Moog Mavis, la nuova porta di ingresso al magico mondo Moog
In principio fu il Werkstatt a rappresentare l’incredibile sogno di possedere un autentico Moog per poche centinaia di Euro. Oggi quel concetto torna potenziato e arricchito anche dell’esperienza di Mother 32. Scopriamolo insieme!
Il vecchio Werkstatt-01 fu presentato come kit a tiratura limitata a un workshop tenutosi all’interno del MoogFest 2014, ma poiché il concetto si dimostrò valido e assai gradito a una vasta platea di musicisti desiderosi di entrare in contatto con l’autentico suono Moog con un contenuto esborso di denaro, il prodotto è rimasto a listino fino a oggi. La parola kit non deve spaventare, in quanto il suo assemblaggio è estremamente facile e alla portata di molti utenti.
Oggi quel concept ritorna con Mavis, che nel frattempo capitalizza l’espansione galoppante che ha avuto il mondo Eurorack e l’esperienza guadagnata dal costruttore americano col Mother 32, synth mono-oscillatore di grande successo e adatto anche a combo di due o tre unità da assemblare in un unico chassis.
Mavis è dunque un sintetizzatore real analog fornito in kit e abita dentro un contenitore da tavolo che ospita i controlli di sintesi veri e propri, una tastiera di un’ottava a pulsanti e ben 24 punti di collegamento in CV. Si può anche rimuovere Mavis dal suo chassis e inserirlo in Eurorack, ove occuperà uno spazio di 44HP. La costruzione avviene senza necessità di fare alcuna saldatura, e può essere ritenuta più propriamente un assemblaggio.
Secondo la casa “Mavis mescola il familiare con l’esotico” poiché abbina un VCO e un VCF tradizionali Moog con un wavefolder a diodi, circuito che appare per la prima volta su una macchina della casa di Asheville. Il VCO è molto versatile in quanto ha forma d’onda variabile con continuità tra dente di sega e quadra, possiede un controllo della simmetria della waveform (PW) e ammette anche la PWM. Pitch e PWM sono modulabili sia da LFO che dall’inviluppo di bordo. Analogamente, il classico filtro passa-basso a 24 dB/Oct possiede cutoff, risonanza e può essere modulato anch’esso (positivamente o negativamente) dal mix tra LFO ed inviluppo.
L’oscillatore di bassa frequenza (LFO) è dosabile in velocità e waveform, quest’ultima regolabile con continuità tra triangolare e quadra. L’inviluppo è un tradizionale ADSR (i proprietari di M32 saranno invidiosi…) e il VCA può essere controllato da esso oppure, tramite l’azione su uno switch, dal semplice gate di tastiera. In quest’ultimo caso la nota suona finché la tastiera rimane premuta, ma l’ADSR può comunque essere ruotato al filtro.
Il punto di forte attenzione di questo synth è sicuramente nel wavefolder, dotato di comando Fold che ripiega progressivamente il vertice della waveform verso il basso anziché verso l’alto. Esso non è cablato di default nel circuito audio ma deve essere alimentato tramite la patch-bay laterale che inserisce il segnale del VCO o di una fonte esterna nel wavefolder:
Usando la patch-bay laterale è anche possibile usare l’LFO come secondo oscillatore portandolo in audio-rate, e a questo punto le possibilità timbriche della macchina decollano di brutto:
Tramite la patch-bay si può accedere a funzioni ausiliarie di mixer di due sorgenti (audio o CV) in un’uscita, attenuatore e Multiplier (invia lo stesso segnale a due destinazioni). È comunque la patch-bay nel suo complesso di 24 punti di I/O che conferisce grande versatilità alla macchina. Essa consente sia di generare suoni non ottenibili coi soli comandi di pannello, sia di integrarsi con altri synth e in particolare di formare sistemi interessantissimi in combinazione con Mother 32, Subharmonicon e DFAM.
Il prezzo di Moog Mavis sarà posizionato tra i 350 e i 400 Euro e la sua distribuzione inizia ora.
Per informazioni: Midiware
Sound Demo
Disclaimer
Le informazioni di questo articolo non costituiscono una recensione e sono redatte sulla base delle informazioni disponibili al 14 giugno 2022 tramite i canali ufficiali di Moog.