Test

Apogee BOOM, qualità a basso prezzo

Prestazioni elevate, channel strip di bordo tramite DSP, estetica intrigante, costruzione robusta e affidabile, prezzo contenuto: sulla carta la nuova entry-level di Apogee promette tantissimo. Lo manterrà in fase di test? Scopriamolo insieme!

 

La richiesta di interfacce audio piccole, economiche ma di grande qualità sonora è aumentata esponenzialmente negli ultimi anni: fino a un decennio fa, i prodotti con pochi ingressi e prezzo contenuto erano staccati nettamente in termini di prestazioni sonore dai modelli più grandi, quelli con più ingressi e funzioni.

Le cose sono però cambiate radicalmente col dilagare della figura del producer solitario, che svolge le sue attività spesso a casa o in un piccolo project studio personale, usa soprattutto strumenti virtuali e se registra una voce o una chitarra lo fa con l’unico microfono che ha. In questo scenario non servono tanti ingressi per riprendere contemporaneamente più microfoni o più strumenti hardware, e nemmeno servono tante uscite poiché basta che ve ne sia una coppia per andare verso i monitor e una dedicata alla cuffia.

Logico quindi che anche una specialista come Apogee abbia scelto di tuffarsi in questo mercato, realizzando con questa BOOM un’interfaccia posizionata ancora sotto la Duet 3 che fino a poco tempo fa costituiva la porta di ingresso nel magico mondo del prestigioso brand californiano. Ricordiamo infatti che Apogee Electronics esiste sin dagli albori della registrazione digitale e che un tempo riforniva esclusivamente gli studi più costosi coi suoi convertitori A/D accreditati di un eccellente suono. Dal 2000 in poi i prodotti della casa statunitense si sono poi popolarizzati, fino a raggiungere la dimensione degli home studio ma sempre mantenendo quel suono grande e affascinante che fa il paio con le altrettanto intriganti livree viola dei convertitori Apogee.

 

Cos’è BOOM

La Apogee BOOM (scritto proprio così, tutto maiuscolo) è un’interfaccia audio 2 In/2 Out su bus USB 2.0 per sistemi Windows, macOS e iOS (iPad e iPhone). L’interfaccia è bus-powered e non è nemmeno prevista la possibilità di usare un alimentatore esterno. Gli iPad non Pro e i gli iPhone con connettore Lightning richiederanno però un hub USB-A alimentato esternamente per collegare BOOM. L’USB è su connettore tipo C, ed è fornito in dotazione un cavetto adattatore che permette il collegamento sia con PC dotati di USB-A che di USB-C. La capacità di conversione arriva fino a 24 bit/192 kHz.

Da un punto di vista fisico BOOM si presenta come una box solida e pesante, caratterizzata da una forma ardita e dalla fascia circolare di alluminio di un bellissimo color viola metallizzato che marca fortemente l’identità Apogee. Il frontale e il posteriore sono invece in plastica satinata. Sul fondo sono presenti due fasce di gomma che tengono BOOM saldamente ancorata al piano di appoggio.

I due ingressi disponibili sul lato sinistro del frontale sono diversi tra loro: Input 1 è su connettore combo XLR/jack TRS e può accettare segnali Mic/Line/Instrument, mentre Input 2 è su jack TRS e offre sensibilità selezionabili tra Line e Instrument. I due ingressi possono gestire entrambi segnali bilanciati e arrivano ad offrire fino a 62 dB di gain. La selezione tra i diversi livelli di sensibilità si effettua tramite l’app Apogee Control 2, di cui parleremo meglio in seguito.

Il lato destro del frontale ospita la manopola a rotazione infinita che gestisce, tramite pressioni successive, il livello di Input 1, di Input 2 o dell’Output. L’indicazione della funzione per essa selezionata è data da tre LED blu-violetti. Nascosti nel frontale vi sono anche i meter di livello di ingresso/uscita, articolati su quattro LED per ciascuno dei due canali.

Apogee BOOM - Descrizione pannello frontale

Sul retro dell’unità vi sono le rimanenti connessioni: anzitutto vi è la citata porta USB 2.0 su connettore USB-C, poi uno slot per la connessione di sicurezza Kensington, due jack TRS per le uscite bilanciate di linea Left e Right, e infine il connettore jack da 6,35 mm per la cuffia. Va evidenziato come l’inserimento del connettore cuffia esclude automaticamente l’uscita principale destinata ai monitor: una scelta sicuramente pratica e intuitiva, ma che non lascia all’utente la libertà di scegliere se usare entrambi gli ascolti contemporaneamente.

Apogee BOOM - Descrizione pannello posteriore

 

L’app di controllo

L’app Apogee Control 2 è essenziale per controllare BOOM poiché l’interfaccia non ha a bordo i comandi hardware necessari alla sua configurazione. Anzitutto si seleziona la sensibilità di ingresso scegliendo tra le opzioni Mic, +4 dBu, -10 dBV e Instrument per Input 1, e Mic, +4 dBu, -10 dBV per Input 2. Con le scelte Mic e Instrument vengono anche abilitate le opzioni di inserimento di un pad a -10 dB e di regolazione della sensibilità.

Apogee BOOM - La app Apogee Control 2

Una nota costruttiva importante: quando si selezionano le sensibilità di +4 dBu e -10 dBV, corrispondenti a sorgenti di livello linea rispettivamente professionali e home, si sente dentro BOOM il click di un relè. Questo vuol dire che viene effettuato un diverso routing fisico del segnale, e ciò è molto positivo poiché probabilmente tutto lo stadio di preamplificazione viene bypassato totalmente. Su molte altre interfacce audio economiche questo non accade e il segnale passa sempre attraverso il preamp micro anche con regolazioni di sensibilità adatte al livello linea, con conseguente deterioramento del segnale. Viceversa, la scelta attuata da Apogee assicura che entrando con segnali che non hanno bisogno di preamplificazione si salta uno stadio e quindi si minimizzano rumori e distorsione.

I due ingressi sono anche raggruppabili per essere visti come un unico input stereo e inoltre si può invertire la fase di ingresso e attivare la Phantom a +48 Volt su Input 1.

Un’altra zampata da protagonista, Apogee la assesta tramite l’effettistica di bordo che gira su un DSP interno all’interfaccia e quindi non pesa sul PC. È infatti disponibile il channel strip Symphony ECS che -attraverso un’estetica skeumorfica che ricorda precedenti hardware della casa di Santa Monica – offre un EQ, un compressore e uno stadio di uscita con Drive. EQ e compressore sono inseribili/disinseribili individualmente, e il loro ordine è invertibile su richiesta.

L’equalizzatore offre un filtro passa-alto con frequenza di taglio (Fc) regolabile con continuità tra 20 e 300 Hz per domare qualsiasi sorgente rumorosa a bassa frequenza. Seguono un basso shelving (regolabile tra 32 e 300 Hz), un medio peaking (da 250 a 8 kHz) e un alto shelving (da 4 a 16 kHz). Ciascun filtro ha escursione +/-15 dB e il taglio dei medi ha anche una campanatura selezionabile tra larga e stretta.

Il compressore ha una struttura molto semplice con soglia regolabile tra -50 e 0 dBFS (quelli che – sbagliando clamorosamente – registrano a -18 dBFS non riusciranno mai a spingere questo stadio…) e rapporto di compressione selezionabile tra 3:1, 5:1 e 10:1. Esiste un comando di mix che permette di miscelare tra segnale compresso e segnale non compresso, in modo da attuare molto facilmente la cosiddetta “compressione parallela”. Un meter con sette LED virtuali indica l’intervento del compressore. I tempi di attacco e rilascio non sono modificabili, né il costruttore indica quali siano i valori scelti per questo circuito.

Infine, lo stadio di uscita del channel strip ECS prevede una manopola di Drive per saturare il segnale in transito, nonché la regolazione del livello di output tra -20 e + 20 dB. Sotto queste ultime due manopole è presente anche un riquadro per il salvataggio e il richiamo di preset del modulo. Due pulsantini consentono di alternare due set di impostazioni A e B per confrontarle, e un terzo accende o spegne tutto il channel strip.

Va notato che questo processore virtuale viene registrato indelebilmente nel segnale che arriva alla DAW. Questo modo di fare è certamente fedele a quanto succedeva nei bei tempi dell’analogico, ove il segnale microfonico veniva preamplificato, compresso e talvolta equalizzato con una catena hardware posizionata prima dell’ingresso del registratore multitraccia. Questo fissava in maniera definitiva il “colore” impresso dai processori analogici utilizzati ed è esattamente ciò che accade anche qui in BOOM. Oggi però il mondo delle DAW ci ha viziato, abituandoci a inserire e togliere effetti fino all’ultimo minuto prima del mixdown, mentre in questo caso sarà necessario tornare alle vecchie abitudini, forse più limitative ma che ti costringevano a prendere delle decisioni durante lo svolgersi del processo produttivo e quindi ti portavano a concludere una volta per tutte i vari tweak timbrici.

Tornando alla app Apogee Control 2, oltre ai due canali hardware in ingresso è possibile mixare in essa anche due ingressi virtuali (Playback 1-2 e Playback 3-4) che corrispondono a due bus in uscita che la DAW può vedere e indirizzare separatamente.

Per quanto riguarda la gestione delle uscite, BOOM offre la possibilità di mandare due mix diversi agli out principali e alla porta cuffia. Per ciascuna porta infatti è possibile selezionare come sorgente gli ingressi (l’1, il 2 o entrambi), il mixer dell’app, oppure direttamente i canali Playback 1-2 o Playback 3-4. Questo consente di effettuare sia il monitor diretto degli ingressi fisici sostanzialmente senza latenza (ideale quando si registra), sia di ascoltare ciò che esce dal mixer della DAW. La possibilità di gestire separatamente le due porte implica che per esempio al cantante che si monitora in cuffia offriremo il suo stesso cantato senza latenza, mentre al fonico che lavora sul prodotto nel suo complesso daremo il ritorno della DAW completo di tutte le tracce di playback e le elaborazioni svolte coi plug-in più disparati. Peccato solo per il limite di non poter lavorare con le uscite principali e quella per la cuffia allo stesso momento, di cui abbiamo parlato più sopra.

Apogee BOOM - Le scelte di routing e monitoraggio

Ciascuno dei due mix dispone di comandi per essere messo in Mute, in Dim o sommato in Mono. Si realizzano così delle complete funzionalità di monitor controller, anche se non supportate da comandi fisici ma agibili solo tramite mouse.

Per concludere l’analisi del software di BOOM va rilevato che con l’interfaccia sono incluse le licenze di Ableton Live Lite e del saturatore Apogee Soft Limit.

Apogee Soft Limit gratis free

 

In prova

Apogee BOOM è bella e molto ben fatta, si usa con piacere. Il software di installazione è disponibile previa registrazione sul sito Apogee, dopodiché tutto fila liscio in fase di set-up senza problema alcuno.

L’app di controllo è bella, logicamente organizzata e permette di gestire al meglio l’interfaccia, ma sicuramente serve aver ben studiato il routing dei segnali al suo interno.

Sulle prestazioni audio, vera ragione di esistere di questo prodotto, vanno fatte delle osservazioni ben specifiche, vieppiù perché ho letto in giro alcune recensioni poco documentate che non fanno giustizia a BOOM. La conversione A/D è davvero ottima nella fascia di riferimento, ed è necessario salire nettamente di prezzo per trovare di meglio. Per apprezzare fino in fondo tale conversione bisogna però usare gli ingressi linea, ove l’assenza di preamplificazione permette di isolare le ottime performance dello stadio A/D. Se invece si passa da Input 1 con un microfono, entra in gioco anche la prestazione del pre micro. Ebbene, esso è un po’ rumoroso se spinto a fondo. Intendiamoci, i promessi 62 dB di gain ci sono tutti, ma a costo di un rumore che ha un timbro un po’ scuro, quasi da rumore rosa. Esso naturalmente è normalmente inudibile e si apprezza solo tirando il collo al volume di ascolto, ma certamente un residuo di rumore presente già in analogico non permette poi alla conversione di dare il meglio di sé. Sconsiglio dunque questa BOOM a chi userà microfoni dinamici “duri” come Shure SM7B, mentre nell’impiego di un microfono a condensatore di buone prestazioni l’ingresso sarà pienamente prestazionale.

Pareri ancora più positivi sul fronte delle uscite: la conversione D/A è eccellente, davvero eccellente e questo rende BOOM un’interfaccia audio ideale per mixare e per chi basa la propria musica su strumenti virtuali: grazie alla conversione Apogee essi saranno resi al meglio, puliti, pieni e solidi fin dalle frequenze più basse.

Notevole infine è la performance della porta Phones, capace di pilotare con chiarezza, potenza e pulizia anche cuffie molto dure. Invece di investire in un ampli cuffia separato, BOOM potrebbe essere la soluzione per chi ha una cuffia difficile da far suonare al volume giusto e con la dinamica giusta.

 

Conclusioni

Apogee BOOM rappresenta un eccellente valore in quella fascia di prezzi immediatamente superiore all’entry level. È ancora abbastanza economica da risultare attraente  per l’utente domestico, ma al contempo dà prestazioni sonore nettamente migliori delle interfacce audio più economiche. Tra i suoi punti di forza una conversione D/A eccellente e una uscita cuffia molto tonica, ma il valore viene anche dall’app di controllo e dal channel strip fornito. Interessante è il fatto che l’interfaccia si basi su USB 2.0, mentre altri modelli concorrenti richiedono porte 3.1 ad alta corrente che ancor oggi non tutti i PC hanno.

Sicuramente BOOM è uno dei prodotti più interessanti della sua categoria, e come tale dovrebbe essere considerato da chiunque cerchi un’interfaccia audio 2 In/2 Out di ottime qualità sonore.

 

Scheda tecnica

Prodotto: Apogee BOOM

Tipologia: Interfaccia audio USB 2.0

Dati tecnici dichiarati dal costruttore
Up to 24 bit / 192kHz recording
2×2 USB-C audio interface
1x ¼” Instrument input
1x Combi mic/line/instrument input
2x ¼” Balanced outputs
1/4” Headphone output
Low profile design with aluminum body
Bus powered
On-board hardware DSP for low-latency recording with Apogee FX
Symphony ECS Channel Strip – Hardware DSP FX (Native plugin sold separately)

Requisiti di Sistema:
macOS: 10.15 and later
iOS / iPad OS: 15 and later (All iPads with an USB-C port are compatible with BOOM. Devices with a Lightning port require the camera connection kit and a powered USB-A hub).
PC: Windows 10 Anniversary update or later

Street-price: € 349,00
Distributore: Soundwave

Giulio Curiel

Giornalista della storica rivista Strumenti Musicali dal 1993 al 2016, ho scritto oltre 1200 articoli su synth, studio technology e computer music. Se non so di cosa parlo, sto zitto.

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