UNO Synth PRO X, the synthetist delight!
Lo avete chiesto e vi hanno ascoltato: arriva un UNO Synth PRO con tante manopole di editing, funzione Bassline, alimentatore esterno, estetica aggressiva. Il risultato? Fantastico, se amate la sintesi c’è da perdercisi dentro per giorni…
Arriva la terza iterazione del progetto UNO Synth PRO lanciato da IK Multimedia nel 2021 insieme con la progettazione circuitale di SoundMachines, e stavolta vi sono caratteristiche che dovrebbero davvero riscuotere un apprezzamento trasversale: la prima uscita di questo strumento era basata su un synth monofonico realmente analogico con tre VCO, doppio filtro multimodo, effetti digitali, arpeggiatore e sequencer, parafonia a tre voci, tastiera tre ottave full-size inserita in un cabinet rosso-fuoco (in prova qui) oppure versione Desktop, piccola ma dal motore sonoro identico. La seconda ondata, dell’anno successivo, riproponeva la versione Desktop con una circuitazione invariata ma impreziosita da una livrea all-black che si è rivelata assai più aggressiva e desiderabile anche per chi non era riuscito ad apprezzare il progetto originale, sicuramente ispirato al design industriale italiano degli anni ’60 e ’70 (la recensione è qui): si trattava della versione limitata Black Edition.
Questa terza edizione si basa sostanzialmente sullo stesso motore sonoro del precedente UNO Synth Pro (USP in sigla) ma su di esso vi sono state tre azioni progettuali che cambiano completamente le regole di questo gioco:
1) anzitutto i comandi di editing adesso sono basati su ben 22 manopole e 15 selettori dedicati ai principali parametri della catena di sintesi, per un’interazione immediata e intuitiva con lo strumento, e non più su una matrice di quattro manopole che nella macchina precedente comandavano a turno i vari parametri;
2) lo strumento ha ora una modalità Bassline che replica l’impostazione concettuale della mitica Roland TB-303, e modifica di conseguenza il comportamento dei parametri di filtro e inviluppo fino a cambiare radicalmente il comportamento sonoro del synth, sia quando pilotato dal sequencer interno che quando suonato liberamente;
3) l’alimentazione è ora fornita da un alimentatore dedicato esterno, che risolve automaticamente tutte le problematiche di chi possiede un computer incline ai ground loop digitali, e che soprattutto fornisce energia “pulita” al synth per farlo suonare meglio.
Anche l’estetica è diventata più aggressiva e capitalizza sulla combinazione di pannello nero e retroilluminazione rossa della versione Desktop Black Edition, mentre – come ci comunica Davide Mancini di Soundmachines – “un’altra operazione di rilievo è stata la review del firmware in relazione all’interfaccia utente molto più ricca. Si sono succedute molte versioni ad interim prima di giungere a quella finale. IK ha ragionato tantissimo su questo aspetto e insieme abbiamo testato varie strade”.
Bene, andiamo dunque a conoscere questo nuovo, interessantissimo UNO Synth PRO X!
Hardware
Lo strumento abita sempre dentro un case plastico della larghezza approssimativamente pari a quella di un laptop e altezza pari a metà. Se consideriamo anche il peso contenuto entro il chilogrammo otteniamo un quadro di grande portabilità. La finitura è ottima, le manopole hanno un buon feeling, saldo e sicuro, e così anche i pulsanti.
Il bel pannello nero spazzolato e retroilluminato – con intensità gestibile dall’utente, una finezza – è idealmente diviso in tre sezioni: la superiore sinistra raccoglie tutti i comandi della catena di sintesi e quindi è dedicata al sound editing; la superiore destra richiama i diversi modi operativi della macchina, gestisce i preset e contiene il piccolo ma efficace display OLED monocromatico che mostra i nomi dei preset, il tempo in BPM e, in fase di editing, i nomi e valori dei parametri editati; la parte bassa infine contiene i tasti per accedere ai sedicesimi del sequencer, gestire start/stop/record e stavolta ospita anche una minuscola tastiera musicale di un’ottava.
Il grande richiamo alla Roland Bassline comincia a delinearsi, e con tale tastiera si inseriscono le note nel sequencer mentre invece sparisce la tastiera capacitiva da due ottave e mezzo che nel precedente modello aveva fatto discutere e dividere gli appassionati.
Riassumendo quindi UNO Synth PRO X si suona col suo sequencer oppure con una tastiera MIDI esterna, alla quale peraltro risponderà completamente grazie all’implementazione MIDI completa che prevede risposta alla velocity, all’aftertouch di canale, alla pitch wheel e a una vasta gamma di Continuous Controller (CC) per la gestione dei parametri sonori.
Il retropannello rivela una bellissima dotazione: anzitutto troviamo la porta per l’alimentatore dedicato esterno, fornito insieme alla macchina, poi vi è la porta USB-C per il dialogo col computer, due CV/Gate In e due CV/Gate Out per il dialogo col mondo Eurorack e alcune drum machine sia del passato che del presente, un ingresso audio su mini-jack da 3,5 mm per iniettare un segnale esterno, una presa cuffia sempre su mini-jack, le due uscite audio su jack TRS bilanciato, e infine le due porte MIDI In e Out.
Su questa dotazione di connessioni fatemi fare alcune considerazioni:
- la porta USB-C mantiene la possibilità di essere usata anche per alimentare lo strumento, e magari in mobilità la cosa può far comodo se si ricorre a un power-bank o un alimentatore per cellulare bello robusto, ma indicativamente l’uso dell’alimentatore fornito, assai ben dimensionato, dovrebbe garantire prestazioni audio più affidabili;
- è sempre molto bello il fatto che i due ingressi e le due uscite per CV/Gate non siano assegnati rigidamente, ma possano entrambi assumere la funzione di CV se così si decide di impostarli nella configurazione di sistema: si tratta di una funzionalità preziosa in abbinamento ai modulari in quanto costituiscono fonti e destinazioni di modulazione;
- le uscite audio in formato bilanciato costituiscono una finezza in questa gamma di prodotti, e un accorgimento che garantisce in genere un segnale più vigoroso e “sano”, e per apprezzarlo non c’è bisogno di operare con lunghi collegamenti;
- le porte MIDI su DIN pentapolare restano la connessione MIDI per antonomasia, mentre i mini-jack usati su altre macchine di piccola taglia costituiscono una soluzione scomoda e non standard: molto meglio come è stato fatto qui.
La catena di sintesi
UNO Synth PRO X si basa su una catena realmente analogica molto articolata, che un po’ richiama quella di un sistema modulare per le tante opzioni disponibili. I tre oscillatori sono dotati di forma d’onda variabili con continuità tra triangolare, dente di sega, quadra e impulsiva. Molto opportunamente, tale controllo di waveform costituisce anche una destinazione di modulazione, per cui effetti di PWM e altri cambiamenti dinamici del timbro sono a portata di mano.
Ogni VCO può essere accordato su +/- due ottave a step di semitoni e finemente su +/- 100 Cents. I tre oscillatori possono essere semplicemente sommati tra loro con i normali controlli di livello, ma possono anche interagire in altre modalità:
- esiste una FM di OSC 1 verso OSC 2 e/o OSC 3, dosabile in profondità con apposito comando;
- OSC 2 e/o OSC 3 possono essere messi in Sync su OSC 1;
- si può attivare il Ring Modulator di OSC 1 su OSC 2.
Queste opzioni consentono di ottenere un suono vario e differenziato già a livello di sorgenti sonore, senza ancora impegnare i filtri e le modulazioni: imparare a gestirle è la chiave per spremere al massimo il suono di UNO Synth PRO X e solo la sperimentazione garantisce una effettiva conoscenza delle possibilità sonore della macchina.
I tre oscillatori sono accessibili in sequenza, in quanto i comandi di pannello sono relativi a un solo VCO e poi la selezione di quale dei tre generatori si comanda effettivamente avviene tramite pressioni cicliche di un apposito selettore.
Il parametro Voice determina se UNO Synth PRO X opererà come tradizionale monofonico a tre oscillatori, come monofonico con modalità Legato attiva (le note con trigger sovrapposti non re-innescano gli inviluppi), o infine come parafonico a tre voci mono-oscillatore ciascuna. Riguardo alla parafonia, recentemente tornata tanto di moda, mi preme ogni volta ricordare che non è vera polifonia perché il numero totale di oscillatori è sempre lo stesso e il filtro attraverso cui passano rimane unico, ma resta il fatto che può essere un’opzione molto utile per eseguire triadi o tessiture di pad e dà una marcia in più allo strumento.
Un comando Glide regola la velocità del portamento, che può essere impostato a tempo costante o velocità costante.
I tre VCO confluiscono nel mixer con dei controlli di livello che nell’ultimo quarto della corsa già introducono una graduale e poi sempre più marcata saturazione. Sono disponibili anche un generatore di rumore e il segnale dell’External Audio-In, i cui comandi di livello sono però accessibili da menu. Benché il connettore per il segnale esterno sia un mini-jack stereo, il segnale presente ai suoi capi viene sommato in mono e avviato ai circuiti del synth secondo due diverse logiche selezionabili via software: in modalità Pre il segnale esterno passa nel VCF, nel VCA e infine negli effetti in modo da usare la macchina come processore di filtraggio ed effettistica; viceversa in modalità Post il segnale esterno viene semplicemente sommato all’uscita del synth che in questo caso agisce da semplice mixer: molto utile dal vivo se si va a jammare con due soli strumenti.
Veniamo al capitolo filtri, che in questa macchina è sempre stato succoso assai. UNO Synth PRO X dispone infatti di due VCF multimodo, utilizzabili in serie o in parallelo e ciascuno con delle ben precise caratteristiche sonore. Il primo filtro è l’OTA classico introdotto nell’iniziale UNO Synth del 2018, quello piccolo con due soli oscillatori che ha inaugurato la gamma: tale filtro è un 12 dB/ottava e può essere configurato come passa-basso (LPF) o passa-alto (HPF). Si tratta di un VCF piuttosto liquido, musicale e piacevole, che non arriva all’autooscillazione e non è basato sulla cattiveria pura.
Essa invece arriva tramite l’altro VCF, che è costruito attorno a un chip 2164 di SSI, l’azienda nata in anni recenti a opera di Dave Rossum (il fondatore di E-mu Systems) e Dan Parks. I due erano già membri del team di SSM, ovvero quella Solid State Music che negli anni ’70 e ’80 realizzò alcuni dei chip installati sui più famosi synth dell’epoca, Prophet-5 su tutti. Nell’implementazione usata in UNO Synth PRO X questo chip fornisce funzioni di VCF unicamente passa-basso, che tuttavia può operare in modalità a 12 o 24 dB/Oct per aumentare la varietà delle timbriche disponibili.
I due filtri dispongono su pannello di controlli individuali per i loro parametri vitali di cutoff, risonanza, profondità (bipolare) dell’inviluppo, tracking tra il -200 e il +200% (comando accessibile tramite Shift). L’alchimia delle loro molteplici combinazioni arriva però grazie a un tasto che permette di metterli in serie o in parallelo, e quando premuto insieme a Shift di invertire la fase del filtro 1: questo semplice tastino infatti rivoluziona i diversi profili di filtraggio così ottenibili e consente il raggiungimento di sonorità radicalmente diverse. Un pulsante Link permette poi di collegare i due filtri in modo che uno segua l’altro, in termini di cutoff o di cutoff+risonanza: è una funzione molto utile soprattutto dal vivo quando si eseguono parti tipo Bassline e si lavora aprendo e chiudendo il VCF.
Subito dopo lo stadio dei filtri vi è un circuito Drive realmente analogico, basato su due diodi che “tosano” il segnale: vi si accede con una manopola dedicata posta accanto al volume di uscita, e diciamo subito che si tratta di un circuito che contribuisce molto al suono aggressivo e distorto (se lo si vuole…) di UNO Synth PRO X.
Venendo agli inviluppi, la macchina ne ha tre in dotazione, tutti con profilo ADSR e attivabili ciclicamente con un tasto dedicato: Filter Envelope è cablato direttamente sui VCF, Amp Envelope sul volume del VCA ed Envelope 3 è la classica sorgente di modulazione liberamente assegnabile attraverso la matrice di modulazione. Da notare che i tempi dei segmenti di Attack, Decay e release arrivano a ben 30 secondi di durata ciascuno, per integrarsi alla perfezione in generi basati sui droni e le note a lentissima evoluzione. Bella anche la possibilità di mettere gli inviluppi in loop tra gli stadi di Attack e Decay per attivare modulazioni cicliche dal profilo asimmetrico.
Sotto le manopole Sustain e Release ammiccano le funzioni secondarie Accent Decay e Accent, che diranno molto ai frequentatori del mondo 303: ne parleremo in dettaglio quando ci occuperemo del modo operativo “Bassline”.
I due LFO di bordo sono altrettanto classici e versatili: abbiamo a disposizione una manopola per scegliere tra le forme d’onda denominate Sine, Triangle, Falling Sawtooth, Rising Sawtooth, Square, Random, S&H, Noise, e un’altra che regola la velocità degli oscillatori di bassa frequenza tra 0,01 e 100 Hz. La puntata in banda audio è preziosa per suoni gorgoglianti e con molto grit. In alternativa i due LFO possono essere settati anche per seguire il clock proveniente da sorgenti esterne, secondo molteplici divisioni disponibili.
Belle e non molto diffuse sono le possibilità di impostare un tempo di fade-in con curva di ingresso regolabile tra lineare, esponenziale e logaritmica, nonché di abilitare o meno il retrig della forma d’onda ogni qualvolta si verifica un nuovo evento di nota. Da segnalare che i comandi degli LFO sono condivisi e un tastino permette di selezionare se si sta agendo su LFO 1 o LFO 2.
Veniamo ora alla matrice di modulazione: fatta salva la mappatura dei due ADSR rispettivamente a filtro e amplificatore, UNO Synth PRO X non prevede altri percorsi di modulazione preassegnati, per cui si rende necessario lavorare da qui per introdurre tutte le restanti modulazioni di cui è capace il sintetizzatore italiano. Vi sono 16 slot che permettono di connettere 30 sorgenti con 35 destinazioni, contribuendo non poco a quella flessibilità “da modulare” cui accennavamo sopra.
La gestione della matrice è molto intuitiva: si preme il tasto Source, e subito il display ti invita a muovere il comando di pannello che vuoi assegnare come sorgente. Premendo Dest ovviamente il meccanismo si ripete e puoi assegnare la destinazione di modulazione semplicemente muovendo il relativo comando di pannello. Infine, premendo Amount e muovendo il pomello di Data Entry si stabilisce la profondità, positiva o negativa, della modulazione appena impostata. Il tutto si può ripetere per 16 volte, con una versatilità modulativa davvero notevole. Va rilevato che non tutte le sorgenti e destinazioni dispongono di comando fisico di pannello per essere richiamate, e in quel caso si va di display.
MODULATION SOURCES: Velocity, Mod Wheel, Aftertouch, Key Pitch, Key Gate, Osc 1 Tune, Osc 1 Level, Osc 2 Tune, Osc 2 Tune, Osc 3 Tune, Osc 3 Level, Noise, Filter 1 Cutoff, Filter 1 Res, Filter 2 Cutoff, Filter 2 Res, Filter Spacing, LFO 1, LFO 1 Fade In, LFO 2, LFO 2 Fade in, Filter Env, Amp Env, CV 1 IN, GATE 1 IN, CV 2 IN, GATE 2 IN, Accent, Gate, Tie. |
MODULATION DESTINATIONS: OFF, Osc 1 Tune, Osc 1 Wave, Osc 1 Level, Osc 2 Tune, Osc 2 Wave, Osc 2 Level, Osc 2 FM Amount, Osc 3 Tune, Osc 3 Wave, Osc 3 Level, Osc 3 FM Amount, Noise level, Filter 1 Cutoff, Filter 1 Res, Filter 2 Cutoff, Filter 2 Res, Filter Spacing, LFO 1 Wave, LFO 1 Rate, LFO 2 Wave, LFO 2 Rate, Filter 1 Env Amount, Filter 2 Env Amount, Amp Env Amount, Drive Amount, Delay Amount, Reverb Amount, Mod Amount, CV OUT 1, GATE OUT 1, CV OUT 2, GATE OUT 2, Accent Amount, Mod N1-16 Amounts. |
Veramente pazzesche sono le possibilità che si possono mettere in campo con questa sezione del synth grazie alle peculiari scelte per Source e Destination: se come sorgenti velocity, mod wheel, aftertouch, pitch, gate, inviluppi ed LFO sono scontate, non altrettanto lo sono le porte di CV In, i parametri Accent/Gate/Tie del sequencer, altezza e livello di ciascuno oscillatore, cutoff e risonanza del filtro.
Peculiari sono anche le destinazioni, visto che tra le 35 disponibili si può trovare il tuning, livello e waveform di ciascun oscillatore, l’ammontare delle due FM, cutoff e risonanza dei due VCF, la loro spaziatura, velocità e waveform dei due LFO, ammontare del livello dei tre effetti (che vi presenteremo tra poco), le CV analogiche disponibili sul pannello posteriore, l’entità dell’accento e infine la profondità di altri percorsi di modulazione. Davvero notevoli come possibilità, basta avere fantasia e si può accedere a suoni davvero inottenibili con altri synth integrati.
Effettistica
In fondo alla catena sono posizionati tre effetti digitali denominati Modulations, Delays e Reverbs, che operano a 16 bit/48 kHz in modalità mono-to-stereo. Il segnale del synth analogico è monofonico e arriva direttamente in uscita audio senza alcuna conversione in digitale per preservarne la purezza sonora. Ad esso si sommano gli output stereo degli effetti digitali, i cui comandi Amount si comportano di fatto come altrettanti send di un mixer. Un commutatore Effects permette di scegliere su quale di essi andrà a operare l’editing, mentre se lo si preme insieme allo Shift l’intero blocco effetti viene bypassato. Questo stadio infatti ha a sua disposizione quattro manopole, e oltre al citato comando Amount vi sono i knob Time, Size e Filter che assumono funzioni variabili in funzione dell’algoritmo di effetto selezionato.
L’effetto Modulations dispone degli algoritmi Chorus, nelle varianti Synth I, Synth II e String (una sorta di ensemble), oppure UNI-V, nelle varianti Chorus e Vibrato. I parametri a disposizione sono la profondità di modulazione e la velocità.
L’effetto Delays è molto ricco e dà un grosso apporto al suono della macchina. Dispone di algoritmi Mono, Stereo, Doubler, Ping Pong e LCR per ottenere varie – e radicalmente diverse – disposizioni dei ribattuti sull’arco stereo. L’utente può controllare tempo di ritardo (syncabile anche a varie divisioni del clock), feedback e un semplice ma utilissimo filtro passa-basso che permette di emulare il suono delle echo machine di epoca vintage. Alcuni algoritmi hanno anche il controllo separato dei tempi di ritardo per i due canali dello stereo, con la conseguente possibilità di creare incastri ritmici davvero complessi.
Valido è anche il modulo Reverbs, con algoritmi di Hall, Plate e il nuovo Shimmer-S. Nei primi due si hanno controlli per Pre-delay, Size, Time, Time Low, Time High, Filter, mentre per Shimmer-S si può intervenire su Size, Pitch 1, Pitch 2, Diffusion e Filter. Questo nuovo algoritmo estende di molto lo scopo e lo spazio sonoro di UNO Synth PRO X, buttandolo a forza in un girone ambient-industriale che la macchina promette di dominare con sicurezza, anche grazie all’interazione del sequencer.
Complessivamente la sezione effetti di UNO Synth PRO X è completa, senza digressioni su algoritmi “esotici” ma dotata di tutto quel che serve per caratterizzare profondamente il suono della macchina. Belli in particolare i delay e i riverberi, che consentono a questo synth di fare già tante cose da solo, senza dover ricorrere a quei pedali chic che pure oggi sono tanto di moda 😉
Modalità Bassline
Un enigmatico ma invitante tasto “Bassline” introduce numerosi cambiamenti nel comportamento della catena di sintesi di UNO Synth PRO X. Secondo quanto mi riporta Davide Mancini di Soundmachines “Per Bassline abbiamo forzato le curve di vari CV interni a filtro e VCA, nonché timing associati per avere un secondo carattere”. Come conseguenza, il cutoff arriva al massimo a 5.000 Hz e l’inviluppo resta limitato ai soli stadi di Attack e Decay se operato da pannello. Sustain e Release restano comunque accessibili da menu, mentre le loro manopole sul frontale assumono le funzioni rispettivamente di Accent Decay e Accent, ovvero tempo di decadimento e intensità dell’accento.
Il bello di questa modalità è che comunque si innesta sulla stessa architettura di sintesi a tre oscillatori e doppio filtro della macchina in modalità “normale”. Quindi i risultati sonori non sono limitati all’emulazione del Bassline – cosa comunque possibile anche se il focus di UNO Synth PRO X non è la sua riproposizione filologica – ma piuttosto nell’accedere a quel tipo di programmazione e sonorità pur potendo contare su risorse timbriche assai più ricche. Il risultato, ve lo posso assicurare, è notevole.
Tastiera, arpeggiatore e sequencer
UNO Synth PRO X può forzare la sua risposta ai messaggi di tastiera su 15 scale: Chromatic, Major, Minor, Major Pentatonic, Major Blues, Minor Pentatonic, Minor Blues, Minor Harmonic, Mixolydian, Dorian, Klezmer, Hungarian Gypsy, Spanish Gypsy, Japanese, South-East Asian.
Vi è anche a disposizione una funzione di trasposizione su +/-12 semitoni e di controllo del range della pitch wheel tra 0 e 12 semitoni.
L’arpeggiatore di bordo è un modulo assolutamente notevole perché lavora su ben 10 modalità: oltre a quelle tradizionali, vi sono anche Random, As Played e le due enigmatiche X2U e X2D che in realtà ribattono ogni nota due volte, verso l’alto o verso il basso. L’estensione dell’arpeggio può essere tra una e quattro ottave e inoltre sono disponibili comandi per durata del gate e swing.
I 16 pulsanti retroilluminati alla base del pannello consentono di attivare/disattivare individualmente i 16 step dell’arpeggio (“pattern designer”), potendo quindi creare veri e propri schemi ritmici con le note arpeggiate. L’arpeggio può anche essere registrato nel sequencer se si vuole riutilizzare e magari trasporre la sequenza arpeggiata.
Venendo appunto al sequencer, questo è un affare molto serio: può avere da 1 a 64 step, lavorare in modalità monofonica o parafonica, registrare anche le automazioni sui comandi. La registrazione è a step oppure in tempo reale e salva sia le note inserite con la tastierina di bordo (quella in stile Bassline, appunto), sia quanto arriva da un’eventuale tastiera MIDI esterna.
L’editing è acceduto premendo il tasto relativo allo step che si vuole editare e poi visualizzando sul display i valori di nota, velocity, durata e gli eventuali parametri di automazione registrati muovendo le manopole sul frontale. Si può così modificare qualsiasi aspetto di una sequenza registrata, step per step.
Ciascuno step può contenere una nota normale oppure “gated” (ovvero più corta), accentata o legata. È disponibile anche una funzione Random per generare sequenze casuali.
I dati del sequencer vengono salvati all’interno delle memorie di patch. In proposito va osservato che UNO Synth PRO X dispone di 256 locazioni di memoria interne, tutte riscrivibili dall’utente. Se si ha bisogno di creare un’esecuzione in cui lo stesso suono accedere a più pattern a seconda dello svolgimento del brano, si possono salvare più preset contigui tutti con la stessa programmazione ritmica, ma con differenti sequenze.
Editor e MIDI
Lo strumento viene fornito con un editor per computer Mac e Windows con possibilità di operare sia in stand alone che come plug-in. Posto che UNO Synth PRO X è dotato di tanti comandi fisici, l’utilità dell’editor potrebbe apparire minore che con i precedenti modelli che avevano meno manopole ma a mio avviso si manifesta in maniera prepotente in due circostanze: 1) consente di vedere tutta la patch e quindi comprenderla a colpo d’occhio, specie se è stata programmata da altri; 2) offre una visuale e un’azione contemporanea sui 16 slot della matrice di modulazione che è perfetta per sfruttarla fino in fondo.
L’editor si basa su un’implementazione MIDI molto completa in cui i vari parametri della catena di sintesi sono tutti assegnati a comandi CC, e questo apre la porta ad automazioni in DAW di grande varietà.
Da segnalare infine che UNO Synth PRO X può fungere anche da interfaccia MIDI per strumenti esterni: lui si connette al PC via USB e poi permette di indirizzare separatamente le sue porte DIN pentapolari per pilotare altre macchine connesse in MIDI.
In prova
All’utilizzo lo strumento conferma tutte le grandi qualità dei precedenti UNO Synth PRO, e aggiunge una potentissima marcia in più data dalle tante manopole che consentono un’interazione assai intuitiva con la catena di sintesi.
La qualità costruttiva è molto valida, le manopole si azionano con piacere, le loro dimensioni e spaziatura sono studiate con molto buon senso. Non siamo insomma davanti al solito strumento compatto ma dai comandi lillipuziani, qui è tutto molto ben compattato ma altrettanto ben agibile.
L’estetica è sexy e sembra accompagnare bene le caratteristiche sonore e operative del synth: lo strumento infatti è profondo, affascinante, con una sua bella dose di cattiveria raffinata. Il suono degli oscillatori è vario e cangiante, e come ho già scritto sopra è fondamentale imparare a capire le logiche sonore della FM, del Sync e del Ring per sfruttarli fino in fondo. Altrettanto importante è saper dosare il loro livello nel mixer se si vogliono ottenere suoni puliti e trasparenti. Se invece si tiene sempre tutto al massimo, emerge quel carattere aggressivo e clangoroso che è un po’ la firma sonora di tanti preset della macchina, ma che tuttavia non esaurisce certo le sue possibilità. Direi anzi che è particolarmente bello il suono della FM di questo synth, specie in contesti percussivi e nella ricerca di sonorità organiche.
Vi è poi la “terza via”, ovvero la pressione del tasto Bassline: anzitutto qui ci si allontana dai precedenti UNO Synth PRO per timbriche che a loro sono precluse ma soprattutto si arriva in territori ove il suono liquidissimo e acido evocato dal nickname della TB-303 prende una forma nuova e moderna. L’attività che i progettisti hanno svolto sulle costanti di tempo degli inviluppi e la risposta dei filtri si traduce in un “glue”, una colla che rende compattissimo il suono anche se si usano più oscillatori, per arrivare a un suono finale che affascina, buca, piace senza se e senza ma.
Da non trascurare infine la possibilità di mettere i due VCF in parallelo per sentire le componenti armoniche sdoppiarsi e aprirsi in un suono stratificato che ha tanto perché.
Menzione veloce per la matrice di modulazione che pare una sfida alla fantasia del sintetista, e che permette di fare degli interventi di modifica timbrica davvero arditi. Usando con criterio i due LFO, i tre ADSR e le altre molteplici sorgenti è possibile creare suoni in continua evoluzione, vivi e organici.
Arma letale della macchina sono anche gli effetti, e i delay in particolar modo. Con essi si può spaziare dai territori dub a incastri techno ad altissima tensione: anche in questo caso la sperimentazione dei diversi modi operativi dei delay è vostra amica. Bella infine l’addizione del nuovo riverbero shimmer, che è stata sfruttata a dovere in alcuni preset e che porta UNO Synth PRO X in quel territorio ambient che forse precedentemente nessuno associava a questa macchina.
È chiaro comunque che sequencer e arpeggiatore hanno qui un interplay davvero strepitoso con la catena di sintesi, e sono fondamentali per sviscerare tutto il potenziale sonoro che UNO Synth PRO X manifesta. Inoltre essi sono interessantissimi anche quando usati per pilotare macchine esterne via MIDI. La possibilità di variare i parametri step per step non è più una novità, ma se usata creativamente – magari pilotando la matrice e gli effetti – riesce a creare pattern di 64 step in cui succede un cosmo di cose.
Conclusioni
Ci sono volte nella vita in cui le chiacchiere stanno a zero: io credo che questa sia una di quelle volte. UNO Synth PRO X capitalizza su un progetto che era già molto valido, ma lo porta a un nuovo e ben più alto livello grazie a una nuova usabilità, qualche ritocco come il nuovo riverbero e la nuova modalità Bassline. Il prezzo in fase di annuncio è salito rispetto alle attuali quotazioni del Desktop ma se volete investire seriamente sulla piattaforma UNO Synth PRO, a mio parere vale la pena fare lo sforzo e puntare dritti su questo nuovo X.
Lo strumento è un’isola felice di sperimentazione, possibilità, interazione, jamming, studio. Lo sconsiglio solo a due categorie, ovvero a chi cerca i suoni vintage dei synth più tradizionali e a chi non ha voglia di investire il proprio tempo nello scoprire una macchina e poi rivoltarla come un calzino.
Ma nostalgici e pigri a parte, questo UNO Synth PRO X è in grado di conquistare tutti gli altri amanti della sintesi, coloro che amano passare le ore a scoprire e scolpire nuovi suoni, nuove sequenze, nuovi incastri. Non si tratta di uno strumento vincolato a un genere perché le sue caratteristiche sonore e operative sono trasversali, ma in comune c’è un approccio sonoro molto attuale, organico, vivo e in movimento.
Non nego che sono di parte, a me questo synth è piaciuto davvero molto: provatelo, e se vi riconoscete nel suo profilo d’uso non potrà che stregare anche voi.
Scheda tecnica
Prodotto: IK Multimedia UNO Synth PRO X
Tipologia: sintetizzatore analogico parafonico
Dati tecnici dichiarati dal costruttore:
Keyboard: 13 keys (1 octave) custom silicone keys
Sound Generation: Digitally controlled analog synthesis
Number of Oscillators: 3
Filters: 2x analog filters
Envelopes: 3x ADSR
Sequencer: 64-steps, all parameters editable for each step
FX: 2 Modulations, 5 Delays, 3 Reverbs
Number of programs: 256
Power consumption (max): 1.5 A @ 5 V (7.5 W)
CONNECTIONS
Audio OUT: 2x 6.3 mm TRS jacks (balanced), 1x 3.5 mm TRS headphone (stereo)
Audio IN: 1x 3.5 mm TS (mono)
MIDI IN: 1x standard 5-pin DIN
MIDI OUT: 1x standard 5-pin DIN (Soft THRU available in system menu)
CV/Gate IN: 2x 3.5 mm jack (5 V MAX)
CV/Gate OUT: 2x 3.5 mm jack (5 V MAX)
Other: USB-C port, power supply jack
Prezzo di listino: € 499,99 + IVA
Costruttore: IK Multimedia