Plug-in Universal Audio in formato nativo: a che punto siamo?

Per molti anni chi voleva usare gli eccellenti plug-in UAD doveva possedere una delle loro interfacce con DSP a bordo. Da qualche mese però essi sono stati rilasciati anche in versione nativa e girano quindi su tutti i computer con OS recente. Tra la formula di abbonamento Spark e gli ultimi bundle in acquisto appena usciti, qual è la situazione attuale? Scopriamolo insieme…

 

La storia dei plug-in Universal Audio abbraccia ormai un paio di decadi e si è finora sempre basata sull’utilizzo di DSP dedicati. Il loro impiego consentiva alla casa di programmare modelli molto dettagliati ed accurati degli hardware analogici emulati, e quindi molto pesanti dal punto di vista computazionale: all’epoca dell’introduzione della piattaforma UAD (da “Universal Audio Digital”) i DSP dedicati fornivano infatti una potenza di calcolo assai maggiore di quella delle CPU in uso nei normali personal computer di allora, e quindi i programmatori potevano ottenere risultati sonori migliori rispetto ai plug-in concorrenti.

 

Marzo 2022, arriva Spark

Negli anni, la potenza delle CPU dei PC è cresciuta in maniera vertiginosa e quindi nel marzo 2022 Universal Audio ha ritenuto di poter iniziare a trasferire il codice sviluppato per le interfacce UA serie Apollo in plug-in che girano nativamente su sistemi Mac e Windows. “Nativamente” vuol dire senza più bisogno di hardware dedicato perché i plug-in usano la CPU del computer. Il primissimo porting aveva riguardato unicamente l’ambiente Mac, ma già a fine anno erano arrivate anche le versioni Windows.

Le perplessità dell’utenza si erano piuttosto concentrate su altri aspetti: anzitutto i plug-in disponibili al lancio erano solo 13 (poca cosa rispetto allo sterminato catalogo di plug-in UAD-2 per Apollo), ma soprattutto ciò che lasciava l’amaro in bocca a molti era la formula dell’abbonamento, o subscription in inglese. Non è infatti un mistero che nel settore del software, non solo musicale, molti prodotti siano ormai disponibili solo in abbonamento: paghi un tot al mese (di solito qualche decina di Euro) e in cambio hai accesso a un’ampia suite di funzioni. Quando smetti di pagare, smetti anche di usare il prodotto.

Le case hanno scelto questa strada sia per affrancarsi dalla pirateria, sia per garantirsi un costante flusso di fatturato nel tempo senza dover tentare periodicamente l’utente con offerte a tempo, upgrade e aggiornamenti come si faceva finora. Spesso però gli utenti amano poco questa formula perché dà la sensazione di non possedere mai nulla e di dover pagare complessivamente di più rispetto a quanto si farebbe acquistando una licenza permanente e poi rinunciando ai successivi update. Va detto comunque che vi sono anche fasce di utenza che apprezzano le subscription perché permettono di diluire nel tempo la spesa in plug-in e inoltre sono convenienti in rapporto all’ampiezza di funzioni a cui si accede fin da subito.

Dal suo lancio ad oggi la subscription Spark si è evoluta, e rispetto ai 13 titoli iniziali oggi l’utente ha a disposizione 23 plug-in, e anzi alcuni di essi comprendono il modeling di più versioni storiche dello stesso hardware di base: la collection dei compressori UA 1176 comprende per esempio i modelli delle Revision A, E ed AE, ognuna col suo suono caratteristico.

Inoltre, per rendere più appetibile l’ingresso nel mondo Spark, Universal Audio ha fatto a cavallo dell’anno scorso delle promo per cui tre mesi di subscription erano quasi gratuiti (a 99 centesimi al mese, per essere precisi), mentre ancor oggi vi è comunque la possibilità di scaricare una versione di prova che offre una piena funzionalità per 14 giorni senza dover pagare nulla.

UADx- La subscription Spark

I plug-in disponibili nativamente, definiti in sigla UADx, sono dei porting di quelli UAD-2 per Apollo e quindi non vi è nulla di inedito. Va però segnalato che gli strumenti virtuali inclusi sono disponibili per tutti gli OS e le DAW supportate, mentre in ambiente Apollo essi sono ancora utilizzabili solo per utenti Mac che usano LUNA, la DAW proprietaria (e gratuita) di Universal Audio. Riguardo a questa categoria di plug-in va quindi evidenziato come le versioni native diano più flessibilità di impiego di quelle per Apollo.

Al momento della stesura di queste note (17 marzo 2023) la collection Spark offre i seguenti titoli, raggruppati per famiglie:

Preamplificatori, equalizzatori e channel strip completi

Neve 1073 Preamp & EQ: emulazione del preamplificatore britannico forse più famoso di sempre, col suo suono cremoso e pieno dato dai trasformatori e da un’equalizzazione musicale ed aerea al tempo stesso.

API Vision Channel Strip: combinazione di diversi moduli API allo scopo di ricreare il completo suono delle energiche e toniche console di mixaggio della casa americana. Vision integra il preamp 212L equipaggiato con gli operazionali custom 2520, il modulo HPF/LPF 215L, il gate/expander 235L, il compressor/limiter 225L e infine il modulo equalizzatore grafico a 10 bande 560L o, in sua alternativa, il parametrico 550L.

UADx - API Vision Channel Strip

Century Tube Channel Strip: si tratta di un channel strip valvolare che non si ispira a nessun modello reale, ma che ha un suono classico e moderno al tempo stesso. Include moduli di preamplificazione a tubi, EQ a tre bande con medi semiparametrici, compressore optoelettronico e volume di uscita. Il suono di questo plug-in è definito dalla casa “do not harm” proprio per la sua facilità gestionale e per il fatto che è difficile fare danni grossolani al materiale audio in transito in esso.

UADx - century_tube_channel_strip

Pultec Passive EQ Collection: una collection di tre processori passivi dalla spiccata musicalità che emulano il suono dei componenti Pultec degli anni ’50: EQ a due bande push-pull EQP-1A, EQ medio-alti MEQ-5 e filtro HPF ed LPF HLF-3C.

Hitsville EQ Collection: raccolta di due equalizzatori grafici che riproducono il suono degli EQ custom degli studi Motown, con anche funzionalità Mid/Side.

UADx - hitsville_EQ

 

Compressori

Fairchild Tube Limiter Collection: è la più recente aggiunta a Spark e include i modelli dei compressori valvolari Fairchild 660 e 670, macchine diventate storiche per il ricco suono vintage che forniscono. Gli esemplari hardware hanno ormai costi irraggiungibili, pari a diverse decine di migliaia di Euro. L’uso del compressore Fairchild di solito è raccomandato soprattutto sul Master, ma la disponibilità del plug-in può indurre a sperimentarlo anche sui gruppi Drums e sulle voci per dare loro una pienezza e vitalità inaspettate.

Teletronix LA-2A Collection: uno dei compressori più indispensabili di sempre grazie alle variazioni di gain ampie e morbide offerte dalla tecnologia optoelettronica della fotocellula T4 e dalla piena naturalezza del circuito di guadagno a valvole. Nella collection sono rappresentate tre edizioni storiche della macchina, ciascuna con le sue caratteristiche sonore piuttosto marcate. Un assoluto must sulle voci, e un compressore ancor oggi fondamentale su tanti altri tipi di segnale.

UADx - teletronix_la2a_collection

1176 Classic Limiter Collection: è il contraltare alla suite Teletronix, ovvero l’altra famiglia di compressori che non può assolutamente mancare in alcun set-up. Qui, grazie alla circuiteria a FET, le parole d’ordine sono velocità, botta, incisività e i comp della serie 1176 sono eccellenti per cassa, basso, chitarra, e anche per quando si vuol sparare fuori una voce op un synth-solo. Nella collection sono incluse le revisioni storiche A, E ed AE: anche in questo caso, ciascuna di esse offre un suo distintivo carattere sonoro, pur all’interno di un modello comportamentale comune.

API 2500 Bus Compressor: si tratta del compressore stereo di API che risiede stabilmente sul canale Master di tanti studi famosi, soprattutto in USA. È capace di fornire punch, vitalità e grande energia al mix o ai sub-gruppi, soprattutto percussivi. Può essere utile in fase di mastering.

 

Riverberi, delay e modulazioni

Waterfall Rotary Speaker: emulazione del Leslie 147, fornisce l’omonimo effetto completo di saturazione valvolare e possibilità di scelta di posizionamento dei microfoni separatamente per la tromba e per il tamburo della macchina.

Hitsville Reverb Chambers: riverbero che emula le room naturali degli studi Motown degli anni ’60, con due diversi ambienti a disposizione e possibilità di spostare i microfoni al loro interno.

Galaxy Tape Echo: emulazione del mitico Roland RE-201, eco multitap a nastro con riverbero a molla integrato.

Lexicon 224 Digital Reverb: riedizione dello storico riverbero digitale del 1978 che ridefinì il suono della musica rock e pop di almeno un decennio.

UADx - Lexicon 224

Brigade Chorus: emulazione del super-storico BOSS CE-1 Chorus Ensemble del 1976, il pedale che ha inventato un intero filone di suoni di chitarra che avrebbero spopolato soprattutto nei primi anni ’80.

UADx - Brigade Chorus

Studio D Chorus: riedizione del Roland Dimension-D, processore da rack che continuava la tradizione dei processori del gruppo Roland-Boss in questo specifico comparto sonoro.

Pure Plate Reverb: riverbero plate sviluppato da UA per dare il suono caldo e avvolgente della tecnologia basata su piastra oscillante. Fantastico sulle voci.

 

Emulazioni di nastro magnetico

Oxide Tape Recorder: si tratta di una realizzazione originale di UAD che fornisce il tipico suono del nastro vintage, caldo e pieno, con la possibilità di selezionare le due velocità di 7,5 e 15 IPS (la seconda è più brillante e pulita), l’effetto delle due curve di equalizzazione CCIR e NAB, l’intervento leggermente “pompato” del riduttore di rumore e la saturazione di ingresso.

UADx - oxide tape recorder

Studer A800: forse più sofisticato e certamente più moderno nel suono del precedente, questo plug-in offre l’emulazione dello storico registratore multitraccia Studer su nastro da 2”. Si tratta probabilmente del multitrack recorder più diffuso per almeno un paio di decenni nelle produzioni pop e rock, e qui è accessibile con scelta di tre velocità di scorrimento-nastro, quattro diversi tipi di nastro emulati, nonché la possibilità di selezionare diversi parametri di calibrazione proprio come nelle macchine reali. Da inserire su tutte le tracce per avere il vibe della registrazione multitrack analogica, oppure da spingere su una voce per darle un sapore specifico che la differenzi dal resto.

UADx - studer_a800

 

Virtual Instruments

PolyMAX: è un polysynth “analogico” di disegno originale UAD, con due oscillatori a waveform variabile con continuità, filtro multimodo, due ADSR, un LFO, arpeggiatore. In fondo alla catena di sintesi troviamo due multieffetti: Mod FX può essere phaser, flanger o chorus, mentre Space FX può diventare delay, riverbero a molla o riverbero hall. Semplice ma dannatamente efficace e utile.

UADx - polymax

Opal Morphing Synth: un’altra realizzazione originale UAD, stavolta però basata sul paradigma del polifonico a wavetable con tre oscillatori. Due filtri morphabili, tre ADSR, due LFO, due inviluppi multisegmento e due effetti lo rendono capace di una grande varietà di suoni, soprattutto di sapore contemporaneo.

UADx - opal

Moog Minimoog: il monofonico più famoso e amato di sempre trova qui una sua rendition accuratissima che si merita il brand del produttore originale, in partnership col quale è stato sviluppato. A parere di chi scrive questo di UA è probabilmente il Minimoog meglio emulato in circolazione. Le “aggiunte digitali” sono limitatissime e riguardano soprattutto l’aggiunta di un LFO dedicato e della sensibilità alla velocity su cutoff, inviluppo del filtro e inviluppo del volume.

UADx - minimoog

Ravel Grand Piano: è l’emulazione di uno Steinwey Model B realizzata attraverso tecniche di physical modeling più campioni. Disponibili diverse opzioni di microfonazione, di brillantezza del suono e di dinamica. Curiosa ma utile la possibilità di eseguire il suono del pianoforte in reverse.

UADx - ravel_piano

Waterfall B3 Organ: emula un Hammond B3 completo di Leslie 147.  Sono riportate le complete funzioni dello strumento originale a due manuali più pedaliera, con possibilità di scegliere anche diverse opzioni di microfonazione.

UADx - Waterfall Organ

 

Febbraio 2023, ora i plug-in sono anche in acquisto

Nello scorso mese di febbraio Universal Audio ha introdotto la possibilità di acquistare in un’unica soluzione di pagamento la licenza per i plug-in nativi. I plug-in sono gli stessi identici che compongono la suite Spark, non ci sono differenze di funzionalità o di coding, e questa nuova opzione non sostituisce il piano di abbonamento Spark ma lo affianca, a beneficio di coloro che non amano le subscription.

Diventa così possibile acquistare individualmente ciascuno dei plug-in sopra riportati: i prezzi si collocano nella fascia alta ma non altissima del mercato dei plug-in emulativi realizzati da grandi case, e godono di promo che possono renderli molto interessanti: al momento della stesura di queste note, la suite dei tre compressori 1176 costa per esempio 163 €, e lo stesso prezzo hanno anche i compressori Fairchild, il channel strip API Vision e i compressori Teletronix. Più economici sono Galaxy Tape Echo (108 €), Pure Plate Reverb (74 €) e Studio D Chorus (81 €), però in compenso il Lexicon 224 e le Hitsville Reverb Chambers volano più in alto degli altri col loro prezzo di 191 € per pacchetto.

Molto valido a parere di chi scrive il prezzo del Minimoog (108 €), pienamente allineato alle realizzazioni Arturia e Native Instruments, e allo stesso prezzo sono offerti anche il Ravel Piano, il Waterfall B3 Organ e il visionario polifonico Opal.

Questi sono i prezzi con cui si possono acquistare i singoli plug-in sullo shop di Universal Audio, ma i migliori affari si spuntano sui bundle. A questo scopo la casa ne ha reso finora disponibili quattro:

Classic FX Bundle costa 327 € e integra Galaxy Tape Echo, Brigade Chorus e Studio D Chorus.

UAD Creative Edition costa 436 €, è destinato soprattutto alla fase di produzione e comprende il Minimoog, l’Opal Morphing Synth, il Ravel Grand Piano, il Waterfall B3, Galaxy Tape Echo, Brigade Chorus, Studio D Chorus, Waterfall Rotary Speaker, Pure Plate Reverb.

UADx - creative_bundle

UAD Mix Edition, offerto a 611 €, include i compressori Teletronix, gli 1176 e il bus compressor API 2500. Sono inoltre inclusi i due channel strip API Vision e Century Tube, i due set di equalizzatori Hitsville EQ Collection e Pultec Passive EQ Collection, nonché i due emulatori di nastro magnetico Oxide e Studer A820. La collezione è completata dai due riverberi Lexicon 224 e Hitsville Reverb Chambers. Si tratta di un pacchetto dall’elevato valore tecnico e sonoro, che probabilmente può bastare da solo per creare e poi chiudere un mix.

UADx - mix_bundle

UAD Diamond Edition infine, al corrispettivo di 765 €, è sostanzialmente una combinazione dei due bundle precedenti e include 1176 Classic Limiter Collection, Teletronix LA-2A Leveler Collection, API Vision Channel Strip, Brigade Chorus Pedal, Century Tube Channel Strip, Galaxy Tape Echo, Hitsville EQ Collection, Hitsville Reverb Chambers, Lexicon 224 Digital Reverb, Oxide Tape Recorder, Pultec EQ Collection, Pure Plate Reverb, Studer A800 Tape Recorder, Studio D Chorus, Waterfall Rotary Speaker, Moog Minimoog, Opal Morphing Synth, PolyMAX Synth, Ravel Grand Piano, Waterfall B3 Organ.

 

FAQ, FAQ, FAQ!!!

L’uscita dei plug-in UAD in versione nativa ha suscitato numerosi interrogativi, e accanto a essi la solita ridda di informazioni approssimative o addirittura sbagliate in giro per i gruppi Facebook e i forum di discussione.

“È Internet, bellezza!”: accanto a tantissima informazione utile vi è purtroppo anche una certa parte di approssimazione, che richiede di essere prontamente rettificata per evitare che chi è seriamente interessato a un prodotto venga sviato da informazioni errate. Vediamo quindi di dare risposta qui di seguito ai principali dubbi emersi.

L’uscita dei plug-in nativi segna la fine di quelli accelerati su DSP e quindi della serie Apollo?
No, le interfacce Apollo e i plug-in per esse realizzati rimangono in catalogo. Anzi, alcune anticipazioni sulle roadmap di prodotto sembrano indicare che in futuro usciranno ulteriori serie di Apollo, ma non abbiamo ancora idea di quando ciò potrà accadere. Anzi, l’impiego di Apollo continua a essere sempre di grande attrattività se si vuol beneficare degli ingressi Unison in cui il plug-in modifica la configurazione hardware per emulare meglio un dato modello di preamp, nonché per godere della latenza prossima allo zero che solo la configurazione data da bus Thunderbolt + DSP proprietari può garantire.

I plug-in nativi disponibili in abbonamento con Spark sono diversi da quelli in licenza in unica soluzione venduti individualmente o nei bundle?
No, sono assolutamente gli stessi.

Quali sono i requisiti di sistema?
(Mac) macOS 10.15 Catalina, 11 Big Sur, 12 Monterey, 13 Ventura.
(Windows) Windows 10 o Windows 11 (solo versioni a 64-bit).
CPU Intel, AMD o Apple Silicon.
Formattazione dell’SSD di tipo APFS su Mac e NTFS su Windows per gli strumenti che impiegano motore a campionamento.

Collegamento Internet per l’attivazione.

Quale sistema di protezione viene adottato?
La protezione è tramite iLok. Non è necessaria la chiavetta fisica in quanto è possibile usare sia una iLok USB 2nd Generation che iLok Cloud.

I plug-in nativi UAD sono stati realizzati per le interfacce Universal Audio serie Volt, e quindi bisogna avere una di queste per usarli?
No, i plug-in UAD in versione nativa girano su qualsiasi computer Mac o Windows che abbia i requisiti minimi di sistema e non occorre alcuna interfaccia audio particolare. Gli acquirenti di una Volt però possono beneficiare di offerte dedicate sui plug-in nativi in occasione delle frequenti promo effettuate dalla casa: in questo periodo per esempio vengono date in omaggio le licenze permanenti Teletronix® LA-2A Collection e Pure Plate Reverb a chi acquista una qualsiasi Volt. Come spesso accade però tali offerte sono a tempo, e questa citata ad esempio scade il 31 marzo 2023.

Se si hanno già delle licenze di plug-in UAD per Apollo bisogna ricomprarli in versione nativa?
No, chi ha già dei plug-in UAD accelerati su DSP si troverà dentro l’app di installazione (denominata UA Connect) anche le licenze per le versioni native. In questa maniera diventa possibile “spostare” sulla CPU del computer alcune elaborazioni se si stanno già usando troppi plug-in sulla Apollo e i suoi DSP sono saturi. Diventa così disponibile un modello di elaborazione “ibrido”, mentre in precedenza chi saturava i DSP della propria Apollo non aveva altre alternative se non quelle di renderizzare su disco o acquistare maggior potenza di calcolo attraverso le espansioni della serie UAD Satellite.

Dove conviene acquistare i plug-in UAD nativi?
Dipende: al lancio si potevano acquistare direttamente sul sito Universal Audio o presso il rivenditore multimarca Plugin Boutique. I bundle presi su quest’ultima piattaforma costavano un po’ meno e permettevano un buon risparmio. Al momento però alcuni prodotti sono più economici sul sito ufficiale UA che su Plugin Boutique, per cui conviene sempre controllare. Tra l’altro, a breve i plug-in UAD saranno disponibili anche sullo shop on-line del distributore italiano Midiware, che garantirà prezzi competitivi con le offerte reperibili sul resto del web.

Quali sono i formati di plug-in e le DAW supportati?
I plug-in UAD native sono forniti nei formati VST 3, Audio Units, AAX 64. Possono inoltre girare in LUNA per chi ha Mac. Universal Audio testa e garantisce il funzionamento sulle seguenti DAW:

macOS 10.15 Catalina, macOS 11 Big Sur, and macOS 12 Monterey:

  • Ableton Live 11 (VST 3, Audio Units)
  • Cubase 12 (VST 3)
  • Logic Pro (Audio Units)
  • LUNA
  • Pro Tools 2022 (AAX)

Windows 10 and Windows 11:

  • Ableton Live 11 (VST 3)
  • Cubase 12 (VST 3)
  • Pro Tools 2022 (AAX)
  • Studio One 5 (VST 3)

La dimensione dei plug-in a schermo è fissa?
No, tutti i plug-in UAD nativi possono essere riscalati tra il 75 e il 200% della loro dimensione originale.

Vi è la possibilità di salvare i preset?
Sì, i plug-in UAD nativi hanno un loro sistema interno di salvataggio e di browsing dei preset, che non si affida allo schema di salvataggio di ciascuna DAW.

 

In prova

L’installazione avviene a cura della citata app UA Connect, che si incarica dell’installazione in maniera automatica. È naturalmente necessario anche avere il software di gestione iLok installato, e scegliere su quale dispositivo fisico o virtuale depositare la licenza. I plug-in hanno lo stesso look curato, e sempre rigorosamente skeumorfico, dei loro cugini UAD-2 per Apollo.

I compressori prevedono sempre la funzione Mix per abilitare la compressione parallela: la possibilità di scegliere tra i sapori fondamentali dei Teletronix, degli 1176 e dei Fairchild copre già almeno l’80% delle necessità in questo campo. Aspettiamo ancora l’emulazione del Distressor e poi potremmo dirci definitivamente “a posto” 😉 Assolutamente fondamentale a mio parere il channel strip di API per dare vitalità, energia e un comportamento dinamico “da hardware” alla registrazione effettuata tramite la semplice preamplificazione e conversione A/D di un’interfaccia audio di livello medio, che di solito si contraddistingue per un suono sempre molto neutro.

Molto belli anche i nuovi EQ della serie Hitsville, che in prova si rivelano davvero musicali a riprova che un equalizzatore non deve avere millemila controlli e possibilità per suonare bene. Una certezza invece la tradizionale morbidezza dei Pultec, che tuttavia non sono facilissimi da capire per i neofiti.

Di gran livello il suono del tape-delay modellizzato sul Roland Space Echo, rotondo e grondante di classe vintage almeno quanto alcuni pedali hardware che al momento vanno per la maggiore. Molto bello anche il classicissimo riverbero Lexicon 224: non è facilissimo da usare per un principiante coi suoi tanti comandi, ma ha il classico suono da riverbero algoritmico di alto livello che conosciamo da quasi tutti i dischi pop e rock di un paio di decenni.

Molto interessante infine il capitolo sintetizzatori: anzitutto splende brillantissima la gemma del Minimoog, forse la migliore emulazione software dello storico monosynth oggi in circolazione. Ha pasta, profondità, brillantezza, dinamica, e ancora una volta non suona con quella inevitabile punta di “digital” che invece certa concorrenza non riesce mai a eliminare. Organico e vintage, è un’emulazione davvero credibile. Eccellente è anche il Ravel Piano, raffinato e insieme plastico e dinamico: decisamente uno dei migliori pianoforti emulati oggi in circolazione.

Si possono spendere ottime parole anche per Opal, un polifonico moderno dalla spiccata timbrica digitale “buona”, lontana quindi dalla matrice sonora analogica, ma comunque organica, rotonda e mai tagliente o sgranata. È uno strumento piuttosto versatile che si trova a suo agio sia nei generi più contemporanei che in produzioni più rock. Un filo indietro invece rimane PolyMAX che, seppure in certi timbri imiti bene alcuni timbri degli storici Oberheim, complessivamente suona parecchio “VA”: può risultare utile in moltissimi contesti, ma non vi darà autentici brividi vintage.

L’occupazione di CPU media di questi plug-in è abbastanza importante ma nulla di drammatico: facendo per esempio la comparazione con analoghe emulazioni di altre case, diciamo che essa risulta di circa un 30% superiore ai prodotti più parchi. Resta comunque da ricordare che, ancor oggi, se si vogliono tutte le sfumature dell’hardware analogico vintage – da sempre contraddistinto da pesanti non-linearità che richiedono algoritmi piuttosto complessi per essere emulate fedelmente – bisogna accettare questi carichi di processore, indipendentemente da quale sia lo sviluppatore. Va anzi detto che io non amo particolarmente quelle software house che, pur di emulare bene un hardware storico, ricorrono a programmazioni da “forza bruta” e in questo modo ti ammazzano la macchina: bene, sicuramente i plug-in UADx non ricadono in questa categoria!

 

Conclusioni

Sulla qualità timbrica di questi plug-in non si discute: suonano davvero bene, con alcune vette realmente emozionanti in quanto a realismo, tridimensionalità del suono e colore che riescono ad apportare in un mix. L’emulazione Minimoog da sola merita il fatto di avvicinarsi a questa collection. In quanto a valore sonoro quindi Universal Audio si conferma essere uno sviluppatore di primo piano.

Per capire bene gli aspetti economici invece c’è da fare qualche conto: i singoli plug-in hanno effettivamente prezzi importanti e il loro acquisto individuale si giustifica quindi se si desidera solo la loro funzionalità e nient’altro. Il discorso cambia se si analizzano i prezzi dei bundle scontati: il bundle Diamond Edition per esempio costa 765 € e, dato che esso contiene 20 plug-in, ciò significa che per ciascun plug-in si paga in media 38 € circa. Considerando che in casa UAD gli aggiornamenti non sono a pagamento, mentre magari altre case hanno dei piani di update che nel tempo possono rivelarsi molto costosi, si può facilmente arrivare alla conclusione che coi bundle si possono acquistare questi plug-in a prezzi molto concorrenziali.

La subscription Spark invece è da consigliare soprattutto a chi abbia bisogno di questi prodotti per un lasso di tempo non molto lungo oppure desideri dilazionare nei mesi il costo di acquisto: il punto di pareggio tra abbonamento e acquisto della Diamond Edition è infatti di circa tre anni, dopodiché la subscription diventa meno conveniente rispetto all’acquisto. Certo è ipotizzabile che il piano Spark negli anni si arricchirà di ulteriori plug-in che nel frattempo verranno portati dal formato proprietario UAD-2, e quindi magari Spark diverrà sempre più competitiva come scelta.

Andando a concludere, c’è davvero tantissimo di bello in questi nuovi plug-in nativi di Universal Audio, e per quanto mi riguarda la loro adozione è fortemente raccomandata.

 

Scheda tecnica

Prodotto: Universal Audio UADx

Tipologia: Plug-in di generazione ed elaborazione sonora

Requisiti di sistema
(Mac) macOS 10.15 Catalina, 11 Big Sur, 12 Monterey, 13 Ventura
(Windows) Windows 10 o Windows 11 (solo versioni a 64-bit)
CPU Intel, AMD o Apple Silicon
Formattazione dell’SSD di tipo APFS su Mac e NTFS su Windows per gli strumenti che impiegano motore a campionamento

Sistema di protezione: iLok

Distributore: Midiware

Giulio Curiel

Giornalista della storica rivista Strumenti Musicali dal 1993 al 2016, ho scritto oltre 1200 articoli su synth, studio technology e computer music. Se non so di cosa parlo, sto zitto.

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