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Universal Audio Digital: i plug-in in bundle con Apollo X, e tutte le loro possibilità

UAD ha un invidiabile catalogo di plug-in a pagamento con cui si può fare davvero di tutto. Ma quali sono le funzioni e il suono di quelli che vengono forniti all’acquisto dell’interfaccia? Quanto lontano si riesce ad andare con essi? Scopriamolo insieme…

 

Guardi alle interfacce UAD e subito pensi “bellissimi i plug-in proprietari, ma poi ci devo spendere un capitale…”. Il che sarà anche vero, ma solo se si comincia a saccheggiare senza limiti il catalogo di quelli disponibili a pagamento, e non si sfruttano invece a dovere i plug-in forniti in primo equipaggiamento. Da sempre infatti le interfacce audio della serie Apollo vengono vendute con alcuni plug-in base già inclusi nel prezzo dell’hardware, e non si deve far l’errore di pensare a priori che si tratti di “contentini” buoni unicamente per partire.

Si tratta al contrario di alcuni plug-in validi che possono costituire il punto di partenza per una collezione di effetti essenziali e fondamentali. Questo è ancor più vero se si guarda alla nuova serie Apollo X Heritage Edition, ove il numero di plug-in stock è considerevolmente aumentato.

Scopo di questo articolo è dunque farvi capire cosa si può fare con la “semplice” dotazione-base delle interfacce Apollo X. Poi è chiaro che l’appetito verrà mangiando, ovvero che man mano che si usa il sistema UAD si desidererà aggiungere altri plug-in a pagamento. L’importante è non essere bulimici, non accumulare tanti diversi plug-in dello stesso tipo che poi diventa difficile conoscere in dettaglio.

Se infatti ci si lascia andare, potrebbe capitare di trovarsi con dieci compressori o equalizzatori diversi, senza tuttavia aver avuto il tempo e la costanza per scoprire il carattere timbrico di ciascuno di essi. È viceversa preferibile imparare a conoscere il sistema UAD a partire dai suoi componenti fondamentali, e poi fare ulteriori acquisti mirati solo per quanta parte delle vostre esigenze non sono coperte da essi.

 

La dotazione-base

Tutte le interfacce UAD serie Apollo vengono correntemente fornite con il bundle Realtime Analog Classics Plus, che comprende:

UA 610-B Tube Preamp & EQ
Marshall Plexi Classic Guitar Amp
Teletronix LA-2A Leveling Amplifier (Legacy)
UA 1176LN Limiting Amplifier (Legacy)
UA 1176SE Limiting Amplifier (Legacy)
Pultec EQP-1A EQ (Legacy)
Pultec Pro EQ (Legacy)
Ampeg SVT-VR Classic Bass Amp
Precision Channel Strip (Precision Mix Rack Collection)
Precision Reflection Engine (Precision Mix Rack Collection)
Precision Delay Mod (Precision Mix Rack Collection)
Precision Delay Mod L (Precision Mix Rack Collection)
Raw Distortion
RealVerb Pro Custom Room Modeler
Fairchild 670 Compressor (Legacy) – incluso solo con Apollo x4, x6, x8, x8p
Precision Enhancer Hz – incluso solo con Apollo x4, x6, x8, x8p

A questi plug-in, l’Heritage Edition Bundle – che accompagna tutte le Apollo serie X attualmente in commercio – aggiunge altri 10 prodotti:

UA 1176 Classic Limiter Collection
Teletronix LA-2A Classic Leveler Collection
Pultec Passive EQ Collection
Fairchild Tube Limiter Collection
Teletronix LA‑3A Audio Leveler
UA 610 Tube Preamp & EQ Collection
Helios Type 69 Preamp & EQ Collection
V76 Preamplifier
Oxide Tape Recorder
Pure Plate Reverb

In questo articolo andremo a vedere il dettaglio dei plug-in del bundle Realtime Analog Classics Plus allo scopo di conoscerli più da vicino. Per farlo ci avvarremo anche di alcuni testimonial, scelti tra musicisti e fonici che usano UAD già da tempo e che quindi conoscono bene la piattaforma. Nel prossimo articolo approfondiremo invece il contenuto della Heritage Collection.

 

UA 610-B Tube Preamp & EQ

UAD 610BÈ la replica del classico preamplificatore valvolare di casa Universal Audio, capace di suono caldo e vintage nonostante questa sia la versione modellata sull’hardware più recente, il 2-610 Dual Channel Tube Preamplifier tutt’ora in commercio. Si possono emulare gli effetti della diversa preamplificazione operata dagli ingressi Mic e Line, dosare da -10 a + 10 dB il gain del primo stadio di preamplificazione valvolare, e poi regolare alti e bassi con due controlli a tre frequenze di taglio ciascuno. L’effetto di questa equalizzazione è molto musicale ma al contempo incisivo, con un ampio effetto su tutto il range di frequenze selezionato, in grado di apportare peso e corpo col comando dei bassi e frizzantezza e “sparkle”, scintillio con quello degli alti.

La grande manopola centrale che si trova in basso nella UI è invece deputata alla regolazione del guadagno dello stadio di uscita su un ampio range di 61 dB. Un successivo comando Output non apporta alcun colore ma permette di adeguare al meglio il segnale del preamp ai successivi stadi di elaborazione e mixaggio della DAW.

Il preamp UA 610-B è anche dotato di funzionalità Unison e quando inserito su un canale di input di UAD Console è in grado di modificare l’impedenza di ingresso delle porte fisiche della Apollo collegata, per effetti sottili ma comunque percepibili, con una netta impronta di “suono dell’hardware” che influenza quello del microfono o della chitarra collegati.

Complessivamente questo preamp è davvero utile sulle voci, ove anche una ripresa con un microfono lineare ma un po’ anonimo può essere riportata a un forte livello di personalità e tridimensionalità. Se si vuole, UA 610-B può essere ideale anche per dare “succo” a un basso o a un synth digitale che entri alle porte analogiche di Apollo. Decisamente un front-end di carattere, non pulito e chirurgico ma al contrario colorato e molto vitale, che vi ritroverete a usare piuttosto spesso. Carico DSP di circa 24% per la versione mono e 46% per quella stereo, medio.

 

Marshall Plexi Classic Guitar Amp

UAD Marshall Plexi Classic

La rendition digitale dell’amplificatore per chitarra Marshall non è sviluppata internamente da UAD ma è a cura della scandinava Softube. Si tratta di un’emulazione del Super Lead del 1967 in possesso di tale casa e offre i tradizionali comandi della testata Marshall (Presence, Bass, Middle, Treble, Volume 1, Volume 2). Lo sviluppatore ha aggiunto un ulteriore mixer che emula la ripresa di questo ampli a cura di sette diversi tipi di microfoni che alimentano tre canali virtuali (Mic 1, Mic 2 e Room). Per ogni microfono è possibile selezionare tipologia, livello e panpot, e alla fine del percorso del mixer è disponibile un EQ bassi/alti e un livello Master. L’impiego della tecnologia Unison permette alla chitarra collegata all’input fisico Hi-z della Apollo di vedere un’impedenza simile a quella fornita da un reale guitar amp. Carico DSP di circa 32%, piuttosto basso.

 

Teletronix LA-2A Leveling Amplifier (Legacy)

Pensi “registrare la voce” e automaticamente pensi a usare lo storico LA-2A per domarne la dinamica e posizionarla saldamente nel mix. Di lui Emilio Albertoni, fonico e produttore che ha collaborato in vari progetti cantautoriali indie/new wave e scritto musiche per campagne pubblicitarie, ci dice: “Da quando utilizzo UAD non c’è voce che non abbia fatto passare attraverso l’LA-2A (in particolare la versione Silver). Se hai dei dubbi riguardo al volume in mix della voce, lui può darti la risposta. Semplicemente un plug-in imprescindibile”. Tecnicamente, LA-2A è un compressore ottico sviluppato all’inizio degli anni ’60 che non è dotato dei tradizionali comandi di soglia e rapporto di compressione, ma al contrario comprime in maniera gradatamente maggiore man mano che si spinge sul comando Peak Reduction. Il successivo comando Gain regola il guadagno post-compressione fino a 40 dB. Uno switch Compress/Limit imposta il rapporto di compressione approssimativamente su 3:1 (Compress) oppure su ∞:1 (Limit) ma per questo tipo di prodotti va sempre ricordato che la compressione effettiva è appunto funzione sia del livello che della frequenza del materiale in transito.

UAD Teletronix LA-2A Legacy

Occorre precisare che il plug-in fornito nel bundle base è in versione Legacy, ovvero quella sviluppata diversi anni fa per la prima piattaforma UAD e molto parca di consumo DSP. Nei periodi successivi Universal Audio ha sviluppato altre e più sofisticate versioni del plug-in, inserendole in un bundle a pagamento denominato LA-2A Classic Leveler Plug-In Collection (299 € al lordo degli sconti periodici che la casa riserva ai suoi utenti, oppure ottenibile all’interno dell’Heritage Edition Bundle): questa collezione include tre ulteriori versioni dello storico LA-2A che modellizzano altrettante revisioni hardware, e che sicuramente interesseranno chi intende impiegare estesamente tale storico compressore. A livello di home recording la versione Legacy è comunque abbastanza valida per iniziare ed è tanto semplice da usare quanto efficace per “far sedere” una voce in un mix, anche applicando tassi di compressione molto elevati se la/il cantante esibisce importanti variazioni di livello in fase di esecuzione. Si tratta quindi di un plug-in indispensabile, dal quale magari poi iniziare il viaggio verso le successive versioni più sofisticate che aggiungono maggiore tridimensionalità, calore e realismo alle già buone performance di questa Legacy. Carico DSP del 4%, bassissimo.

 

UA 1176 Limiting Amplifier (Legacy)

Accanto all’LA-2A, l’1176 è l’altro storico compressore del mondo della registrazione moderna. Qui però siamo davanti a un circuito a FET assai più veloce e potenzialmente violento, nonché ampiamente più versatile. Anche in questo caso la versione fornita in bundle all’hardware è la Legacy, ovvero quella sviluppata diversi anni fa e poi sfociata nel tempo nelle più complete, raffinate ma anche più pesanti versioni successive.

UAD 1176LN Legacy

La Legacy version in particolare non modellizza l’effetto del trasformatore di ingresso e la distorsione caratteristica che l’1176 esibisce tra l’ingresso e l’uscita a opera del suo amplificatore di linea anche quando non usato per comprimere. Il plug-in può essere istanziato in modalità 1176LN oppure in una ancora più leggera ma meno fedele 1176LN SE. Quest’ultima è ideale da impiegare in tante istanze su tracce di background senza consumare troppe risorse DSP, in modo da comprimere in “logica 1176” con una timbrica trasparente ma senza avere il suono caratteristico del compressore hw nella sua interezza.

UAD 1176LN SE Legacy

I comandi sono quelli classici di questa famiglia di compressori: Input Level (determina il grado di amplificazione di ingresso e quanto “duramente” si andrà a colpire lo stadio di compressione), Output Level, Attack, Release. Infine vi sono i quattro famigerati pulsanti che da sempre caratterizzano questo compressore e che scelgono il Ratio tra 4:1, 8:1, 12:1 e 20:1. È ovviamente implementata la modalità “All Buttons On”, detta anche “British Mode” o “Nuke” che consiste nello schiacciare in dentro tutti e quattro i pulsanti di Ratio e ottenere così un comportamento anomalo che si caratterizza per un rapporto di compressione elevato e vicino al massimo ottenibile dal circuito, ma con dei punti di bias diversificati rispetto alle selezioni dei rapporti normali. Il risultato è un suono marcatamente più distorto e tutto avanti sia per la netta riduzione di dinamica sia appunto per questa distorsione che enfatizza le armoniche e quindi la “leggibilità” del materiale in transito da parte del cervello dell’ascoltatore.

Il salto alla successiva e più evoluta e completa versione UA 1176 Classic Limiter Collection costa 299 € al lordo degli sconti, ma va segnalato che essa è inclusa nel bundle Heritage e quindi ce ne occuperemo in quella sede. Intanto i nostri 1176 Legacy si caratterizzano per grande usabilità e occupazione DSP molto ridotta (6% per 1176LN in mono e sotto il 3% per 1176LN SE), per cui sono sicuramente un punto di riferimento del bundle-base per voci rock, bass e snare drum, basso elettrico, e in genere per tutti quelle tracce alle quali si vuole dare una gran “pacca” e una spinta in avanti nel mix.

 

Pultec EQP-1A EQ e Pultec Pro EQ (Legacy)

Gli equalizzatori Pultec sono dei classici che affondano le loro radici negli anni ’50 e si distinguono per la circuiteria passiva che ne condiziona l’operatività: se infatti siete abituati al classico equalizzatore parametrico con bande a campana, selezione della frequenza di centro-banda e controllo di livello in esaltazione/attenuazione, qui troverete tutt’altro: lo storico EQP-1A infatti si distingue per lavorare su tre bande (Low in cut/boost, High in boost e un ulteriore comando per l’attenuazione delle alte frequenze ma su tagli diversi). Si hanno quindi a disposizione sia un controllo di attenuazione che uno di boost approssimativamente negli stessi range frequenziali. In pratica potete attenuare ed esaltare una gamma allo stesso tempo, e viste le asimmetrie delle due sezioni il risultato non è nullo ma al contrario una curva tanto accidentata quanto “musicalmente utile”. I due circuiti Boost e Atten non agiscono infatti sulle stesse frequenze e quindi si può spingere su ciò che dà pacca e al contempo tagliare ciò che porta via headroom.

UAD Pro EQ Legacy

Gli EQ Pultec si possono usare sia su un intero stem o addirittura sul master per impartire colorazioni molto dolci, sia su singole tracce quali voce o synth per interventi più radicali sul loro bilanciamento timbrico. Gli strumenti solisti diventano più chiari e riconoscibili senza risultare indebitamente esaltati, mentre se si lavora sui filtri dei bassi il risultato del “push-pull” offerto dai Pultec può essere quello di donare grande impatto e spinta a cassa e basso, senza per questo mangiare indebitamente troppa headroom per colpa di enfatizzazioni localizzate su un’unica e troppo ampia campana dello spettro. Ci aiuta ancora Emilio Albertoni che così sintetizza: “I plug-in Pultec sono belli anche solamente attivati sulle tracce, difficilmente una volta provati si riesce a resistere a essi. Non sono filtri chirurgici ma hanno il potere di addolcire anche la ripresa più dura e sgarbata arricchendola di armoniche. Difficile sbagliare, sono strumenti in cui il gusto viene riportato al centro del dialogo musicale. Poterne avere una grande disponibilità senza dover pensare alla loro manutenzione mi riporta il sorriso sulle labbra”.

Anche in questo caso la versione Legacy fornita in primo equipaggiamento non modellizza il comportamento dei trasformatori e degli stadi di amplificazione valvolare e pesa meno sui DSP: in cambio di questo risparmio il suono è sicuramente più “da plug-in” e meno vicino al realismo dell’hardware rispetto alle versioni maggiori. Può essere istanziato il solo EQP-1A con la sua topologia a tre bande, oppure un EQ combinato che non corrisponde a un singolo hardware reale ma che assomma in sé i circuiti di EQP-1A e MEQ-5: quest’ultimo lavora su tre bande (due in boost e una in cut) centrate su porzioni diverse della gamma media.

Per capire il funzionamento dei Pultec la cosa migliore da fare è provarli, cercando di sfruttare al meglio la capacità di esaltare la frequenza più “significativa” del programma in transito e di attenuare invece la gamma ove si concentrano risonanze, eccessi di energia e insomma tutte quelle componenti di un suono che rubano spazio nel mix apportando ben poco valore aggiunto. In ogni caso si tratta di EQ musicali e non chirurgici, per cui li useremo per dare più low-end e/o più aria in alto, per far sedere meglio una voce o uno strumento solista in un mix e portarli avanti. L’impatto sui DSP è limitato al 7% per EQP-1A in stereo e meno del 9% per Pro EQ, mentre per le versioni più complete ci diamo appuntamento anche in questo caso alla trattazione del pacchetto Heritage che include la più recente Pultec Passive EQ Collection.

 

Ampeg SVT-VR Classic Bass Amp

UAD Ampeg Classic

Si tratta del più semplice prodotto sviluppato dalla specialista Brainworx per modellizzare l’iconico ampli valvolare per basso Ampeg SVT del 1969. Qui troviamo un solo canale di amplificazione, due ingressi (Normal e Bright), due switch per enfatizzare la gamma bassa e quella acuta, tre manopole per volume, bassi e alti. La funzionalità è dunque semplicissima ma il prodotto si presta ottimamente ad aggiungere peso, spessore e presenza a un basso elettrico. Il producer elettronico però potrà usarlo anche per dare importanza a un bass-synth non particolarmente potente, che con questo Ampeg diventerà tutt’altro tipo di strumento, infinitamente più vivo e vitale: in questa situazione fa miracoli. Peso sul DSP di circa il 30%.

 

Precision Mix Rack Collection

Si tratta di sviluppi originali di UAD che non partono dalla modellizzazione di alcun hardware in particolare, ma che viceversa puntano a fornire tool efficaci, semplici da usare e concettualmente molto “diretti”.

Il Precision Channel Strip è un combo di un EQ seguito da un compressore: l’equalizzatore è a cinque bande parametriche completamente sovrapponibili mentre il compressor/limiter ha un comportamento timbricamente neutrale caratterizzato da pochissima distorsione armonica e pochissimo pumping. Queste caratteristiche rendono tale channel strip adatto soprattutto a quelle tracce a cui non si vuol dare colore o personalità, ma che viceversa si desidera trattare in maniera pulita per trovare il loro posto ideale nel mix senza dargli troppa rilevanza.

UAD Precision Channel Strip

Il Precision Delay Mod è basato su una digital delay line (DDL) stereo con possibilità di impostare ritardi separati per i canali L ed R, attivare una modulazione del tempo di ritardo e arrivare tramite essa a svolgere anche funzioni di flanger e chorus. I suoi cinque modi di funzionamento sono infatti Dual, Crossover, Ping Pong, Chorus e Flanger. I tempi di ritardo sono agganciabili al clock della DAW e impostabili su valori musicali, e inoltre LFO può assumere sei modalità diverse. Di questo plug-in esiste anche la versione contraddistinta dal suffisso L (sta per “Long”) che è in grado di esprimere tempi di ritardo particolarmente lunghi.

UAD Precision Delay Mod

Precision Reflection Engine è il generatore di ambienze della serie: muove le sue mosse sulla falsariga del peculiare algoritmo “Ambience” che completava i processori Lexicon con un riverbero non ovvio e percettibile come tale, ma al contrario come una sottile aura che sta a metà tra il segnale dry vero e proprio e quello invece avvolto esplicitamente in un campo riverberato. UAD mette a disposizione ben 19 simulazioni di ambiente, predelay, controllo della dimensione della stanza e comando “Recirc” per definirne il suo grado di riflettenza. Un filtro passa-basso consente di smorzare progressivamente la brillantezza delle riflessioni. Il grado di impatto sui DSP è molto ridotto e rende questo plug-in ottimale per un uso su tracce in back-ground alle quali si vuol dare un minimo di dimensione ambientale senza però appesantire di riverbero tutto il mix.

UAD Reflection Engine

Il Precision Enhancer Hz, incluso solo a partire dalla Apollo x4 in su, è infine un processore destinato a migliorare la percezione dei segnali a bassa frequenza aggiungendo armoniche superiori alle fondamentali. Si può regolare la frequenza di taglio del processore che isola le basse frequenze da enfatizzare, scegliere la pendenza di tale taglio e selezionare quattro modalità di intervento mirate ad altrettanti tipi di materiale sonoro. Usato senza esagerare è efficace nel riempire la gamma sub, anche su tracce di strumenti piuttosto avari e poco “pesanti” di loro.

Tutti questi processori pesano pochissimo sui DSP (mediamente intorno al 5%) e da un punto di vista sonoro svolgono la loro parte in maniera neutrale ma efficace: viziati come siamo a cercare sempre effetti-boutique con un loro suono personale e protagonista, potremmo incorrere nell’errore di saltare questa serie, ma la sua utilità ridiventa evidente ogniqualvolta si voglia fare un aggiusto di EQ, dinamica o ambienza su una traccia non protagonista e non si voglia praticamente consumare risorse DSP. Forse solo il delay potrebbe essere più personale ma anche in questo caso si dimostra poi eccellente per ribattuti semplici o per dei ping-pong che coprano il panorama stereo senza saturare troppo la timbrica.

 

Raw Distortion

UAD Raw Distortion

È la rendition digitale UAD del Pro Co Rat, distorsore a pedale che è sicuramente famoso per il suo impiego sulla chitarra (da Jeff Beck a Thom Yorke), ma che i producer di musica Acid conoscono soprattutto per l’abbinamento col Roland TB-303 Bassline. La modalità Unison permette di inserire Raw Distortion su un canale di ingresso di UAD Console e avere così a disposizione il gain e l’interazione tra comandi in funzione del livello di ingresso che sono tipici dell’effetto originale: per fare questo è necessario entrare con lo strumento da processare dentro un input ad alta impedenza della Apollo. I comandi sono ridotti alle manopole Distortion (tasso di distorsione e sustain), Filter (contenuto di alte frequenze) e Volume (per regolare il livello di uscita). Sicuramente la disponibilità di questo plug-in è ghiottissima in tanti ambiti musicali: dai tradizionali impieghi chitarristici, ai contesti lo-fi in cui si può usare anche su voci e loop, all’uso sul piano elettrico, per finire all’impiego con Bassline&co. che escono pimpati a meraviglia da questo processore. Carico DSP pari a circa 15% per la versione mono, quasi trascurabile.

 

RealVerb-Pro

Siamo davanti a un processore di riverbero che mira alla riproduzione di ambienti reali e naturali, ma che comunque poi riesce ad arrivare anche alle spring, plate e room dei tradizionali riverberi algoritmici. L’organizzazione della catena di riverbero è originale, come lo sono conseguentemente i parametri a disposizione. Si lavora su due linee distinte di ritardo, una che gestisce le early reflections e una le late reflections (ovvero la coda del riverbero):

UAD RealVerb Pro signal path

Si inizia selezionando la forma e il materiale dell’ambiente virtuale, scegliendo per ognuno dei due parametri tra numerose opzioni. Il bello (e lo strano!) di questo processore è che in realtà è possibile scegliere due forme e due materiali di rivestimento contemporaneamente, e miscelarli tra loro in proporzioni variabili per ottenere degli ambienti non esistenti nella realtà. Questo consente una versatilità molto elevata nello sculpting delle caratteristiche di riverbero. Nel riquadro Resonance si delinea la risposta in frequenza del campo riverberato, accentuando o meno il riverbero a bassa, media e alta frequenza. Nella finestra Timing si definiscono invece il predelay, la lunghezza del decadimento temporale e il livello delle due code a disposizione (Early Reflections e Late Reflections): è questo il cuore del controllo della durata del riverbero, e in definitiva del suo effetto complessivo nel mix. Nel comparto dei cursori infine si regola il mix tra segnale diretto e quello effettato, il parametro Distance che allontana virtualmente la sorgente e il panpot di ciascuna delle componenti del riverbero.

UAD RealVerb Pro

L’elencazione di questi parametri può disorientare, come effettivamente poi disorienta all’inizio l’operatività di RealVerb-Pro soprattutto quando si vanno a toccare le forme e i materiali degli ambienti emulati. Il suono però convince appieno perché siano davanti a un riverbero naturale eppure ricco, rigoglioso, bello, in grado di dare calore e riempimento a una voce, uno strumento solista o anche una batteria senza (quasi) mai snaturare il campo sonoro in un qualcosa di alieno, meramente effettistico. Questo RealVerb non sarà l’emulazione di alcuna prestigiosa unità vintage, ma fa il suo lavoro molto bene, per cui si candida a essere un processore di uso frequente e certamente uno di quelli che meglio dà valore al pacchetto-base di plug-in. Carico DSP basso, intorno all’11% per la versione stereo.

 

Fairchild 670 Compressor (Legacy)

Questa rendition del compressore valvolare più famoso e costoso di tutti viene fornita solo coi modelli di Apollo da x4 in su. La versione Legacy è al solito quella originariamente sviluppata per la prima piattaforma UAD e comprende il modeling della catena di compressione ma non delle non-linearità introdotte dai trasformatori e dagli stadi di amplificazione valvolare.

UAD Fairchild 670 Legacy

L’uso del Fairchild 670 è raccomandato quando si vuole impartire al segnale una patina di suono vintage bello ed eufonico, senza sconfinare nella compressione più ovvia e “meccanica”. Si può usare sulla voce (molto bello sui cori!), su uno stem di batteria, oppure nel classicissimo uso di compressore da mastering per amalgamare tutto il mix e dare quella lucentezza a grana finissima degna della migliore e meno scontata saturazione valvolare.

La versatilità è maggiore di quanto possa apparire in prima battuta perché giocando coi controlli di livello di ingresso e Threshold si possono selezionare diverse combinazioni di compressione e di saturazione. Inoltre è presente un controllo a sei posizioni per le costanti di tempo di attacco e rilascio che consente di ottenere variazioni abbastanza sensibili del comportamento del compressore: le prime quattro sono via via più lente, mentre le ultime due rendono il tempo di Release dipendente dal programma musicale in transito. Significativamente, il default del plug-in è previsto nella posizione 5, che imposta l’Attack su 200 microsecondi (il valore più veloce possibile) e il Release sul valore più breve tra quelli program-dependent.

Dei trimmer denominati DC Threshold emulano una regolazione disponibile sull’hardware originale che va a modificare l’ampiezza del “ginocchio di compressione”: gli americani infatti dicono proprio “compression knee” per indicare la curva che relaziona i livelli di uscita con quelli di ingresso e che sopra un certo valore di soglia comincia a piegarsi come una gamba non completamente distesa. Questi trimmer regolano dunque tale comportamento e man mano che vengono ruotati in senso orario il rapporto di compressione diventa più basso a parità di soglia e il “ginocchio” si appiattisce. Esiste una specifica posizione “OWR” di questi trimmer che porta il plug-in a comportarsi come l’unità di riferimento usata da UAD per il modeling, quella appunto degli studi Ocean Way Recording di Hollywood.

Il plug-in aggiunge poi funzioni non presenti sull’hardware originale: trattandosi di un’unità stereo, i due canali possono essere linkati o meno nei comandi e/o nell’individuazione dei picchi che superano la soglia (circuito sidechain). È inoltre possibile usare il compressore in modalità Left/Right o Mid/Side: quest’ultima consente per esempio di gestire l’ampiezza del fronte stereofonico riducendo la dinamica della componente Side. Infine, è presente un controllo del livello di uscita non presente nell’unità originale.

Da un punto di vista timbrico questo 670 è forse il plug-in Legacy che si difende meglio rispetto ai suoi sviluppi successivi, presenti in una collection venduta a 299 Euro ma presente anche nel bundle Heritage: il suono è sempre bello e vivace, appena un filo meno complesso e articolato della versione non-Legacy. Complessivamente quindi questo 670 Legacy è una grande presenza nel bundle-base, anche se per correttezza va precisato che difficilmente potrà essere l’unico compressore sufficiente per un completo mastering. Carico DSP molto ridotto, nell’ordine del 5%.

 

Conclusioni

È evidente che con il pacchetto Realtime Analog Classics Plus fornito in bundle con le interfacce Apollo, la Universal Audio desidera far conoscere ai suoi utenti le notevoli potenzialità del sistema UAD e offrire loro una prima presa di contatto coi processori fondamentali (soprattutto 1176, LA-2A, EQ Pultec) che vanno “oltre” gli equalizzatori e compressori che di solito equipaggiano i mixer virtuali delle maggiori DAW. Le versioni Legacy qui presenti sono dunque utili per familiarizzare con tali processori e preziose per risparmiare risorse DSP su tracce non in primo piano nel mix. Se però si desiderano tutte le nuances timbriche di cui la piattaforma UAD è effettivamente capace, sarà necessario andare sulle versioni “full” di questi plug-in, presenti già nel pacchetto Heritage Edition oppure acquisibili a pagamento per chi avesse già acquistato un hardware non-Heritage.

Diverso è il discorso su RealVerb Pro, un riverbero che potreste ritrovarvi a usare molto spesso anche quando la collezione di plug-in crescerà, sui simulatori di amplificatore che potrebbero già soddisfare tutte le necessità di un producer elettronico in questa categoria, e sull’UA 610-B che è un preamp davvero ottimo e tra l’altro permette di iniziare a capire gli utilizzi della tecnologia Unison che modifica la risposta dell’hardware Apollo sui canali di ingresso.

In definitiva dunque questo bundle è un ottimo punto di partenza per entrare nel mondo UAD e contiene prodotti realmente utili. Il suo completamento ideale è dato dall’Heritage Edition Bundle che andremo a conoscere il mese prossimo: restate sintonizzati!

 

Per informazioni: https://midiware.com/marchi/producer/66-universal-audio

Giulio Curiel

Giornalista della storica rivista Strumenti Musicali dal 1993 al 2016, ho scritto oltre 1200 articoli su synth, studio technology e computer music. Se non so di cosa parlo, sto zitto.

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