Modal Electronics COBALT8: un gioiellino di Virtual Analog
I synth VA erano nati per emulare sia sonicamente che operativamente i veri analogici, ma sin dagli anni ’90 fu chiaro che potevano andare molto più in là. Oggi COBALT8 ribadisce questa situazione ed è una macchina che suona bene, ha personalità da vendere e viene offerto a un prezzo davvero favorevole.
La britannica Modal Electronics esordì nel 2013 col grande e impegnativo synth ibrido 002, una sorta di PPG Wave moderno steroidizzato. Dopo poco arrivò lo 008, un grande polifonico full-analog dal prezzo davvero, davvero importante. A quel punto tutti si sarebbero aspettati che il costruttore della contea di Hampshire proseguisse sulla strada delle macchine esclusive, e invece nel 2018 venne rilasciato il piccolo ed economicissimo SKULPT (a questo link la nostra recensione) che sfruttava in modo intelligente la tecnologia di modellizzazione Virtual Analog, l’unica che permetta oggi di realizzare un sintetizzatore polifonico low cost con sembianze di sintesi sottrattiva analogica.
Sulla base dell’esperienza e tecnologia sviluppata per SKULPT il costruttore britannico ha poi proseguito con due macchine più impegnative ma ancora ampiamente abbordabili: parliamo di ARGON8 (synth a wavetable) e del COBALT8 recensito qui. Quest’ultimo ha la parvenza di un Virtual Analog con polifonia a otto voci e architettura molto tradizionale, ma in realtà nasconde all’interno della sua catena di sintesi numerose finezze tipiche di Modal e che scopriremo nelle righe successive. Come già per ARGON8, anche COBALT8 – d’ora in avanti lo chiameremo C8 per amore di brevità – è disponibile in tre versioni: a modulo, a tastiera tre ottave, a tastiera cinque ottave. Funzionalmente e sonicamente sono tutte identiche tra loro, e solo il modulo perde qualche manopola di controllo fisica (tre, per la precisione) che finisce nel menu. In questa maniera Modal offre a ciascun musicista la macchina nella “taglia” che preferisce, e i prezzi scalano dolcemente di conseguenza.
Da un punto di vista costruttivo tutte le versioni sono basate su chassis metallico e pannello in alluminio piacevolmente anodizzato in un bell’azzurro elettrico, al centro del quale campeggia un display OLED da 1,5” con capacità grafiche. I modelli a tastiera usano una meccanica Fatar con velocity e aftertouch monofonico. Pitch e Modulation Wheel sono sostituite da un joystick X/Y con funzioni assegnabili, che è presente anche nel modulo. Lo strumento è dotato anche di tre linee di effetti interni, di sequencer e arpeggiatore, configurandosi quindi come macchina completa e molto versatile anche in sede di performance e non solo in studio. Una app di controllo multipiattaforma permette, come sempre in casa Modal, di editare i suoni, gestire le locazioni di memoria, modificare le sequenze.
Bene, ora che abbiamo fatto le presentazioni, è ora di…
Capire *davvero* COBALT8
La catena di sintesi “apparente” di C8 è basata sul modello della sintesi sottrattiva con due oscillatori, filtro multimodo, tre inviluppi, tre LFO e tre generatori di effetto. A voler tagliare corto potremmo finirla qua, ma così facendo ci perderemmo molte chicche che invece caratterizzano lo strumento Modal, e che lo pongono in uno spazio timbrico e operativo tutto suo.
Il blocco oscillatori è sicuramente quello più caratteristico: più che due oscillatori singoli siamo infatti davanti a due “Oscillator Group” come li chiama il costruttore, e ciascuno di essi può essere impostato tra 40 algoritmi e contenere fino a quattro oscillatori virtuali al proprio interno. Tra l’altro va evidenziato come la macchina sia nata con 34 algoritmi e poi altri sei siano stati aggiunti con un update di sistema operativo, per cui si può ipotizzare che queste dotazioni possano ulteriormente crescere in futuro.
Ciascun algoritmo identifica una waveform o combinazione di waveform, più eventualmente un’operazione di detuning, di PWM, di sync, di modulazione ad anello o di FM, e dispone di due manopole A e B che ne controllano i parametri fondamentali come una sorta di “macro”. Servirebbe lo spazio di un manuale per spiegare in dettaglio la funzioni di ciascun algoritmo, tuttavia tre esempi tra i 40 disponibili possono rendere l’idea della logica del prodotto:
- VA Sweep offre una variazione continua tra le waveform sinusoidale/triangolare/dente di sega/quadra, permettendo la regolazione della PW (manopola A) e il detune tra gli oscillatori interni del gruppo fino a poterli impostare su intervalli musicali predeterminati (manopola B);
- Spread Saw somiglia alla famosa SuperSaw di Roland, con la manopola A che aumenta il detuning e la B che introduce ulteriori intervalli/componenti armoniche come per esempio un oscillatore virtuale accordato un’ottava sopra;
- Hard Sync Square offre il classico suono del sync, con la manopola A che regola l’accordatura tra i due oscillatori virtuali e la B che inserisce un sub-oscillatore un’ottava sotto.
Gli altri 37 algoritmi si occupano di offrire PWM su diverse forme d’onda, una complessa tipologia di sync denominata Fractal, forme d’onda che periodicamente si invertono (Reverse Saw, ecc…), ring modulation dal suono metallico (Metal Saw, ecc…), modulazioni ad anello casuali su più waveform (Chaos Saw, Chaos Square, Chaos Tri), una triangolare ripiegata nei suoi vertici (Folded Triangle), rumore con profilo di filtraggio variabile, vari tipi di FM con più scelte per la waveform portante e quella modulante. Nell’insieme si tratta di opzioni piuttosto complesse da conoscere a fondo e memorizzare una per una, ma il display che indica le forme d’onda effettivamente prodotte aiuta non poco a comprendere ciò che si sta facendo al suono.
Quanto sopra viene impostato per ciascun Oscillator Group e, siccome ce ne sono due, uno può lavorare per esempio in hard-sync e l’altro in FM, oppure uno in normale modalità VA Sweep e l’altro in Spread Saw. I due gruppi di oscillatori possono inoltre essere accordati diversamente tra loro e regolati in mix. Infine, una manopola Drift regola la scordatura casuale di pitch e fase di ciascun oscillatore. Una funzione Glide attiva il portamento su tutte le note (Auto Glide) oppure solamente su quelle suonate legate (Legato Glide).
Venendo al filtro, la casa lo descrive come “4-pole morphable ladder filter” e questo ci fa capire due cose: 1) che il filtro può variare con continuità la sua configurazione e 2) che la architettura “ladder” è ispirata ai classici filtri Moog, pur senza emularli direttamente. Oltre ai tradizionali comandi di Cutoff e Resonance infatti l’utente ha a disposizione una terza manopola Morph che cambia la configurazione del filtro e la funzione Type per selezionare il tipo di filtraggio adottato tra LPF Resonant LPF, Balanced LPF, Balanced HPF e Balanced Phase (produce due notch nella risposta).
Il passa-basso è disponibile in due versioni distinte perché Resonant LPF ha un comportamento più nasale e appunto risonante, mentre invece Balanced LPF perde livello alle basse frequenze quando si alza il valore di risonanza e viceversa essa si abbassa quando il cutoff viene impostato per valori di frequenza di taglio molto bassi. Per portare un esempio di funzionamento del comando Morph, quando si seleziona un LPF si osserva che esso varia con continuità tra un passa-basso a quattro poli, un passa-banda e infine un passa-basso a un solo polo. Si ripresenta qui anche nel filtro la logica già vista nel comparto oscillatori che tende a sfruttare la tecnologia virtuale per offrire un numero elevato di opzioni in alternativa tra loro, mentre nel mondo realmente analogico esse sarebbero assai costose da implementare per l’incremento di complessità circuitale che comportano.
Modulazioni
COBALT8 offre tre inviluppi di tipo ADSR: uno è cablato permanentemente al filtro (Filt-EG), un all’amplificatore (Amp-EG) e uno è il Mod-EG che è libero per essere impiegato in vari scopi di modulazione. La tecnologia VA offre più opzioni anche in questo comparto e così si possono selezionare otto comportamenti a scelta tra profilo esponenziale (Expo), percussivo (Snappy), graduale (Soft), lineare (Linear) e altrettante varianti con tempi lunghi fino a 10 secondi e contraddistinte dal suffisso “Long” nel nome. Mentre Amp-EG è unicamente unipolare, Filt-EG e Mod-EG possono essere regolati per profondità di modulazione anche negativa e quindi rovesciata rispetto al naturale profilo dell’inviluppo. Le manopole sul pannello sono solo quattro e quindi si agisce su un solo inviluppo per volta selezionandolo con tre pulsantini, ma premendo Amp-EG o Filt-EG mentre si girano le manopole si applicano gli stessi valori a tutti e tre gli inviluppi contemporaneamente.
Tre sono anche gli LFO a disposizione: il primo è globale e quindi agisce contemporaneamente su tutte e otto le voci della macchina, mentre LFO2 ed LFO3 sono polifonici e quindi l’oscillazione è indipendente per ciascuna voce. Anche qui il command-set è unico e si sceglie tramite pulsanti su quale LFO lavorare in quel momento. La velocità di oscillazione si regola con la manopola Rate che ruotata a destra determina un comportamento free-running mentre ruotata a sinistra sincronizza l’oscillatore di bassa frequenza al tempo interno della macchina o a quello in arrivo tramite clock MIDI. Si tratta di una sottigliezza, che però accelera enormemente il processo di sincronizzare gli LFO solo quando si desidera farlo, on-demand, e non invece tramite un comando di Clock-sync da andare a scovare in qualche menu e poi lasciare così com’è.
La manopola Shape consente di selezionare tra le forme d’onda Sine, Tri, Sqr, Sawtooth/Ramp up, Sawtooth/Ramp down, S+H, Slewed S+H (una random addolcita rispetto alle classiche oscillazioni casuali tipiche del Sample&Hold). Gli LFO possono oscillare liberamente o essere agganciati nel loro punto di start alla pressione sui tasti di tastiera.
La gestione delle modulazioni avviene tramite l’ormai consolidato modello della matrice: C8 gestisce 12 sorgenti verso 55 destinazioni, e per farlo sono disponibili 12 slot indipendenti. Di questi, quattro slot hanno assegnazione fissa (Note>Cutoff; asse Y del joystick>profondità di LFO1; Aftertouch>Cutoff; velocità di tastiera>volume), mentre altri otto slot sono liberamente assegnabili nella loro combinazione di sorgente e destinazione. Le profondità di modulazione possono essere bipolari.
Tra le 12 sorgenti di modulazione vi sono LFO1, LFO2, LFO3, EG, numero di nota, velocity, espressione, aftertouch, direzione + e direzione – del joystick sull’asse X, direzione + e direzione – del joystick sull’asse Y. Fra le destinazioni vi sono le frequenze degli oscillatori e anche i loro macro-parametri A e B; cutoff, risonanza e morphing del filtro; i tempi degli inviluppi; il portamento; la profondità degli effetti e infine sei parametri per ciascuna delle tre catene di effetti disponibili. Il che ci porta a parlare de…
Gli effetti
COBALT8 dispone di tre processori separati di effetto (FX1, FX2, FX3) che hanno un importante impatto sul suono finale della macchina. Ciascun effetto è stereofonico e può essere configurato a scelta su algoritmi di Chorus, Phaser, Flanger (Pos), Flanger (Neg), Tremolo, LoFi, Rotary, Stereo Delay, Ping-Pong Delay, X-Over Delay, Reverb. È possibile cambiare l’ordine degli effetti, in modo per esempio che oltre al tradizionale 1>2>3 vi sia possibilità anche di configurazioni come 3>1>2 e così via. L’unico limite è che lo stesso tipo di effetto non può essere presente in più di uno dei tre processori, per cui per esempio non è possibile avere due delay o due riverberi in cascata (ma un delay e un riverbero sì!).
Ogni effetto ha a disposizione sei parametri di customizzazione, che sono tanti per un effector integrato in un synth. Inoltre gli effetti dispongono di memorie proprie e slegate da quelle di preset di voce, per cui in C8 vi è spazio per 100 preset di effetto. Questo è molto positivo perché consente per esempio di trasportare con facilità da un preset all’altro lo stesso riverbero o lo stesso delay, in modo da dare ambienze o durate dei ribattuti uniformi a diversi suoni.
Modi di tastiera, arpeggiatore, sequencer, memorie
La tastiera di COBALT8 può operare in modalità polifonica, monofonica, Unison, Stack, Chord. In Unison si attua un comportamento monofonico in cui si possono mettere due/quattro/otto voci su un unico tasto. In modalità Stack la situazione è analoga ma qui abbiamo un comportamento polifonico che può avere una, due o quattro voci per tasto premuto. Di particolare interesse è poi il modo Chord perché qui si premono sulla tastiera più note e poi si assegnano per l’esecuzione con un solo tasto: con la combinazione del tasto Patch e la manopola Drift poi si possono creare diversi rivolti dell’accordo impostato, oppure aggiungere note un’ottava sotto la sua fondamentale, sotto i gradi pari o quelli dispari. La tastiera può rispondere secondo sei curve di velocity e cinque di aftertouch, in modo da adattarsi a tutti gli stili esecutivi dal più leggero al più “pestone”.
L’arpeggiatore ha architettura tradizionale ma può anche essere programmato, può essere agganciato al clock interno oppure a quello ricevuto dall’esterno, lavorare sulle divisioni ritmiche più comuni, gestire la lunghezza del Gate dei 32 step massimi disponibili e, tramite pressione sul tasto Mode, selezionare range di ottava e direzione dell’arpeggio. Sono disponibili anche una funzione Latch, la possibilità di gestire lo swing e quella di inserire non solo note ma anche pause nella frase arpeggiata.
Il sequencer può lavorare sia a step che in tempo reale, ma con l’avvertenza che una data sequenza non può essere gestita con entrambe le modalità: se la si inizializza a step, poi tutto l’editing sarà a step, e altrettanto vale per la modalità real-time. In modalità step si possono memorizzare sequenze lunghe fino a 64 passi, e ogni passo può contenere un massimo di otto note (sequencing polifonico). Negli step è inoltre possibile memorizzare la posizione di quattro controlli della catena di sintesi, passo per passo, per realizzare automazioni simili al famoso Parameter Lock di Elektron. In modalità real-time invece si possono registrare sequenze fino a 512 note, quantizzarle e anche qui aggiungere quattro tracce di automazione per altrettanti parametri del synth. La macchina può memorizzare 100 sequenze separatamente dalle 500 patch timbriche memorizzabili, ma poi nella patch è possibile specificare se essa deve richiamare una ben determinata sequenza: in questo modo, al recall di un suono vi può essere il contemporaneo recall del relativo pattern melodico.
Connessioni e MIDI
Il pannello connessioni posteriore è bello completo: troviamo un’uscita stereo su jack sbilanciato, l’uscita cuffia, l’ingresso per un segnale esterno su mini-jack, MIDI In e Out sia sui tradizionali connettori DIN che imbustato su USB, prese per pedale di espressione e pedale di sustain, porte di Clock In e Clock Out in formato analogico su mini-jack per interfacciarsi con macchine Eurorack-style e similari. Vi è infine la presa per l’alimentatore esterno.
L’ingresso esterno Audio In può gestire un segnale stereofonico e inviarlo direttamente in uscita per fare a meno del mixer in caso di un set-up di piccole dimensioni, o farlo eventualmente transitare negli effetti di C8 ma comunque non processarlo attraverso il filtro di bordo come invece permettono altri synth.
L’implementazione MIDI è molto completa, con capacità di trasmettere e riconoscere MIDI CC per praticamente tutti i parametri della catena di sintesi, trasmettere o meno gli output di joystick, arpeggiatore e sequencer, abilitare dei filtri sui diversi tipi di messaggi MIDI in transito (Notes, CC, Program Change, Aftertouch, Pitch-bend, Transport, Clock, SysEx). Inoltre è supportata la recente modalità di espressione polifonica MPE, in modo da rispondere ai messaggi creati con tastiere-controller che la generano come per esempio alcuni modelli Roli.
A chiusura, va segnalato che due COBALT8 possono essere messi in poly-chain per ottenere un unico synth con polifonia a 16 note.
Modal App
Si tratta della app gratuita con cui comandare ed editare il synth. L’app è disponibile per MacOS 10.10+, Windows 8+, iOS 12+, Android 6+, e inoltre può operare anche come plug-in VST3 e AU dentro le DAW che supportano questi formati. Quando C8 è collegato all’app i due sono sempre automaticamente sincronizzati e l’app riflette il contenuto dei programmi, delle sequenze e degli editing dello strumento.
La presenza dell’app è estremamente benefica anche in una macchina come questa in cui i comandi fisici abbondano e il display grafico aiuta non poco, perché comunque C8 ha una struttura complessa, numerosi tasti multifunzione e una ricca disponibilità di opzioni. Con l’app allora è possibile visualizzare in maniera ordinata e soprattutto organica tutta la struttura della patch e capirla con un colpo d’occhio.
Nella metà superiore della videata di Modal App sono presenti i parametri della catena di sintesi, in mezzo i 12 slot della matrice di modulazione con capacità di cogliere immediatamente routing e profondità, mentre nella metà inferiore dello schermo sono presenti sei tab che forniscono accesso al Preset Manager, alle sorgenti di modulazione, agli effetti e loro parametri, al sequencer, alle modalità di tastiera, e infine alle impostazioni della macchina. Complessivamente Modal App contribuisce molto all’usabilità e in definitiva al valore di COBALT8.
In pratica
Lo strumento appare ben fatto, solido e caratterizzato da materiali appaganti, il che non è affatto scontato in questa fascia di prezzo. L’editing da pannello è intuitivo, ma la presenza di tanti parametri non sempre comuni in altri synth conferma che l’uso dell’app permette di accedere a un livello di controllo ancora superiore: non dimentichiamo infatti che molti comandi hanno una doppia funzione, e alcuni addirittura tripla. L’ergonomia e la UI sono state comunque studiate molto bene da Modal e l’accesso alle varie funzioni, anche quando si richiede la combinazione di più comandi, è sempre veloce e soprattutto intuitivo, logico.
La sonorità di C8 è evidente: si coglie subito che non siamo davanti a uno strumento meramente emulativo ma piuttosto a un generatore sonoro che – pur all’interno dello stile sonoro tipico dei synth analogici – offre brillantezza e ricchezza, originalità e scintillio.
Per approfondire la sonorità della macchina Modal, ecco le demo di Daniele Chierichetti che si occupa di farla uscire alla grande:
Prima parte:
Seconda parte:
Terza parte:
Conclusioni
Se siete alla ricerca del vostro primo synth real-analog forse COBALT8 non è per voi: prima di tutto perché non è davvero analogico, ma poi e soprattutto perché il suono è meno classico di quello di poly-analog tradizionale. Esso fa piuttosto venire in mente la timbrica originale di alcuni modelli di Nord Lead, ma a un prezzo nettamente inferiore.
Chiarito questo, C8 è viceversa un synth davvero interessantissimo per chi vuol farsi da solo i propri suoni con tanto e gratificante editing di pannello, e accedere così a una palette sonora vasta, brillante, moderna e dal forte potenziale creativo. Ottimo dunque in abbinamento a un monosynth analogico tradizionale ma anche a un poly-real-analog dal sapore vintage che complementerà a pennello, C8 si presenta come macchina davvero interessante, da esplorare in lungo e in largo per trarne molto spesso timbri che sono belli, presenti e personali.
In questa ottica il prezzo è estremamente azzeccato ed è in grado di interessare una vasta gamma di utenti, dal principiante che non vuol spendere molto ma cerca comunque una machina di qualità al professionista che desidera espandere la propria palette sonora in direzioni nuove e creative.
Da lodare infine l’articolazione dell’offerta Modal in quanto C8 è disponibile in versione Module (montabile anche in rack!) e con tastiera a tre o cinque ottave. In questa maniera ciascun musicista può trovare la versione che più fa al caso suo in base alle esigenze di ingombro, trasportabilità e suonabilità, e anche i prezzi scalano tra i tre modelli con una progressione assolutamente ragionevole.
Ascoltate dunque la bella timbrica di Modal COBALT8 dalla demo: potreste innamorarvene, così come sta già capitando a diversi professionisti che pur negli anni ne hanno viste di cotte e di crude in campo synth…
Scheda tecnica
Prodotto: Modal Electronics COBALT8
Tipologia: Sintetizzatore virtual analog
Dati tecnici forniti dal costruttore
Sintetizzatore analogico virtuale con polifonia a 8 voci
Fino a 8 oscillatori per voce per un massimo di 64 oscillatori simultanei
Forme d’onda Osc elementari saw, pulse, triangle e sine + 40 algoritmi complessi come cross modulation (PWM, Osc sync, ring mod, ecc…) e wave morphing
Filtro ladder risonante a 4 poli con 4 configurazioni commutabili
È possibile accedere a 3 generatori di inviluppo dedicati per Amp, Filter, Mod, individualmente o simultaneamente
3 LFO con capacità audio, con 7 forme d’onda e sincronizzazione al tempo (2 polifonici, 1 globale)
Sequencer a 512 note in tempo reale, con modalità polifonica e 4 animazioni dei parametri registrabili
Arpeggiatore programmabile a 64 step con funzione di gestione delle pause
3 effetti stereo indipendenti per chorus, phaser, flanger (positivo e negativo), tremolo, lo-fi, rotary, stereo delay, ping-pong delay, x-over delay e riverbero
500 patch timbriche memorizzabili, di cui 300 contenenti programmi di fabbrica modificabili
È possibile salvare 100 sequenze e collegarle a qualsiasi patch
8 slot a richiamo rapido consentono il richiamo istantaneo dei suoni-utente preferiti
Le modalità tastiera multipla includono mono, poly, unison 2, unison 4, unison 8, stack 2 e stack 4
Portamento con modalità legato e staccato
Robusta struttura in acciaio e alluminio
Ingresso e uscita clock sync analogico da 1/8″, configurati secondo le specifiche Korg/Teenage Engineering
Ingresso Aux da 1/8″ per instradare l’audio esterno attraverso gli effetti
MIDI over USB con compatibilità nativa: può essere utilizzato con tablet e smartphone
Dimensioni: 555 x 300 x 100 mm
Peso: 5,6 kg (riferiti al modello a 37 tasti)
Prezzo: 579 Euro versione modulo, 649 € versione 37 tasti, 749 € versione 61 tasti.