Pittsburgh Microvolt 3900, tutto quello che c’è da sapere
Il mercato ha già decretato che si tratta di una formula di successo: monosynth analogico compatto, nella forma e nel prezzo, piena funzionalità stand-alone ma anche perfetta integrazione in più ampi sistemi Eurorack, suono originale. La strada è stata aperta dal Moog Mother 32, dal Make Noise 0-Coast, dall’Intellijel Atlantis e dal Lifeforms SV-1 della stessa Pittsburgh Modular, ed è sempre stata percorsa con successo perché evidentemente la formula piace.
Ora Pittsburgh Modular rilancia con Microvolt 3900, che però si discosta dal classico paradigma East Coast della sintesi sottrattiva VCO/VCF/VCA per allargarsi in territori maggiormente ispirati dalla West Coast che vede nel compianto Don Buchla il suo massimo artefice.
La generazione è basata su un oscillatore multi-waveform che parte da una quadra modulabile in simmetria, una dente di sega e una sinusoidale che il costruttore definisce “harmonically rich”. Un comando Fold Timbre funge da wavefolder e dà così luogo a waveform complesse. Nel mixer confluiscono le tre forme d’onda quadra, dente di sega e sinusoidale più l’uscita del wavefolder, un generatore di noise e un ingresso audio esterno, in modo che i vari segnali siano sommabili e si crei così una forma di sintesi addittiva.
Le waveform mixate confluiscono in un filtro definito “Binary Filter”, ovvero un disegno proprietario a stato variabile capace di una risonanza quasi infinita e possibilità di abilitare o meno la autooscillazione. Il costruttore definisce il suono di questo filtro come “succoso e fluido, che aggiunge profondità ed energia all’oscillatore che può urlare se lo si vuole”.
Il controllo del volume è demandato a un VCA con una marcia in più: il Dynamic VCA di Microvolt 3900 lavora infatti sia sull’ampiezza del segnale in transito che sul suo contenuto armonico: man mano che il VCA si chiude le armoniche superiori vengono filtrate e rimosse, dando luogo a un comportamento in pieno stile Buchla. Questo tipo di funzionalità, comunque escludibile in favore di una da VCA classico, dà luogo a un suono quasi da strumento acustico, molto naturale e organico. Riesce a meraviglia su sonorità percussive o pizzicate, ma certo questo non limita le possibilità timbriche del nuovo Pittsburgh a queste sole dimensioni. Da segnalare infine che, prima dell’uscita audio, il segnale transita in uno stadio di saturazione a Drive regolabile.
Sul fronte delle modulazioni, la macchina conta anzitutto su un inviluppo ADSR tradizionale. Vi è poi un LFO con molteplici forme d’onda e un generatore Random (con ordine di casualità regolabile in complessità) che sono mixabili tra di loro. Un Function Generator è poi un ulteriore modulo di modulazione che può assumere caratteri molteplici: può essere inviluppo AR, LFO e addirittura oscillatore, a seconda dei settaggi impostati col tasto Cycle. I segmenti di Rise e Fall sono entrambi modulabili in velocità.
Lo strumento dispone di un Multi-mode Sequencing Arpeggiator che offre opzioni per sequenziare le note arpeggiate anche nell’ordine di esecuzione e in random, trasposizione, shift su +/- due ottave. L’ingresso MIDI può essere convertito in CV ed utilizzato per funzioni di controllo timbrico.
Il suono del Microvolt 3900 si preannuncia “caldissimo” in quanto non solo i fianchetti ma tutti i quattro lati dello strumento sono in legno di noce naturale.
Le prime consegne del nuovo synth Pittsburgh sono previste per il 27 aprile 2018 in USA, ove il prezzo annunciato è di 629 dollari. In Europa, tra costi di importazione e IVA (sempre assente dai prezzi americani) è lecito attendersi un costo tra i 650 e i 750 Euro.
Per maggiori informazioni: https://pittsburghmodular.com/microvolt