UCX II: la 8 In/8 Out “entry level” di RME è vincente e completamente nuova

A 10 anni esatti dalla precedente UCX, la compatta unità che presidia la fascia poco sopra i 1.000 è oggetto di un completo reboot che la rimette al passo coi tempi e ne accresce la versatilità.

 

Diciamoci la verità: ci voleva. Quando si parla di RME infatti è sempre in agguato l’errore di valutare in modo ugualmente entusiastico tutti i prodotti del costruttore tedesco, che però ha una politica di rinnovo del catalogo a più velocità e che quindi mantiene in listino prodotti di generazioni tecnologiche diverse.

Non sono certo in discussione i leggendari e rocciosi driver RME, la stabilità di comportamento sul bus USB grazie a un’interfaccia proprietaria e nemmeno la qualità della costruzione, ma è innegabile che la tecnologia audio digitale in 10 anni sia andata avanti e quindi era necessario un profondo aggiornamento della UCX del 2011 per renderla competitiva coi prodotti concorrenti anche in termini di qualità di conversione e quindi di suono.

 

UCX II vs. UCX

La nuova UCX II non è dunque un restyling della precedente ma un prodotto completamente nuovo che ha lo scopo di fornire otto In e otto Out analogici con valida qualità di conversione anche a chi non arriva alla fascia superiore della gamma UFX e continua a prediligere il bus USB (anche perché Thunderbolt resta merce rara per chi non è su Mac…).

Vi è un’altra funzionalità importante in UCX II: oltre che come interfaccia audio collegata a un computer, la macchina può funzionare anche da sola come mixer digitale e registratore stand-alone su una memoria di massa USB collegata posteriormente a una presa di tipo A: è quello che la casa chiama DURec (Direct USB Recording) e gestisce drive fino a 2 TeraByte. Questo avviene anche grazie a un display OLED che riporta tutti i livelli degli I/O di cui dispone la macchina (analogici e digitali), quattro pulsanti e un encoder rotativo turn&click che facilitano la gestione direttamente da pannello.

RME_Fireface-UCX-II - Il display e i comandi

È in ogni caso possibile collegare la UCX II a un PC, configurarla col software di gestione e poi salvare internamente all’interfaccia sei differenti configurazioni da usare anche in stand-alone. Inoltre, se non si usa l’unità di memoria esterna per registrare, alla porta USB-A si può connettere il remote ARC che implementa nella UCX II le funzioni di monitor controller grazie ai pulsanti dedicati e alla grande manopola con cui gestire il volume.

RME_ARC

Altro avanzamento fondamentale rispetto alla precedente UCX è l’incorporazione in questo nuovo modello del circuito SteadyClock FS che finora era appannaggio di device RME di livello superiore (oltre che della recentemente rinnovata BabyFace FS) e che offre la migliore tecnologia della casa tedesca in termini di stabilizzazione del clock e reiezione del jitter. Come noto, un clock più stabile si associa a un suono più preciso, una migliore definizione dei contorni dei transienti e una globale sensazione di maggiore pulizia. La UCX II supporta frequenze di campionamento nel range 27 kHz – 200 kHz e quindi copre agevolmente le FS standard di 44,1/48/88,2/96/176,4/192 kHz.

 

Ingressi e uscite

Guardiamo ora alle capacità di collegamento e conversione: gli ingressi analogici a disposizione sono complessivamente otto, suddivisi in quattro frontali e quattro posteriori. Gli input 1 e 2 sono su combo XLR/jack TRS, sono bilanciati elettronicamente e consentono di collegare microfoni e sorgenti linea. Il preamp collegato a tali porte ha un gain fino a 75 dB (!) e quindi è in grado di accogliere anche i microfoni più “legnosi” offrendo un ragguardevolissimo valore di rapporto segnale/rumore posizionato a ben -128 dB con pesatura A e 60 dB di gain. È dunque garantita la possibilità di connessione diretta di qualsiasi microfono: come da tradizione RME non aspettatevi qui un suono caratterizzante o personale, ma tanta tanta pulizia sì. Gli ingressi 3 e 4 sono su jack TRS e possono funzionare come ingressi linea bilanciati, sbilanciati o Instrument. In quest’ultima configurazione l’impedenza sale a 1 MOhm e vi è la possibilità di collegare direttamente chitarre e bassi.

RME_Fireface-UCX-II - Gli ingressi frontali

Posteriormente invece gli ingressi da 5 a 8 sono solo linea e offrono un gain tra 0 e 12 dB. Il loro livello di riferimento può essere impostato su +19 dBFS o +13 dBFS (a ennesima smentita di chi afferma perentoriamente che “0 dB analogico corrisponde a -18 dBFS in digitale”, eh eh…). Le uscite posteriori sono sei indipendenti, tutte su jack TRS bilanciato. Grazie alla bassissima impedenza di 75 Ohm, nonché ai livelli di riferimento selezionabili tra +19 dBu, +13 dBu, +4 dBu la UCX II può pilotare virtualmente qualsiasi device in uscita (da l’ingresso di un effector, a un altro convertitore AD per il mastering, agli input di amplificatori o monitor amplificati).

RME_Fireface-UCX-II - Gli IO analogici posteriori

Da ricordare che le uscite analogiche 7/8 sono invece sul frontale e si affacciano su un unico jack TRS: via software è dunque possibile selezionare se tali uscite si configureranno come due output di linea sbilanciati oppure come una porta cuffia. Nel secondo caso si può contare su una impedenza di uscita bassissima e pari a 1 Ohm che favorisce anche il pilotaggio di cuffie difficili, mentre la potenza di uscita è buona anche se non altissima (210 mW/2.6 V RMS/+10.5 dBu su 32 Ohm con solo lo 0,1% di distorsione armonica totale). La UCX II piloterà dunque almeno l’80% delle cuffie in commercio, mentre per il pilotaggio di modelli di particolare pregio e al contempo voracità di corrente un ampli cuffia esterno darà ancora le migliori prestazioni.

Da notare che adesso tutte le porte analogiche di uscita sono accoppiate in continua e non solo quelle cuffia come nella precedente UCX: questo dettaglio può essere di nessun interesse per molti, ma per gli utilizzatori di synth modulari apre la strada a usare la UCX II come generatore di ben otto uscite CV per pilotare i loro hardware con il computer. Una feature non da poco.

Sul fronte delle connessioni digitali, anzitutto vanno citate le porte ADAT di ingresso e uscita, che risulteranno particolarmente utili soprattutto se si vuole espandere il numero di input analogici in un secondo momento. A questo proposito ricordiamo che una connessione ADAT trasporta sì otto canali di audio digitale, ma solo fino a 48 kHz di sampling rate. Se volete lavorare a 96 kHz la UCX II vi seguirà offrendovi quattro canali in S/MUX, mentre sono supportati anche i 192 kHz in doppio S/MUX ma a quel punto i canali ADAT diventeranno due soltanto.

RME_Fireface-UCX-II - Le connessioni digitali

Gli I/O digitali elettrici sono supportati su un connettore D-SUB 9 che tramite un break-out cable potrà fornire sia segnali in standard AES/EBU che S/PDIF. Il Word Clock invece viaggia sul tradizionale connettore BNC che può fungere sia da ingresso che da uscita. Infine una coppia di porte MIDI In/Out forniscono una connettività di alta qualità in questo sempre importante formato di controllo e comando: jitter e latenza MIDI sono infatti inferiori a 1 msec.

 

Conversione analogico/digitale

Sul fronte della qualità di conversione RME come al solito non fornisce dettagli dei chip utilizzati e solo un’ispezione interna potrebbe eventualmente dare informazioni in merito. L’analisi delle specifiche di base (sempre poco indicative del suono effettivo di un device, quando si parla di audio digitale) indicano comunque un progresso rispetto al modello precedente. Entrando negli AD posteriori non preamplificati, e quindi andando a guardare le prestazioni del solo stadio di conversione, il confronto UCX II/UCX è il seguente:

 
 UCX IIUCX
Rapporto segnale/rumore non pesato112 dB111 dB
Rapporto segnale/rumore con pesatura A115 dB113 dB
Risposta in frequenza con sampling rate di 96 kHz3 Hz – 45.8 kHz a -0,5 dB6 Hz – 45.3 kHz a -0,5 dB
Total Harmonic Distortion (THD)< -110 dB< -105 dB
Distorsione armonica + rumore (THD + N)< -104 dB< -98 dB

 

Al di là delle variazioni ridottissime nella risposta in frequenza, colpiscono soprattutto gli ultimi due dati ove miglioramenti di 5/6 dB corrispondono a un incremento della risoluzione effettiva di circa 1 bit. Ricordiamo infatti che le interfacce audio hanno una risoluzione di 24 bit che è esclusivamente teorica, mentre in pratica arrivare a risoluzioni di 18/19 bit-equivalenti è già un successo. Questo accade per i limiti dell’hardware reale che non è in grado di “fare a fette” il segnale analogico in ingresso sui 16 milioni di livelli permessi esclusivamente in teoria dalla codifica matematica a 24 bit. L’hardware odierno infatti ha una risoluzione più grossolana e riesce a “tagliare fette meno sottili” di quanto la sola matematica alla base della conversione a 24 bit permetterebbe. Questo naturalmente non è un limite di RME ma al contrario riguarda tutti i circuiti di conversione AD e DA presenti sul mercato, di qualsiasi casa. Onore dunque a RME nel dichiarare dati puntuali e realistici che permettono di capire davvero come vanno i suoi prodotti nel mondo reale.

 

Posizionamento e prezzo

La UCX II può essere collegata a computer Macintosh basati sia su Intel che su M1, mentre in ambito Windows è garantito il solito supporto per tutte le versioni da 7 a 10. Lo street-price si posizionerà realisticamente su 1.299 Euro, vale a dire più o meno il prezzo che aveva la vecchia UCX fino a qualche mese fa. Si tratta di una cifra estremamente competitiva per un prodotto con 8 In/8 Out analogici di valida qualità, specialmente per quegli utenti che a causa della configurazione del proprio PC non possono farsi tentare da alcune interfacce concorrenti che girano solo bus Thunderbolt e/o solo su Mac. Inoltre la UCX II è anche class-compliant e questo apre l’impiego anche su sistemi Linux e iOS. Per chi dunque cerca un prodotto di qualità, con molti I/O, connettività USB e finalmente aggiornato alle più recenti tecnologie di conversione, la UCX II rappresenta una delle scelte più valide e convincenti.

Giulio Curiel

Giornalista della storica rivista Strumenti Musicali dal 1993 al 2016, ho scritto oltre 1200 articoli su synth, studio technology e computer music. Se non so di cosa parlo, sto zitto.

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