Dreadbox Nymphes: polifonico a 6 voci… real analog… 499 €… Bomba termonucleare?!?

La greca Dreadbox è inarrestabile e adesso presenta un synth polifonico realmente analogico che col suo feature-set e il suo prezzo promette di sconvolgere la “lista della spesa” di fine anno di molti sintetisti. È tutta gloria? Scopriamolo insieme…

 

Dreadbox da qualche anno fa sintetizzatori-boutique (niente giochi di parole, please…) in tecnica real-analog che hanno già conquistato molti cuori grazie al loro suono succoso e potente abbinato a un prezzo sempre abbordabile, e probabilmente parametrato alle difficili condizioni dell’economia greca… È però col recentissimo monofonico Typhon (qui la nostra presentazione) che l’azienda di Atene ha fatto davvero breccia nel cuore di tanti perché ha sfornato un synth che suona davvero bene, è potentemente creativo e costa pochissimo in rapporto al tanto offerto.

L’operazione potrebbe ora ripetersi con il polifonico Nymphes annunciato oggi 13 settembre 2021 e già ordinabile sul noto store tedesco a 499 € (!): giusto per capirci subito, si tratta di un synth che entra nel ballpark sonoro degli storici Korg Polysix e Juno-106 e quindi parlerà al cuore di chi ama quelle macchine, tanto limitate sulla carta quanto sonore ed eufoniche.

Sì, belli i due oscillatori e i modelli di filtro multiplo nei polifonici, belle le wavetable lunghe e assortite, ma qui siamo al cospetto di una macchina che promette di farvi innamorare con un solo VCO e pochissime forme d’onda, esattamente come i modelli storici citati sopra.

Nymphes è un modulo desktop con sei voci di polifonia dalle dimensioni compattissime (meno di un Roland Boutique!) ma dalla generazione realmente analogica. La casa dice che è stato sviluppato “negli oscuri tempi della pandemia” e che essa “ha cercato di condensare un’idea ambiziosa in una box piccola e compatta, senza alcun compromesso sulla qualità dello strumento risultante”.

La catena di sintesi inizia con un singolo oscillatore con capacità di una funzione che Dreadbox definisce “waveforming”: in pratica dovremmo essere al cospetto di un oscillatore con capacità di passare continuamente da dente di sega a quadra a triangolare con il primo slider a sinistra. Lo stesso slider insieme poi al tasto Shift permette di accedere alla regolazione della PW. Ecco, il tasto Shift… Ognuno dei 14 slider di Nymphes ha due funzioni, e appunto la seconda viene acceduta con Shift: questa è la chiave per scoperchiare le potenzialità della macchina. L’oscillatore può essere poi complementato da un sub-oscillatore e da un generatore di rumore, ognuno dosabile in livello grazie a un mixer a tre canali. Il sub-oscillatore può essere detunato rispetto all’oscillatore principale, in modo da dar luogo a suoni più grassi e ricchi.

Dreadbox Nymphes blocco VCO VCF

Il suono confluisce quindi in due filtri analogici: abbiamo un filtro passa-alto da 6 dB/Oct non risonante che serve per “alleggerire” pad e suoni solisti e non far loro ingombrare troppo le basse frequenze, esattamente come succedeva nei Jupiter e Juno dell’era vintage. Il piatto forte è però un succulento filtro passa-basso a 24 dB/Oct con risonanza, regolabile in tracking di tastiera e profondità dell’intervento di un ADSR dedicato. Eh sì, perché se il pannello mostra solo un set di comandi ADSR gli inviluppi sono in realtà due e il secondo si accede (indovina un po’…) tramite il tasto Shift.

Anche gli LFO sono due: LFO 1 ha velocità e waveform regolabili, e qui un po’ per l’uso degli slider e un po’ per la grafica di pannello la similitudine con le macchine Roland del passato è evidente. Si tratta di un LFO polifonico, nel senso che l’oscillazione è indipendente per ciascuna delle sei voci della macchina. Vi sono funzioni di Fade In e Fade Out per far entrare/uscire la modulazione ciclica con tempistiche diverse dal trigger di tastiera. La frequenza di oscillazione può alzarsi fino a spingersi in banda audio, tanto da permettere la FM del VCO e del VCF.

Dreadbox Nymphes blocco ADSR LFO

Il secondo LFO è invece monofonico e quindi comune a tutte e sei le voci della patch. Esso può essere indirizzato a più parametri contemporaneamente, con profondità regolabili individualmente, sempre potendo regolare Keytrack, Fade In, Fade Out, selezione tra cinque forme d’onda e modalità Wide Frequency per spingersi in territori audio e fare FM.

Le modulazioni possono provenire anche dall’esterno sotto forma di comandi MIDI: Nymphes gestisce infatti i messaggi di Modulation wheel, Velocity e Aftertouch monofonico che possono essere diretti a più destinazioni contemporanee con profondità diverse.

Il segnale della catena di sintesi real-analog confluisce infine in un riverbero digitale dalla sonorità definita “lush” (ricca, piacevole) dal costruttore. Per esso si può regolare la dimensione dell’ambiente virtuale, il decadimento, il filtraggio in frequenza e il mix col segnale diretto. Ecco, se c’è un’unica, vera limitazione in Nymphes è che abbiamo solo questo effetto e non invece anche un Chorus come in Juno-106 o addirittura una selezione multipla tra Chorus, Ensemble e Phaser come era in Polysix. Ma visto il prezzo non si può pretendere l’universo-mondo…

Dreadbox Nymphes blocco logicoLa macchina dispone di 49 suoni presettati in fabbrica, più altre 49 locazioni per le programmazioni dell’utente. Le sei voci possono essere impiegate secondo ben sei modi di tastiera: polifonico, monofonico, duofonico, trifonico e due diverse modalità Unison per suoni ricchi e potenti. Una settima modalità Chord consente di memorizzare un accordo, e se ne possono salvare ben sette da utilizzare in alternativa e includere nella programmazione della patch.

Sul fronte delle connessioni si vedono forse i maggiori risparmi effettuati dalla casa: l’uscita audio è monofonica su jack 6,35 mm e duplicata su mini-jack da 1/8” per la cuffia. Il MIDI entra da USB oppure da un mini-jack per il quale poi nella box è fornito adattatore sul tradizionale DIN 5 poli. Una completa implementazione MIDI consente il controllo dei parametri di sintesi tramite messaggi MIDI CC e quindi anche la loro automazione via DAW o sequencer hardware. Non è presente alcun MIDI Out su DIN, e l’alimentazione arriva esclusivamente dall’USB. A questo proposito la casa raccomanda di usare una sorgente con almeno 1.000 mA di capacità per sfruttare davvero la sonorità real-analog della macchina, anche se l’assorbimento reale è di 310 mA: un qualsiasi caricabatterie moderno per cellulari ce la fa, ma non è detto che ce la facciano le porte USB 2.0 di qualsiasi computer. È possibile anche l’alimentazione via powerbank esterno, e con uno da 10.000 mAh si raggiungono le 50 ore di operatività.

Le dimensioni di Nymphes sono di 24 x 12,5 x 3,8 cm e il peso di appena 850 grammi, ma il cabinet è interamente in metallo per garantire robustezza e durevolezza. Il prezzo è di 499 Euro e lo strumento sarà disponibile a novembre 2021.

Un’ultima annotazione: Dreadbox ci tiene a far passare un messaggio relativo al nome e allo spirito di questa macchina, e noi vogliamo riportarvelo integralmente:

Nymphes è dedicato a tutte le donne abusate e oppresse. Possano le loro voci unirsi e portare luce, gioia e felicità a questo mondo di ingiustizia e ineguaglianza. Ogniqualvolta suonerete una nota su questo synth, immaginate di alleviare la loro sofferenza, diventerete un essere umano e un sintetista migliore.

Dreadbox nymphes-shadows-G

Per maggiori informazioni: https://www.dreadbox-fx.com/nymphes/

 

Disclaimer

Questo articolo è stato redatto sulla base delle pre-informazioni dedotte dai canali web di Dreadbox alla data del 13 settembre 2021. Non sostituisce una recensione e le informazioni riportate devono intendersi preliminari.

Giulio Curiel

Giornalista della storica rivista Strumenti Musicali dal 1993 al 2016, ho scritto oltre 1200 articoli su synth, studio technology e computer music. Se non so di cosa parlo, sto zitto.

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