popolare nel mondo dei musicisti e del recording, rinnova il proprio modello del 2018 e sforna una cuffia chiusa completamente nuova che ripropone i benefici della aperta S4X. Vediamone storia, caratteristiche e prestazioni.
Bella la parabola di OLLO: si tratta di un piccolo costruttore-boutique che opera in Slovenia a poca distanza da quel confine con l’Italia su sui si affacciano le città di Nova Gorica (SLO) e Gorizia (I). In pochi anni e con un team di poche persone il vulcanico fondatore Rok Gulič è riuscito a far competere i suoi prodotti con giganti quali AKG, Audiotechnica, Sennheiser, Shure. Questo è stato possibile grazie a una forte idea di base, quella di una cuffia costruita artigianalmente attorno a un padiglione di vero legno che fosse capace di timbrica lineare, veloce e dettagliata senza abbisognare necessariamente di quelle correzioni elettroniche della risposta che oggi sono molto popolari tra i fonici.
Altri cavalli di battaglia del brand OLLO sono da sempre l’estetica naturale e intrigante, l’uso di capsule matched-pair (ovvero misurate una per una e poi abbinate in fabbrica per avere le prestazioni il più uguali possibili tra i due canali), l’accesso a importanti risorse di ricerca e sviluppo nell’incubatore audio Sound Hub in Danimarca ove Gulič opera con il supporto qualificato di tecnici Bang&Olufsen, Harman e Jabra. Infine, la diffusione dei prodotti OLLO si deve certamente anche alla azzeccata politica di vendita: le cuffie sono infatti vendute via web per contenere i costi legati alla catena distributiva e il cliente può provare la cuffia per 30 giorni, al termine dei quali ha facoltà di restituirla e avere indietro il suo denaro. In questo modo OLLO ha conquistato la fiducia di molti clienti che erano attratti dal prodotto ma diffidenti in merito a un marchio poco conosciuto.
Al debutto del 2018 la casa slovena aveva in catalogo due cuffie, la aperta S4 e la chiusa S4R. La prima era maggiormente indicata per mixare e la seconda soprattutto per registrare grazie all’isolamento consentito dall’architettura chiusa del padiglione, ma di base la struttura e il progetto derivavano da una base comune. Nel marzo del 2020 però la coppia S4/S4R “scoppia” in quanto OLLO presenta la S4X: si tratta di un’aperta che migliora significativamente la precedente S4, tanto da meritarsi da parte del costruttore l’appellativo di “cuffia di riferimento” grazie a una risposta in frequenza molto lineare e un’impronta sonora volta alla massima neutralità.
La coppia si ricompone però adesso, con la nuova S4R presentata a marzo 2021 che di fatto riprende il progetto della S4X e lo declina in versione chiusa. Per evitare di avere una sigla-scioglilingua, il costruttore ha mantenuto per la nuova nata il nome S4R (dove la R sta per “recording”), ma di fatto tra la versione del 2018 e questa del 2021 i cambiamenti sono tali da poter dire che siamo davanti a una cuffia completamente nuova. La S4R edizione 2021 si distingue dunque dalla progenitrice solo per il suffisso V 1.1 dopo il nome.
L’architettura è basata su quella della S4X che noi abbiamo provato qui e che impiega due capsule da 50 mm di diametro con membrana in polietilene tereftalato (PET) da 25 micron di spessore, bobina mobile su due strati e magneti in neodimio per un elevato fattore di forza.
Rispetto alla prima versione, la nuova S4R punta a un comfort maggiore, una risposta in frequenza più equilibrata e un maggiore isolamento con l’esterno. Il comfort in particolare deriva dall’esperienza della S4X, che migliorava le serie del 2018 grazie a un nuovo disegno dei cuscinetti di appoggio del padiglione realizzati in memory-foam, assai più alti e anche più elastici.
Quanto alla risposta, la S4R del 2018 (curva in nero) aveva un medio-basso in evidenza rispetto al resto della banda, dovuto principalmente al padiglione chiuso e al conseguente effetto di caricamento della capsula da parte del volume d’aria che si veniva a creare dietro di essa, mentre qui abbiamo una linearità complessivamente assai più accentuata (curva in verde):
L’isolamento infine migliora nel nuovo modello di circa 2 dB a 1 kHz e di 7 dB a 250 Hz in base alle misure fornite dalla casa. Si tratta di valori che pur non costituendo una rivoluzione copernicana sono certamente in grado di dare importanti benefici in sede di registrazione per evitare che il segnale presente nella cuffia del cantante venga raccolto in modo significativo dal microfono di registrazione. Il disegno che porta a questo migliore isolamento è definito dalla casa Sound Seal Acoustics e prevede una separazione totale tra la cavità anteriore del padiglione e quella posteriore in modo da fornire anche un’ottimale risposta ai transienti.
Il risultato finale è una cuffia che OLLO raccomanda per la registrazione in studio, il field recording, la produzione e le fasi preliminari del mix. La cuffia gode di cinque anni di garanzia, può essere riparata dall’utente e le sue parti sono sostituibili o upgradabili. Non a caso la nuova S4R può essere ottenuta anche come upgrade della vecchia.
Abbiamo ricevuto una S4R in anteprima alla fine di marzo, per cui ecco nelle righe seguenti il nostro unboxing e il nostro test.
Unboxing e analisi dell’hardware
Anche la S4R arriva nella solita scatola di cartone tipica di OLLO e che deriva dalla sensibilità della casa slovena alle tematiche ambientali e alla sostenibilità: niente plastica e niente doppi/tripli livelli di imballaggio.
Non a caso, appena aperta la box compare un adesivo che avverte che “Non potete ascoltare musica nello spazio. Salvate il pianeta”.
Segue un avvertimento a non comprimere eccessivamente i cuscinetti di appoggio: ricordiamo che si tratta di unità in memory-foam che devono garantire la perfetta tenuta tra cuffia e capo dell’ascoltatore. Il costruttore ne ipotizza la durata in 1.000/1.500 ore di utilizzo, dopodiché ne raccomanda la sostituzione. Va precisato che non sono le cuffie OLLO a essere meno durature delle altre, ma al contrario sono gli altri produttori a sapere che anche i loro cuscinetti si deterioreranno nel tempo ma non comunicano all’utente finale “quanto” valga questo tempo.
Arriviamo ora a un raccoglitore in cartoncino nero opaco, al cui interno troveremo tutta la documentazione della cuffia.
Vi è anzitutto un certificato di autenticità che indica la data di fabbricazione e chi ha effettuato l’ultimo controllo qualità. Nel nostro caso è Rok Gulič in persona, il CEO di OLLO.
Questo invece è il certificato di risposta in frequenza individuale: rispetto alla S4X in nostro possesso si nota una gamma bassa profonda (dai 70 Hz in giù) un filo più rilevata, probabilmente perché questa cuffia è chiusa e la capsula viene caricata di più ai bassi. Analogamente si ritrovano due avvallamenti abbastanza stretti sui 3-4 kHz e sui 7-8 kHz, a rimarcare la stretta parentela tra i due progetti. L’avvallamento sui 3-4 kHz persegue l’obiettivo di compensare la risonanza che si crea naturalmente nella conca dell’orecchio, ovvero la parte che precede immediatamente il condotto uditivo esterno che porta al timpano. Nella S4R le attenuazioni sono un po’ più profonde di quelle presenti nel grafico di risposta della S4X, forse sempre in funzione della struttura chiusa della cuffia. Vedremo all’ascolto se la combinazione tra cuffia e orecchio porterà alla soggettiva percezione di linearità in tale banda. Il buco sui 7-8 kHz invece non è ricercato dalla casa ma Rok Gulič afferma con molta trasparenza che esso è un effetto del mantenimento della struttura della serie precedente, il quale a sua volta è voluto per consentire l’upgradabilità agli utenti che hanno comprato il vecchio modello. Gulič riconosce dunque che questo secondo avvallamento è un problema già noto in fase di progetto, ma evidenzia come la sua influenza all’ascolto non è elevata perché si tratta di un dip molto stretto. Va infatti ricordato che spesso nelle cuffie di tutte le case vi sono escursioni di livello anche molto forti ma se esse restano contenute in ristretti intervalli di frequenze allora l’orecchio tende a ignorarle.
Finalmente arriviamo al manuale utente, bello nella sua finitura con costa rilegata e ben informativo. Lodevolmente comprende l’italiano, anche se qualche passo pare frutto di un traduttore automatico.
Gli strati di carta da imballo sembrano non finire mai, ma forse adesso ci siamo…
Ecco finalmente la cuffia davanti a noi, con un’ulteriore scatolina a separare archetto e padiglioni. La scatolina ci ricorda che il prodotto è fatto a mano.
Aperta la scatolina, non senza difficoltà per comprendere al meglio gli incastri del cartone, appare il sacchetto protettivo in similpelle nera. Adesso è ancora acciaccato per essere rimasto piegato in scatola per qualche giorno, ma poi in poche ore si riprenderà.
Eccoci arrivati all’ultimo incarto, che contiene il cavetto di collegamento staccabile tipico di OLLO, con un’unica connessione verso l’amplificatore attraverso un mini-jack 3,5 mm combinato a un adattatore avvitabile per il formato da 6,35 mm.
Una volta estratto il cavo, notiamo che è diverso dai precedenti usati da OLLO: non ha più la calza in seta nera ma è rivestito invece in plastica gommata, è più grosso e i micro-jack che si inseriscono nei padiglioni hanno le scritte L ed R più marcate e leggibili. È probabile che si sia arrivati a queste scelte in seguito ai feedback dell’utenza, tra cui anche quello di chi vi scrive. I connettori non sono più metallici ma in plastica: questo non è detto che sia un male perché sono stampati a caldo e quindi i loro contatti sono probabilmente più resistenti agli strattoni e agli stress accidentali in genere. Il cavo comunque, coi suoi 2 metri totali, era e resta corto, adatto a un collegamento tra mixer/interfaccia e cuffia ma viceversa inadatto a posizionamenti lontani dalla sorgente di amplificazione.
Eccoci davanti alla cuffia vera e propria: tutto è “molto OLLO”, con i tradizionali padiglioni in noce americano a lavorazione artigianale, l’archetto metallico brunito, la bandella di sospensione sul capo in “pelle nautica” (ovvero una similpelle resistente alle intemperie) e i cuscini di appoggio al capo realizzati con memory-foam per la parte circumaurale e velluto per quella a contatto col capo dell’ascoltatore. La cuffia appena estratta dall’imballo ha ancora un piccolo sbaffo di colla, che toglieremo immediatamente passandoci sopra con la mano prima di metterla in rodaggio.
I padiglioni sono orientabili sul capo grazie a uno snodo imperniato sull’asse verticale, mentre rispetto alla S4X c’è assai meno gioco di inclinazione rispetto alle tempie. È probabile che i progettisti abbiano scelto questa soluzione per mantenere una salda tenuta d’aria tra cuffia e ascoltatore, e quindi un buon isolamento da e verso l’esterno. Quest’ultimo è dato anche dal coperchio esterno del padiglione realizzato in metallo pieno e non invece forato come nella S4X.
Ed ecco infine la nostra S4R pronta per il test! Il peso è di 382 grammi, ovvero circa un 10% in più del modello aperto. Nel complesso la cuffia somiglia molto alla S4X, dalla quale differisce sostanzialmente per i padiglioni totalmente chiusi e non inclinabili. Ma come sarà all’ascolto? Scopriamolo insieme.
Il test
La S4R V 1.1 conferma i valori fin qui associati al marchio OLLO: piacevolezza costruttiva, senso di artigianato di elevato livello, robustezza e versatilità meccanica. La famosa risonanza dell’archetto, spesso citata come autentica “piaga” dei progetti OLLO non è più a mio parere un problema sin dall’introduzione della S4X, il cui schema meccanico è qui ripreso: mentre è vero che la prima generazione aveva un sottile doppio archetto a sezione circolare che tendeva a fare un suono come di “cancellata percossa” quando veniva urtato, il nuovo archetto in metallo piatto riduce del 90% questo fastidio. Certo, se lo percuoti un po’ suona ancora, ma anzitutto il suono si smorza assai più velocemente di prima e poi non è così forte. In conclusione – a meno che non facciate bungee jumping quando indossate la cuffia – la risonanza dell’archetto è secondo me un non-problema di questa serie e chi dice il contrario o ha provato solo i modelli precedenti, o ha un suo dente avvelenato verso OLLO.
Il costruttore sloveno in effetti è un brand divisivo, o lo ami o lo odi. Probabilmente i suoi detrattori saranno stati irritati da un mix di fattori ostentati con una certa spavalderia, dalla ricerca dell’originalità costruttiva ed estetica, alle ripetute affermazioni di inutilità di una correzione elettronica per le proprie cuffie proprio nel periodi di massima popolarità di SonarWorks, fino all’atteggiamento di sfida verso nomi grandi e consolidati che a qualcuno sarà sembrata un’onta da lavare con il sangue 😉
Sia come sia, le cuffie OLLO hanno una fisicità e un suono estremamente personali, che puntualmente ritroviamo anche in questa nuova S4R. Prendendo a paragone la S4X (con cui nel corso del test sono stati fatti dei confronti diretti) la comodità di calzata è un po’ minore perché la nuova chiusa stringe un po’ di più.
È probabilmente un prezzo inevitabile da pagare per ottenere un buon isolamento acustico come da specifiche di progetto, ed effettivamente tale risultato è pienamente raggiunto: la S4R tiene bene, non la sente il microfono di ripresa del cantante e nemmeno quest’ultimo percepisce granché dei suoni esterni. In un’ipotetica scala di cinque stelle, l’isolamento offerto dalla S4R è di quattro, e meglio di lei riescono a fare solo delle autentiche “morse” fatte più per suonare forte e isolato che bene ed equilibrato. Il nuovo cavo è più adatto agli strapazzi da studio e denuncia solo un po’ di effetto microfonico quando viene percosso.
Le soprese maggiori della S4R arrivano però in fase di ascolto: appena la metti senti un suono pieno, plastico, direi addirittura “turgido” come una grande fragola bella matura. Il basso è sicuramente uno dei punti forti della cuffia: è profondo, pieno e scanditissimo. Sicuramente è più in avanti rispetto alla S4X e questo aiuta parecchio in diverse fasi della produzione musicale: anzitutto senti di più il ritmo del brano perché senti maggiormente gli elementi che lo definiscono, e poi un basso così è anche più coinvolgente per chi canta o suona con in testa questa cuffia. Questa gamma bassa è davvero notevole: scende, pulsa, batte, e nel contempo rimane velocissima, priva di code e pienamente intelligibile nota per nota.
Questo basso importante ma mai esagerato pretende però un piccolo tributo da pagare: rispetto alla S4X c’è un po’ meno trasparenza e per esempio la voce femminile esce un po’ velata dal medio-basso della S4R. Ci sta, sono due cuffie in fondo diverse e indirizzate a due fasi diverse della produzione, a due scopi diversi: registrare, suonare, comporre con la S4R, mixare e fare il balance dei suoni con la S4X.
Salendo nelle gamme superiori non viene mai meno la velocità e precisione ai transienti che ho riscontrato nelle precedenti cuffie OLLO. Anzi, qui il senso del ritmo e della percussione è ancora più accentuato, con escursioni dinamiche sorprendenti sia nel macro-contrasto che in quello micro: percussioncine, tracce in background, parti di ritmiche di synth, seconde voci tenute bassissime nel mix vengono fuori alla grandissima, vive e pulsanti. Complessivamente siamo lontani anni luce dall’asetticità di certe cuffie di scuola tedesca, che all’inizio sembrano tanto pulite quanto asciutte, ma che poi alla fine risultano addirittura un po’ stancanti nella loro glacialità. Questa è invece la cuffia più sanguigna che abbia provato negli ultimi tempi, e quella che più pare comportarsi “da cassa”. È difatti presente un livello di coinvolgimento emotivo e di fisicità raramente riscontrabile in cuffia.
La gamma acuta è trasparente, pienamente e perfettamente adatta per lavorare, sentire attacchi e respiri: ancora una volta la S4X si dimostrerà più neutrale e un filo più analitica, ma complessivamente qui siamo su un ottimo livello.
Veniamo alla spazialità: la scena sonora di questa cuffia non è tutta “impaccata” al centro della testa, anzi. In confronto, la aperta S4X è sicuramente un po’ più ariosa ma qui c’è una bella immagine stereo ben focalizzata nella parte centrale dello stage, senza tuttavia essere fissa in mezzo. Con materiale ben registrato e ben riverberato si colgono anche le posizioni estreme del panorama stereo, e davvero soddisfacente è anche la rappresentazione dell’altezza, ovvero dell’asse Y dello spazio. Schiacciata risulta invece la prospettiva lungo l’asse Z, ovvero in termini di profondità. Qui non c’è niente da fare, siamo ancora e inesorabilmente in cuffia e solo eventualmente con processori come CanOpener si riesce a guadagnare profondità.
La sensibilità si dimostra medio-alta e data la sua combinazione con la solita bassa impedenza tipica di OLLO (dalle parti dei 30 Ohm) la cuffia appare in grado di suonare forte e non è prona ad andare in distorsione.
Conclusioni
Per chi è questa OLLO? Beh, è innegabile che nel suo mirino ci sia il superamento delle performance di cuffie chiuse da recording di fascia inferiore come K-271, DT-770, ATH-M50x, MDR-7506 e 7510: rispetto a questi modelli il salto prestazionale è davvero importante e migliorano molto velocità, precisione, musicalità, equilibrio complessivo e finezza della grana. La S4R è dunque un’ottima cuffia da recording e potrebbe per esempio diventare la cuffia personale di molti cantanti, ma anche di sintetisti e producer che dal vivo vogliono un ascolto preciso, coinvolgente musicalmente e ritmicamente. Questa cuffia può essere una valida scelta anche per la produzione casalinga se si cerca una cuffia che abbia “dei bei bassi” ma che nel contempo non sia bugiarda e inattendibile: chi si occupa di generi elettronici bass-heavy la tenga seriamente in considerazione, facendo magari i conti con un minimo di scomodità di calzata a lungo termine. Molto meglio il comfort di questa OLLO comunque, che quello di una diffusissima DT-770 Pro a caso.
Se si va al confronto diretto con la S4X non ci sono questioni, la aperta vince per equilibrio timbrico, un po’ di spazialità sull’asse X in più e un senso globale di maggiore precisione, ma in compenso la S4R è più divertente e vivida, complice anche una sensibilità lievemente maggiore. Si capisce comunque, passando dall’una all’altra cuffia, che l’impronta timbrica è comune e che probabilmente chi apprezza una qualsiasi delle due gradirà parecchio anche l’altra.
In conclusione, OLLO ha rinnovato la propria gamma con una cuffia chiusa di eccellenti prestazioni e una personalità ben precisa. Questo ha un prezzo un po’ più alto delle cuffie da recording entry-level ma la mia raccomandazione è sempre quella di investire una quantità adeguata di denaro sugli ascolti se si fa seriamente con la musica.
Per chi dunque abbia bisogno di una cuffia chiusa con cui registrare, comporre e al contempo sentire in maniera accurata, la raccomandazione della S4R è molto, molto forte.
Scheda tecnica
Prodotto: OLLO Audio S4R
Tipologia: cuffia dinamica chiusa
Dati tecnici dichiarati dal costruttore:
Dimensione della capsula: 50 mm
Tipologia di magnete: neodimio
Principio di funzionamento: dinamico
Bobina: a due strati
Materiale della membrana: PET 25 micron
Capsule abbinate a mano
Risposta in frequenza: 20 Hz – 20 kHz entro 10 dB, con certificato di calibrazione individuale
Sensibilità: 111 dB/1 Volt RMS@1kHz
Impedenza nominale: 32 Ohm (adatta anche al pilotaggio da smart-device)
Diametro esterno dei padiglioni: 90 mm
Materiale dei padiglioni: noce americano
Materiale dell’archetto: acciaio inox e pelle nautica artificiale
Cuscinetti: diametro esterno 90 mm, diametro interno 55 mm, profondità 20 mm
Materiale dei cuscinetti: schiuma acustica, ecopelle ad alta elasticità, velluto
Cavo: 2 metri staccabile, terminato a Y con due mini-jack 2,5 mm lato cuffia e con un mini-jack TRS da 3,5 mm lato ampli. Adattatore per jack da 6,35 mm in dotazione
Peso: 382 grammi
Garanzia: cinque anni
Prezzo: 399,00 €
Distributore: OLLO Audio